Segnalo un mio articolo per Agienergia, di cui propongo di seguito l’incipit.
Il trasporto di gas naturale allo stato liquido ha conosciuto nel corso del tempo un’incessante crescita dimensionale delle infrastrutture e dei mezzi impiegati, guidata dall’innovazione tecnologica e dalla continua ricerca di economie di scala.
Per capire la portata di questo processo, basti pensare che nel 1964 il primo terminale di esportazione di GNL della storia, quello algerino di Arzew, aveva una capacità annua complessiva di un milione di tonnellate (1,4 miliardi di metri cubi, Gmc), divisa su tre treni. Oggi, il sito qatarino di Rass Laffan ha un totale di 77 Mt/a di capacità (108 Gmc/a), con mega-treni fino a 7,8 Mt/a (11 Gmc/a) di capacità ciascuno.
Negli ultimi anni gli impianti di dimensioni ridotte hanno tuttavia conosciuto una nuova diffusione, a diversi livelli della filiera, prendendo il nome di GNL di piccola taglia (small-scale LNG). In generale, con questo termine ci si riferisce a infrastrutture e mezzi di trasporto con dimensioni ridotte rispetto agli impianti medi del mercato. La taglia ridotta può essere una caratteristica di tutta la filiera di trasporto, dall’esportazione fino al consumo, oppure può riguardare solo la distribuzione o il consumo finale.
Il resto dell’articolo è accessibile qui.
Invece dell’auto elettrica, credo che il futuro più verde per i mezzi di trasporto sia proprio il gas, liquefatto o compresso.
Penso anche io, anche se limitatamente ai mezzi di terra commerciali e – anche di più – ai mezzi navali.
Per i mezzi di terra resta sempre la grande incognita dell’eventuale innovazione tecnologica nel campo dell’accumulazione elettrica, ma al momento in effetti non sembrerebbe esserci nessun game-changer all’orizzonte.
https://ec.europa.eu/energy/sites/ener/files/documents/LNG%20consultation%20-%20publication.pdf
Secondo me è tutta questione di scelte politiche energetiche. Diciamo che Small Lng e Batterie azzerano in qualche maniera il rischio paese (vedasi Russia nel caso euroopeo) ma dipende dall’orientamento che una nazione/continente vuole prendere..
Dall’analisi del report che vi ho linkato (ultima pagina in fondo), mi pare ad esempio che la CE non creda tanto al gas (Domanda UE verso i 300miliardi di Smc in netto contrasto con analisi Entsog)..Che sia preda delle lobby elettriche?
Grazie per la segnalazione, non avevo visto i dati riportati nel documento per la consultazione, anche se avevo visto le proiezioni Primes pubblicate nel 2013. Diciamo che non mi stupisco più di tanto: la CE tira fuori stime anche molto variabili a seconda della tesi di policy che sta sostenendo in un certo momento o su un certo tavolo. Mi fermo qui.
Certo è che i consumi di gas europei difficilmente voleranno nei prossimi decenni, ma credo che ci sarà più margine di quello indicato nel documento, soprattutto se si vorrà fare sul serio sulla riduzione delle emissioni (e quindi sul taglio della generazione a carbone). Sempre con il caveat sull’innovazione radicale nel campo degli accumuli, ma siamo nel dominio dell’imponderabile.