Di energia scrivono e parlano gli addetti ai lavori, guardando alle questioni dalla propria angusta prospettiva settoriale.
Eppure, facendo un passo indietro si può fare una riflessione più ampia, che inquadri le questioni energetiche e ambientali in un mosaico più ampio e inevitabilmente complesso. E che costringa a interrogarsi anche sui fondamenti etici di ogni attività umana, inclusi i consumi energetici.
A spingere in questa direzione contribuisce un volume recentemente pubblicato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Il libro dedica un’agile prima parte a inquadrare la questione energetica, mentre nella seconda parte affronta le principali sfide presenti e future poste dalle diseguaglianze a livello mondiale, dalle implicazioni della povertà energetica in termini di sviluppo umano e dalla questione della sostenibilità.
La terza parte è poi dedicata alla delicata questione della dimensione globale della governance dell’energia. La quarta parte è infine dedicata a tratteggiare, pur senza approfondire dal punto di vista operativo, alcuni orientamenti all’azione.
Lettura decisamente interessante, perché spinge a mettere in relazione le questioni tecniche e settoriali con le istanze etiche, a prescindere dal personale orientamento religioso. Una riflessione che costringe soppesare le esternalità di ogni consumo energetico nella sua interezza e non solo, né prioritarimente, nella sua dimensione economica o in quella ambientale.Perché l’aumento dei consumi disponibili e la presevervazione del pianeta non possono avere la priorità sulla tutela, qui e ora, della dignità minima di ogni essere umano. O almeno, così dovrebbe essere.
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace
Energia, giustizia e pace. Una riflessione sull’energia nel contesto attuale dello sviluppo e della tutela dell’ambiente
Libreria Editrice Vaticana, 2013, 150 pp.
ISBN/EAN: 978-88-209-9188-3 (cartaceo)
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Finalmente un testo in cui non si settorializza e si uccide, ma si cerca nel paradosso e nella contraddizione della realtà una via d’uscita a partire dall’unico soggetto che può percorrere una strada: la persona nella sua dimensione comunitaria, istituzionale,internazionale.