L’Agenzia internazionale per l’energia ha lanciato oggi l’edizione 2016 del World Energy Outlook, la sua pubblicazione di punta. 684 pagine (a pagamento) destinate a influenzare profondamente, come di consueto, il dibattito mondiale in tema di energia.
Tra le questioni più rilevanti affrontate quest’anno la ridefinizione della sicurezza energetica legata alla transizione energetica, la povertà energetica nel mondo, l’allocazione degli investimenti (sempre più influenzati dalle politiche climatiche e dai bassi prezzi del greggio), il processo di formazione di un mercato globale del gas.
Disponibile per tutti, una sintesi di 15 pagine in italiano.
Grazie per il Link.
Interessante leggere da una fonte autorevole che a questo livello di investimenti tra pochi anni la Domanda di Petrolio supererà l’offerta. Ed è anche curioso leggere che ogni due anni il declino dei giacimenti attuali si “mangia ” la produzione di un Iran. Come dire… non c’è più nessuna speranza per parlare di “Crescita”
Venendo al merito, è verissimo che il rallentamento degli investimenti che ha fatto seguito al calo delle quotazioni del greggio sta creando le condizioni perché, in un futuro nemmeno troppo lontano, si passi da un eccesso di offerta a un eccesso di domanda.
Allo stesso tempo però è necessario far tesoro dell’esperienza passata: gli operatori sono pronti a raccogliere i segnali di prezzo e fare investimenti per soddisfare la domanda. Inoltre, a differenza del passato, alcuni produttori – ossia il non-convenzionale americano – possono reagire più rapidamente del passato, nel giro di trimestri più che di anni.
A confortare i consumatori concorre anche il dato geologico: petrolio ce n’è e ancora tanto. Tenendo a mente che ogni anno si consumao poco più di 34 miliardi di barili, le riserve provate sono pari a 1.700 miliardi e quelle tecnicamente recuperabili sono stimate in oltre 6.100 miliardi.
In realtà, alla fine, parte di quelle riserve potrebbero davvero restare sottoterra: come fa notare Nick Butler su FT, le previsioni di crescita della domanda della IEA peccano probabilmente di ottimismo, visto il cambiamento di paradigma energetico che già si sta manifestando.
Tempi interessanti, in ogni caso.