Il governo ucraino e quello russo hanno chiuso a dicembre un’intesa che ha previsto l’acquisto da parte di Mosca di 15 miliardi di dollari di debito pubblico di Kiev e un sostanzioso sconto sul prezzo delle forniture del gas, sceso da 400 a 268,5 dollardi ogni mille metri cubi. Peraltro, il prezzo originale era già stato in parte ritoccato in base agli accordi per l’ancoraggio della flotta del Mar Nero.
Uno degli aspetti più interessanti dell’intesa è la struttura delle scadenze che crea. Per quanto riguarda il debito pubblico, è già stato reso noto che almeno 3 dei 15 miliardi saranno su bond a scandenza 24 mesi: questo significa che Yanukovich dovrebbe avere una finestra temporale abbastanza lunga da arrivare fino alle elezioni di febbraio 2015, lasciando però al vincitore delle elezioni l’onere di discutere con Mosca le condizioni di un eventuale rinnovo.
Ancora più interessante il caso degli sconti sul gas: i prezzi dovrebbero essere rivisti entro la prima decade di ogni trimestre, lasciando di fatto nelle mani del governo russo un’importante leva negoziale. Si tratta di una scelta razionale, vista l’incertezza della situazione politica ucraina, che riduce i margini di manovra per Naftogaz e il governo di Kiev.
Nel complesso, la situazione non solo vede il governo russo in una posizione di forza, ma gli consente di utilizzare il sistema di scadenza per mantere la disciplina nel proprio alleato. E crea le condizioni per una lenta transizione, che potrebbe portare senza scossoni all’inclusione dell’Ucraina nell’accordo doganale eurasiatico e a un passaggio della rete ucraina sotto il controllo diretto di Gazprom (modello bielorusso).
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