Slides – Energy Union: sicurezza degli approvvigionamenti

Energy Union: sicurezza e diversificazione degli approvvigionamentiSono disponibili qui le slides relative all’intervento dedicato alla sicurezza e alla diversificazione degli approvvigionamenti di gas nell’Energy Union, tenuto lunedì 27 aprile durante la tavola rotonda dedicata a L’Unione dell’energia secondo una prospettiva italiana, organizzata da I-Com.

Sul tema, risulta particolarmente interessante un esame più approfondito del livello di utilizzazione della capacità di rigassificazione europea. Nel 2014, l’UE ha infatti importato 45 Gmc via metaniera, lasciando completamente inutilizzati tre quarti della capacità disponibile.

Prima di immaginare nuove infrastrutture, sarebbe meglio interconnettere meglio le reti esistenti per sfruttare gli investimenti già effettuati in giro per l’Europa.

La capacità di rigassificazione europea e il livello di utilizzazione nel 2014

Utile anche esaminare ancora una volta da dove arriva il gas consumato in Europa e dunque l’effettiva possibilità di sostituire in tempi anche medio-lunghi i flussi di uno dei grandi fornitori.
La composizione dell'approvvigionamento europeo di gas nel 2014

Commissione vs Gazprom: cinque opinioni

NGE - Five views on the EC's case against Gazprom In un articolo su NaturalGasEurope, Sergio Matalucci ha raccolto cinque opinioni sull’azione della Commissione contro Gazprom. Qui sotto ripropongo la mia.

Will the move of European Commissioner for Competition Margrethe Vestager escalate tensions between Europe and Russia, and between Russia and Ukraine?

I don’t think that the Statement of Objections could be a game changer. Between Gazprom and its European customers there is a long term relationship, based on structural factors: huge Russian reserves of natural gas, existing infrastructure system, unavoidable European dependence on imports. Indeed, a large base for a common interest.

In any case, Gazprom’s business practices have already been changing for more than a decade. Destination clauses have been scrapped from contracts with Eni in 2003, for instance. And since the beginning of the economic crisis, intense renegotiations involved Gazprom and all its majors customers in Europe, leading to the introduction of a partial indexation to spot prices, in several cases. The EC’s action will accelerate an already existing pattern of inevitable evolution in the business model of Gazprom, at least in Europe.

The case is politically sensitive, of course. And in the short term it may significantly raise tensions between Bruxelles and Moscow, but long-term common interests are larger than short-term incidents. I think that a palatable solution for all the parties involved will emerge, eventually. As regards Ukrainian situation, at the moment I don’t see a significant risk of a spillover effect, since there is no connection between the two issues. By the way, Eastern European countries are already re-exporting Russian gas in Ukraine. However, if the situation worsens significantly, every issue may become more politicised. But this is another story.

Le risposte di Gilles Darmois, Irina Mironova, Stephen Blank e Sohbet Karbuz le trovate qui.

La Commissione accusa Gazprom di abuso di posizione dominante

EC - Antitrust: Commission sends Statement of Objections to Gazprom for alleged abuse of dominance on Central and Eastern European gas supply marketsLa DG Concorrenza della Commissione europea ha formalmente accusato Gazprom di abuso di posizione dominante, a quasi quattro anni dai blitz negli uffici europei di Gazprom e a tre anni dall’apertura dell’inchiesta (caso numero 39816). La notizia era peraltro trapelata già ieri.

Secondo le accuse, Gazprom avrebbe ostacolato la libera circolazione del gas tra gli Stati membri (limitando le possibilità di ri-export). Inoltre, avrebbe praticato prezzi particolarmente elevati in alcuni mercati (attraverso formule di indicizzazione sgradite alla Commissione). Infine, avrebbe mantenuto il controllo sulle infrastrutture impedendo lo sviluppo della concorrenza. I mercati interessati sono Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Cechia, Slovacchia, Ungheria e Bulgaria.

Ora Gazprom ha 3 mesi per rispondere alle accuse. Se giudicata colpevole, la società russa potrebbe affrontare una multa fino a circa 10 miliardi di dollari. In comunicato stampa, Gazprom ha definito le accuse infondate, difeso come legali le proprie pratiche e commerciali e – aspetto particolarmente sensibile dal punto di vista politico – ricordato che OAO Gazprom è una società russa a cui la Federazione attribuisce particolari funzioni sociali.

La partita è dunque inevitabilmente sul piano politico, nonostante assuma in questo caso il linguaggio del diritto. Non si registrano al momento reazioni ufficiali del governo russo, ma è inevitabile un inasprimento dei toni, quantomeno per ragioni di consenso interno.

Tuttavia occorre notare che, anche se la vicenda sarà fortemente mediatizzata, la reciproca dipendenza tra Gazprom e il mercato europeo crea un vincolo inevitabile alle cooperazione tra le parti. L’azione legale avrà in ogni caso un impatto inevitabile sul modello di business di Gazprom, una tendenza già in parte avviata.

Qui un po’ di fonti sulla notizia: FTNew York Times, RT, Reuters, Bloomberg, SQ, Repubblica.

La Commissione ha anche creato un’infografica per l’occasione, twittata dalla commissaria danese Margrethe Vestager:

Gazprom may be abusing its dominant position in Eastern Europe

Qui sotto invece un promemoria della struttura dell’approvvigionamento di gas naturale dell’UE nel 2014:

L'approvvigionamento di gas naturale dell'UE nel 2014

Terna: RAB e priorità di investimento

IEW - Mendl’s patisserie and the Country of NimbyLa trasmissione di energia elettrica in Italia è svolta da Terna, la società costituita nel 1999 all’interno di Enel e passata successivamente sotto il controllo di Cassa Depositi e Prestiti (Enel è uscita definitivamente nel 2012).

Terna opera in regime regolato, data la natura particolare del servizio che svolge, e per attrarre investimenti la legge prevede un meccanismo di remunerazione predeterminata, chiamata Regulatory Asset Base, il cui costo finisce nelle bollette.

Il meccanismo consente grandi volumi di investimenti, ma crea degli effetti distorsivi molto rilevanti, come mette in luce un post dell’ISPI Energy Watch, Mendl’s patisserie and the Country of Nimby.