Lo shale gas statunitense, dopo aver rivoluzionato il mercato interno, sta per sortire i propri effetti diretti sull’offerta di GNL a livello globale. Secondo lo scenario di riferimento dell’Annual Energy Outlook 2017 dell’EIA, già a partire dal 2018 gli Stati Uniti diventeranno un esportatore netto di gas, grazie all’entrata in funzione di 4 nuovi rigassificatori.
Dopo che nel 2016 Sabine Pass ha iniziato le operazioni, altri quattro (Cove Point, Corpus Christi LNG, Cameron LNG terminal, Freeport LNG) sono a diversi stati di completamento e inizieranno entro il 2020 a portare il gas statunitense sul mercato globale. Complessivamente, la capacità dei cinque punti di esportazioni sarà di 95 Gmc, rendendo gli Stati Uniti uno dei grandi fornitori mondiali di GNL, accanto a Qatar e Australia.