Segnalo un interessante lavoro di Ali Aissaoui dal titolo Algerian Gas: Troubling Trends, Troubled Policies, pubblicato dall’OIES. Il rapporto ricostruisce in modo puntuale in primo luogo le tendenze dell’upstream gas algerino, in declino a causa della maturazione dei campi esistenti e di investimenti insufficienti in nuova capacità.
L’autore poi analizza le tendenze della domanda gas interna, che negli anni passati ha fatto registrare una crescita significativa e le cui prospettive future dipendono molto dalle decisioni relative alle tariffe domestiche, che dovrebbero salire per contenere la nuova domanda.
Il risultato, nel complesso, è un deficit strutturale di volumi di gas per l’esportazione, che infatti si è contratta negli ultimi anni e potrebbe contrarsi ancora nei prossimi anni.
Questa tendenza non è stata evidenziata in tutta la sua portata perché il principale mercato per il gas algerino, quello europeo, ha vissuto una fase di forte contrazione. Il recupero della domanda di gas importato in Europa dovrebbe tuttavia mettere in evidenza tutti i problemi algerini e la necessità di nuovi investimenti in capacità produttiva.
Il deficit algerino penso sia la motivazione principale dello sviluppo del corridoio sud. Non possiamo permetterci carenze di forniture anche da Mazara del Vallo.
Vien da sè che il progetto ITGI http://www.edison.it/it/gasdotto-itgi potrebbe prendere corpo soprattutto dopo le intese siglate con i russi http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03/14/energia-russia-ci-ripensa-e-rilancia-sullitgi-in-puglia-arrivera-un-altro-gasdotto-per-bypassare-kiev/2538511/
Credo che la principale ragione dello sviluppo del corridoio sud sia la volontà azerbaigiana di esportare anche gas e di legarsi ai Paesi occidentali in modo più stabile.
Detto questo, certo, maggiore diversificazione aiuta anche a compensare i problemi in Nord Africa, Algeria inclusa.
Gli investimenti in Algeria e la stabilizzazione del quadro libico credo restino le priorità (perché oltre ai flussi di gas portano anche pesanti dividendi economici in termini di stabilizzazione della regione), mentre includere gas russo nel corridoio sud sarebbe politicamente molto problematico, dato che l’appoggio da Bruxelles è dichiaratamente finalizzato a creare alternative ai russi. E questo senza considerare che da punto di vista economico ITGI non sta in piedi, con TAP già in costruzione.