Segnalo un’interessante tavola sui costi di estrazione medi del petrolio per tipo di giacimento e area geografica di produzione, coi relativi volumi prodotti, pubblicata da Unione Petrolifera in occasione del tradizionale preconsuntivo petrolifero annuale.
Consiglio la lettura di tutte le slides del preconsuntivo, che contengono anche altri dati interessanti sullo scenario internazionale e sulla situazione italiana.
Ho il sospetto che, come quelle che usano in molti, anche quelle di UP siano stime di costo d’estrazione inclusa la preparazione del pozzo (o della miniera). Per quanto riguarda le sabbie bituminose, infatti, se è vero che siamo lassù come costi medi, i costi marginali per continuare la produzione dalle subplays già avviate sono molto più bassi (si parla di 20-30$ al barile).
Ciò significa che in Canada non ci aspettiamo nuova produzione, ma siccome le tar sands hanno tempi di declino lentissimi e producono in maniera pressoché costante per 20-30anni, non ci attendiamo comunque alcuna contrazione dalla produzione non convenzionale canadese a meno di una altrettanto lenta risalita del prezzo, come invece un grafico simile sembrerebbe suggerire (e cosa di cui ero convinto anch’io finché EIA e WSJ non mi hanno riportato sulla retta via!).
Vero (e grazie per il link), ma il tuo discorso a gradi diversi vale più o meno per tutta la produzione, shale a parte… Insomma, benvenuti nel mondo inesplorato dell’half-cycle breakeven cost (ossia il grafico che ci manca)! 🙂
Sì, bisogna distinguere tra costi variabili (medi e marginali) e costi totali (medi e marginali). I primi sono decisivi per la profittabilità (e dunque per la razionalità) della produzione nel breve periodo. I secondi lo sono nel lungo periodo, ossia quando tutti i fattori di produzione sono aggiustabili e si devono effettuare gli investimenti in capitale fisso.
In questo senso, per lo shale, il lungo periodo è molto più breve (1-3 anni) a causa degli elevati tassi di riduzione dell’output per pozzo scavato, mentre per altri modi di produrre è molto più lungo (10-20 anni).
Vorrei anche sottolineare che il grafico è molto simile a quello apparso più o meno negli stessi giorni sul sito dell’IMF: http://www.voxeu.org/article/2014-oil-price-slump-seven-key-questions
Guardate la figura 4.
Sgamati! 😀
che a sua volta è preso da questo commento di Rystad Energy http://www.rystadenergy.com/AboutUs/NewsCenter/PressReleases/2015-will-be-extraordinarily-tough-for-oil-companies
Grandissimo lavoro d’indagine da parte di tutti, complimenti!