La crisi delle utility richiede nuovi modelli per il mercato elettrico

Stefano Verde - The distributional implications of support for renewable electricityNel post di ieri abbiamo parlato della crisi che ha colpito una delle utility italiane, Sorgenia.

Guardandosi intorno, tuttavia, ci si accorge che il problema è gobale e sta colpendo molti Paesi economicamente avanzati, dove il rallentamento della domanda per motivi macroeconomici e per la maggiore efficienza energetica da una lato e lo sviluppo della generazione distribuita dall’altro stanno erodendo sia i volumi che i prezzi, che le utility energetiche possono praticare, col risultato che queste non riescono a coprire i loro costi e stanno notevolmente riducendo i loro investimenti sia in generazione che nelle reti di trasporto e distribuzione.

Il problema, va sottolineato, non riguarda solo i produttori, ma anche gli stessi consumatori, perchè l’avvento della generazione distribuita ha effetti redistributivi importanti: la famiglia povera che non ha i 5 o 6.000 euro per installare un pannello fotovoltaico sussidia in bolletta la famiglia benestante che lo fa.

Insomma, è necessario un ripensamento del mercato elettrico e della sua regolazione, se si vuole riuscire a produrre energia elettrica in modo efficiente, sicuro, sostenibile e alla portata di tutti.

Di seguito trovate alcuni link a delle possibili letture apparse di recente sul tema su Forbes, The Economist, The Rocky Mountain Institute e The Electric Power Research Institute.

 

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3 risposte a La crisi delle utility richiede nuovi modelli per il mercato elettrico

  1. The Hooded Claw dice:

    Problema che si fa sempre più pressante, anche perché se queste utilities non producono i volumi di rendita necessari gli investitori d’oltreoceano che nel 2013 hanno guardato molto favorevolmente alle utilities europee con forti iniezioni di soldi potrebbero sparire.

  2. Nicolò Rossetto dice:

    In realtà non so quanto il sentimento del mercato sia stato positivo già nel 2013. In un articolo dell’Economist dello scorso ottobre si faceva notare che le quotazioni di borsa delle maggiori utility elettriche europee fossero sensibilmente scese. Direi quindi che il problema esiste già dal punto di vista finanziario e che si sta traducendo in una cancellazione o ritardo degli investimentio in capitale fisico da parte di queste imprese. Cosa peraltro inevitabile in un settore caratterizzato da eccesso di capacità e prezzi (all’ingrosso) decrescenti.

  3. The Hooded Claw dice:

    Io avevo notizie in senso opposto, cioè che gli investimenti statunitensi in utilities europee (UK in particolare) erano ad un massimo storico nel 2013. Ma la fonte non era l’Economist.

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