Il sistema infrastrutturale europeo

System development map 2013ENTSOG e GIE hanno pubblicato la versione aggiornata al 2013 della cartina del sistema infrastrutturale europeo del gas.

La cartina riporta le principali infrastrutture di trasporto e stoccaggio a livello continentale, corredate da una tabella completa con le capacità di trasporto punto per punto a tutti i punti di ingresso alle frontiere.

La cartina riporta anche alcuni interessanti grafici con l’analisi della domanda e dell’offerta in Europa, con anche un’analisi della composizione dell’approvvigionamento.

Accordo Usa-Cina: sul clima un’intesa di facciata

ISPI - Usa-Cina: sul clima un’intesa di facciata Come ampiamente riportato dai media, Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un accordo sulle emissioni di CO2, definito storico. Ma a ben vedere, l’accordo tanto rilevante non è, come spiega bene questa analisi dell’ISPI, di cui riporto uno dei passaggi centrali.

Che valore ha davvero l’accordo sul clima?
Nonostante l’enfasi posta sull’intesa tra Obama e Xi, l’analisi dei dati ci dà un’interpretazione differente sul suo reale impatto. L’incongruità degli obiettivi definiti dai due paesi – dal lato americano si fa riferimento ai livelli di CO2, da quello cinese si parla maggiormente della struttura energetica – rivela come l’accordo sia stato costruito su elementi già noti.

Infatti, se si osservano le previsioni della crescita del nucleare e delle rinnovabili e gli obiettivi di riduzione del carbone nella struttura energetica cinese emerge come fosse già nei piani di Pechino l’aumento della quota di produzione di energia da combustibili non fossili, nello specifico circa il 10% dal nucleare e l’11-12% dalle fonti rinnovabili,  ovvero proprio quel 20% che è stato incluso nell’accordo.

Inoltre, già da tempo gli esperti si aspettano che la quota di fonti rinnovabili e nucleare venga ulteriormente aumentata nel Tredicesimo piano quinquennale che sarà in vigore nel 2016-2020. Ciò detto, la Cina non ha di fatto dovuto modificare alcunché della proprio politica energetica per aderire all’accordo con gli Stati Uniti, e anzi si è mantenuta su stime di cautela.

Il resto dell’analisi è disponibile qui.

Gas naturale in Europa orientale? A buon prezzo

Nel dibattito sugli approvvigionamenti europei di gas, un luogo comune da cui partono indisturbati molti ragionamenti è il fatto che i consumatori dell’Europa orientale paghino un prezzo più alto a causa del basso livello diversificazione delle importazioni.

In altre parole, Gazprom sfrutterebbe il proprio monopolio per tenere alti i prezzi, a scapito dei consumatori baltici o dei Paesi limitrofi. Guardano però ai dati di Eurostat relativi al primo semestre 2014, il dato che emerge è decisamente diverso.

Eurostat - Prezzi del gas per i consumatori residenziali  (primo semetre 2014 - €/kmc)Come si vede dal grafico, i consumatori italiani o tedeschi pagano il gas molto più dei loro omologhi dell’Europa orientale. Il dato più interessante è quello pre-tasse (in scuro nel grafico): al netto della pressione fiscale, per loro il gas costa meno. Nonostante un approvvigionamento molto meno diversificato del nostro.

Nessuna penalizzazione per i Paesi della regione nemmeno se si guarda ai consumatori industriali. Con la parziale eccezione della Lituania, per i grandi clienti i prezzi sono in linea con la media europea. L’Italia invece si distingue in questo caso per una forte scelta di politica industriale, con una componente fiscale molto bassa.

Eurogas - Prezzi del gas per i consumatori industriali (primo semetre 2014 - €/kmc)

 

Sicurezza energetica e potenza di calcolo

Cordis - Progetto sulla sicurezza energetica ottiene l'accesso a un super computer per la prossima fase della ricercaL’importanza dei sistemi informatici per la sicurezza energetica passa anche per una dimensione poco nota ma fondamentale: la simulazione del funzionamento della rete elettrica, per valutarne capacità, vulnerabilità e resilienza.

Le reti elettriche sono sempre più complesse e con dinamiche sempre più difficili da prevedere in anticipo. Le rinnovabili intermittenti aumenteranno infatti il proprio peso, rendendo più instabile l’offerta.

Allo stesso tempo, la domanda sarà sempre meno controllabile, anche a causa della frammentazione dei mercati e del minor peso dei grandi consumatori. Inoltre la crescente difficoltà nel costruire nuove linee aeree densamente popolate rende più arduo aumentare la resilienza attraverso l’aumento di infrastrutture.

In questo contesto, i gestori di rete e i decisori politici hanno come strumento principale la capacità di prevedere il funzionamento del sistema per adottare tempestivamente le contromisure necessarie.

Le reti europee sono già oggi strettamente interconnesse e dunque occorre simulare quantità di variabili enormi a livello continentale: una sfida tecnica con pochi paragoni, a cui è dedicato il progetto europeo iTesla, che mira a fornire strumenti previsionali utili ai gestori di rete europei.

La notizia dell’allocazione di 9,7 milioni di ore-processore di accesso alle strutture di PRACE, la rete di supercomputer europea, è dunque particolarmente importante non solo perché consentirà al progetto di avere risultati migliori, ma soprattutto perché evidenzia ancora una volta l’importanza della dimensione puramente europea del nodo più critico della sicurezza energetica nazionale, quello della rete elettrica.

Non solo le reti elettriche europee, latinamente, simul stabunt vel simul cadent, ma nessun operatore nazionale dispone di potenza di calcolo sufficiente a far fronte alle sfide di domani.

Sul tema, segnalo anche il workshop di presentazione dei risultati del progetto AFTER, previsto a Roma per fine mese.

L’impatto del prezzo del greggio sull’energia in Europa

The Impact of the Oil Price on EU Energy Prices STUDY AbstractNonostante sia confinato sempre di più ai trasporti, il petrolio rappresenta un punto di riferimento per i mercati energetici e le sue quotazioni hanno ancora un’influenza significativa sui mercati di altre fonti.

Sul tema, segnalo un interessante studio pubblicato dal Parlamento Europeo col titolo di The Impact of the Oil Price on EU Energy Prices. Si tratta di un lavoro corposo, che propone una parte analitica e una prescrittiva, allo scopo di ridurre l’influenza delle alte quotazioni del greggio sui mercati europei.

Dopo un capitolo introduttivo, il secondo capitolo analizza le tendenze dei mercati all’ingrosso di petrolio, gas, carbone, elettricità e prodotti petroliferi, mentre il terzo capitolo si occupa dei mercati finali di elettricità e gas.

Il quarto capitolo  è invece dedicato ai fattori che influenzano l’impatto dei prezzi del greggio sulle altre fonti, mentre il quinto è dedicato a individuare le opzioni di policy per l’UE. Infine, sono molto interessanti le appendici, in particolare quelle sui fondamentali del mercato del gas e sui fondamentali del mercato del carbone.

Lo studio è di febbraio e nel frattempo la questione dei prezzi del greggio troppo alti si è attenuata, ma forse coi prezzi in discesa la questione della relazione coi prezzi delle altre fonti è ancora più attuale: lo studio vale almeno una rapida occhiata.

IEA: outlook dedicato all’Africa

IEA - Africa Energy OutlookIn attesa che il 12 novembre prossimo sia pubblicato il World Energy Outlook 2014, la IEA ha diffuso un outlook dedicato all’Africa subsahariana.

Il documento analizza in dettaglio consumi, produzione e potenzialità del settore energetico dei Paesi africani. Nelle conclusioni, la IEA individua tre misure chiave per far sì che il settore energetico africano possa davvero favorire la crescita economica del continente di qui al 2040:

  • 450 miliardi di dollari di investimenti nel settore elettrico, fondamentale per garantire l’accesso a tutti e la possibilità di svolgere attività economiche più produttive;
  • una maggiore integrazione regionale, in grado di creare economie di scala e favorire gli scambi commerciali;
  • l’adozione nei Paesi produttori ed esportatori di idrocarburi di pratiche più trasparenti nella gestione delle rendite.

IEA - Total primary energy demand and demand per capita in sub-Saharan Africa in the New Policies Scenario