Dopo l’assalto terroristico al sito algerino di In Amenas in gennaio, nuovi problemi di sicurezza hanno scosso nei giorni scorsi gli approvvigionamenti di gas dal Nordafrica. Sotto attacco questa volta il sito libico di Mellitah, operato da una joint-venture con a capo Eni.
Secondo quanto riportato, le guardie di sicurezza degli impanti sono state coinvolte sabato in scontri a fuoco con formazioni paramilitari di ex-ribelli. L’intervento delle forze armate regolari ha ricondotto la situazione all’ordine, ma nel frattempo le esportazioni di gas verso l’italia sono state bloccate per due giorni. A partire da oggi si dovrebbe tornare alla normalità.
L’incidente è tutto sommato di lieve entità e ha confermato che il calo dei consumi e la ridondanza delle infrastrutture consentono all’Italia di avere oggi un livello di sicurezza degli approvvigionamenti tutto sommato piuttosto elevato.
Resta però una considerazione politica più ampia: l’interscambio energetico (e non solo) coi Paesi del Nordafrica rappresenta un legame di lungo periodo per il nostro Paese. Un legame che richiede un costante impegno e collaborazione con le controparti, sia nel campo della sicurezza, sia in ambito economico. Speriamo che la crisi politica ed economica del nostro Paese non privi i nuovi inquilini di Palazzo Chigi di questa consapevolezza.