Prima di entrare in silenzio stampa pre-voto, pubblico gli appunti che ho usato ieri sera durante uno stimolante dibattito organizzato dai giovani del PD presso Santa Maria Gualtieri a Pavia.
L’evento, in cui mi sono confrontato con il geologo di Edison, Roberto Calabrò, e con il già senatore della Repubblica e ambientalista, Roberto Della Seta, ha sviscerato i vari temi legati al referendum e alle sue implicazioni immediate e non.
Non ripeto qui le argomentazioni pro e contro esposte ieri sera. Gli appunti li potete scaricare qui. Molte informazioni ufficiali le potete trovare sul sito del Ministero per lo Sviluppo Economico.
Vi pongo solamente una domanda: l’Italia può diventare un paese in grado di gestire la modernità e attività produttive complesse come quelle degli idrocarburi, della metallurgia o altro?
Personalmente credo che invece di vietare un’attività perché se ne ha paura, bisognerebbe imporre degli elevati standard ambientali e poi monitorarne il rispetto, chiamando la magistratura ogni volta che qualcuno non si attiene (per negligenza o incompetenza) a quegli standard.
Un paese liberale e serio dovrebbe fare così.
Gli appunti sono disponibili qui.
Io non andrò a votare, perché credo che l’Italia sia in grado di fare industria rispettando standard ambientali molto alti, come quelli vigenti.
Dopo il nucleare e l’aborto dell’acqua, direi che ci siamo risollevati bene. Sono quasi stupito. Un pò di cultura energetica è stata trasmessa in queste settimane?
Difficile dirlo. Non è possibile distinguere tra asrenuti consapevoli e astenuti per negligenza o indifferenza verso il tema. Sicuramente però il tema non ha convinto o intetessato molti. Notevole che in alcune province il no abbia superato il 20% fei votanti, come a Ravenna e a Piacenza.