A nove mesi dalla pubblicazione della comunicazione A Framework Strategy for a Resilient Energy Union with a Forward-Looking Climate Change Policy, la Commissione ha pubblicato una serie di documenti riuniti sotto l’etichetta di State of the Energy Union.
Il documento principale è una comunicazione denominata State of the Energy Union 2015, che fa il punto sui progressi delle politiche individuate come prioritarie a febbraio, a cui fa da corollario da un documento di sintesi per ogni Stato membro.
Moltissimi i temi a cui è poi dedicato un documento specifico: i progetti infrastrutturali di interesse comune (ossia quelli che possono ricevere i fondi europei in regime di cofinanziamento), l’efficienza energetica, le raccolte statistiche relative ai prezzi di elettricità e gas, il mercato dei permessi di emissione dell’anidride carbonica, la sicurezza del nucleare, le scorte petrolifere, l’implementazione della strategia europea di sicurezza energetica.
Insomma, tanto materiale – spesso anche utile – che cerca di fare il punto su parecchi aspetti del settore dell’energia, portando avanti lo sforzo comunicativo della Commissione europea di accreditarsi come attore dominante della politica energetica per tutta l’Unione Europea. Una politica di marketing politico ben confezionata e che guarda al lungo periodo, ma che è destinata a scontrarsi con l’attuale architettura istituzionale europea, che limita la capacità della Commissione di imporre la propria visione agli Stati membri non concordi (su tutti, art. 194 del Trattato sul funzionamento dell’Unione).
I limiti concreti dell’azione comunicativa della Commissione saranno sempre più evidenti dopo che si saranno spenti i riflettori della COP21 di dicembre. Dal taglio dei sussidi alle rinnovabili nel Regno Unito, all’appoggio politico a Nord Stream II in Germania, alla difesa del settore nucleare in Francia, le prime avvisaglie ci sono già.
a Mio modo di vedere una delle consultazioni più importanti che uscirà ad inizio 2016 sarà quella relativa agli usi riscaldamento al fine di valutare le potenzialità delle pompe di calore in particolare elettriche per uso domestico.
Dalle stime che ci darà la Commissione potremo capire la futura strategia in tema di gas e conseguentemente valutare le scelte in tema di Pipe/Lng e sulla sicurezza degli approvvigionamenti.
Vero, la questione degli usi finali è molto rilevante.
Secondo me però misure su questo fronte hanno conseguenze nel medio/lungo periodo.
Credo che per garantire la sicurezza nel breve/medio occorra guardare ancora alle fonti primarie e pensare all’approvvigionamento di gas, soprattutto aumentando le interconnessioni.