Il TAP sarà costruito e non ci sono dubbi fatto che poterà vantaggi in termini di sicurezza degli approvvigionamenti. Il gas azerbaigiano dovrebbe anche portare un beneficio in termini di maggiore concorrenzialità del mercato, abbassando i prezzi finali.
Stimare di quanto, però, è un esercizio estremamente difficile. Il TAP entrerà in funzione tra 6 o 7 anni: basta pensare a quanto il mercato sia cambiato nei 6 anni passati per ricordarci di prendere con le molle qualunque ipotesi.
Detto questo, un post di Elisa Maiucci di ieri riporta un virgolettato di Giampaolo Russo, Country Manager TAP Italia: «Si prevede una riduzione della bolletta di 6 miliardi e mezzo, di cui buona parte è riconosciuta a Tap come struttura, portando il gas dal Mar Caspio».
Facciamo due conti. Relazione annuale dell’Autorità alla mano, nel 2012 sono arrivati ai clienti finali 61 miliardi di metri cubi a una media di 44,3 centesimi di euro al mc: in totale, 28,5 miliardi, tasse escluse (tavola 3.52).
Attualmente, ci troviamo in una fase di eccesso di offerta, che ha già spinto verso il basso i prezzi della materia prima e ha avviato un processo di parziale superamento delle indicizzazioni al prezzo del petrolio. Inoltre, le previsioni della domanda italiana per il prossimo decennio sono deboli: 77 miliardi di metri cubi (Gmc) al 2020 e 80,4 Gmc al 2025.
Sarebbe dunque molto interessante capire quali stime siano alla base della cifra ipotizzata.