Segnalo l’interessante contributo di Stefano Clô dal titolo «Dipendenza e sicurezza energetica in Italia», pubblicato su numero 58 della Newsletter del GME.
Si tratta di una sintetica ma efficace analisi dei due concetti, di un’analisi della dipendenza dalle importazioni dei principali Paesi europei e di un’introduzione alle modalità di valutazione della sicurezza utilizzate dalle istituzioni europee.
Una buona lettura, che mette in luce il buon grado di sicurezza degli approvvigionamenti italiani, dovuto alla diversificazione. Non concordo nel considerare i contratti di lungo periodo una garanzia particolarmente efficace della sicurezza energetica, soprattutto nell’attuale congiuntura.
Nel caso di alcuni fornitori, come l’Algeria e la Libia, a pesare negativamente è l’instabilità interna, a cui un contratto di lungo periodo non offre una risposta.
Anche nel caso di un fornitore stabile come la Russia, l’orientamento delle infrastrutture di esportazione verso l’Europa, la dipendenza dai proventi delle esportazioni e l’abbondanza e la diversificazione dell’offerta sui mercati europei rendono in ogni caso plausibile che i contratti di lungo periodo non offrano condizioni di particolare vantaggio per gli operatori importatori, tanto che in questa fasa stiamo assistendo a rinegoziazioni coi fornitori e continui tentativi di scaricare sui cittadini almeno parte dei costi dei contratti troppo onerosi.
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