Nell’immaginario collettivo il nucleare è la fonte di energia più pericolosa e inquinante che ci sia. Che sia la più inquinante possiamo discuterne, ma che sia la più pericolosa, almeno in termini di vite umane, è ora di smettere di crederlo.
Ieri l’ennesima miniera di carbone è crollata uccidendo circa 200 minatori in Turchia. L’anno scorso altre decine di minatori erano morti nella solo Turchia, ma ogni anno il computo è di alcune migliaia se contiamo le miniere, a volte rudimentali, di tutto il mondo e le centinaia di centrali a carbone, dove qualche incidente ogni tanto capita.
Quanti morti ha fatto invece l’incidente di Fukushima?
Certo, quello di Chernobyl fece alcune decine di vittime nei primi giorni dopo l’esplosione, e ad essi purtroppo seguirono alcune migliaia di casi di tumori spesso mortali negli anni successivi, ma non mi sentirei di dire che la somma di quei morti sia superiore ai 6-7.000 minatori rimasti uccisi negli ultimi 4 anni nella sola Cina.
Dato che dire di no al nucleare significa al momento attuale anche dire sì al carbone, invito tutti a riflettere su quale sia la scelta migliore.
Credo però che ci siano dei distinguo da fare: non è il carbone a essere pericoloso, sono i contesti nazionali in cui avvengono le estrazioni a non prevedere una legislazione adeguata.
Australia, Germania, Stati Uniti sono grandi produttori: eppure lì incidenti come quelli in Cina o in Turchia (salvo circostanze eccezionali) non se ne registrano.
A essere pericolosi sono i Paesi meno sviluppati, non il carbone.
Certo, hai ragione a sottolineare come le misure di sicurezza messe in pratica nei paesi più avanzati contengono il rischio e gli incidenti. Il mio voleva tuttavia essere uno sfogo.
Si parla sempre del pericolo del nucleare e ci si dimentica come nel mondo siano molte di più le persone che muoiono nella o per la produzione da altre fonti di energia.
Ma certo! 🙂
E poi sai che anche io voglio tanto bene al nucleare. 😉
@ Nicolò Rossetto,
Come ha ben detto Matteo Verda, non è il Carbone il problema, ma le condizioni di lavoro e di sicurezza che in certi Paesi, purtroppo, continuano a permanere.
Incredibile al riguardo il commento del Premier turco il giorno dopo durante la visita al luogo della tragedia a Soma:
” Sono purtroppo “inevitabili” queste situazioni legate alle miniere; ricordate le vicende dell’ 800 (???) in Inghilterra ed altri Paesi? “.
Davvero incredibili e stupefacenti tali affermazioni, che sono la evidente dimostrazione che le condizioni di lavoro in quel luogo sono molto simili a quelle di 2 secoli fa, senza alcuna applicazione degli incredibili avanzamenti che le tecnologie oggi disponibili consentono nei Paesi avanzati del Mondo.
E’ quindi del tutto fuorviante demonizzare qualsivoglia fonte energetica, perchè abbiamo bisogno di tutte le fonti e perchè quello che conta sono le tecnologie – oggi disponibili – che possono prevenire i problemi ed i gravi inconvenienti che altrimenti si potrebbero produrre, con la combustione, ma non solo: ricordate le tragedie umane dell’idroelettrico?
Peraltro, il Carbone è un combustibile del tutto naturale che, indubitabilmente, proviene dal mondo vegetale che ricopriva ampie aree del Pianeta nel lontano passato: insomma una BIOMASSA, solo lungamente invecchiata!
Non è quindi il Carbone che deve preoccuparci, ma eventualmente il mancato utilizzo delle moderne tecnologie che sono oggi disponibili e che ne consentono l’opportuno impiego senza particolari problemi.
Egregio dott. Sorgenti,
in effetti il titolo che ho scelto per il post di alcuni giorni fa non è stato affatto azzeccato e ha lasciato spazio all’idea che il carbone e il suo sfruttamento siano il male assoluto.
La mia voleva essere una boutade, una sorta di richiamo per quella parte di opinione pubblica che attribuisce al nucleare la soegente di incredibili rischi, incomparabilmente superiori a quelli delle altre fonti.
Quello che volevo provocatoriamente sottolineare è che i rischi si annidano ovunque e che anche altre fonti di energia presentano inconvenienti e costi anche umani non trascurabili. Ma il discorso non concerne solo il carbone: vale anche per il petrolio (si pensi a Deepwater horizon), il gas (si pensi a quante case saltano per fughe di gas), l’idroelettrico (Vajont), etc etc.
Mi scuso quindi per aver messo in evidenza solo alcuni dati negativi del carbone.
Quanto alla tecnologia, è vero che il suo uso sapiente e aggiornato può limitare, ma non annullare i rischi.
Infine, quanto alla storia della biomassa invecchiata, questa la vedo un pò una affermazione tirata: alla fine anche la fissione nucleare è una cosa naturale. Così come il carbone non brucia da solo sottoterra, neppure l’uranio subisce la fissione così intensamente quando si trova nelle rocce naturali.
Grazie della correzione.
Nicolò Rossetto