Sono scaricabili qui le slides relative alla lezione «Russia, Ukraine and the European Energy Security», tenuta presso l’Università degli Studi di Bologna – Sede di Forlì il 29 aprile 2014.
Sono scaricabili qui le slides relative alla lezione «Russia, Ukraine and the European Energy Security», tenuta presso l’Università degli Studi di Bologna – Sede di Forlì il 29 aprile 2014.
Ebbene sì: ieri sera ho avuto i miei 10 secondi di visibilità. Per la precisione, al TG5 delle 20 (qui il video di tutto il TG, l’intervista è al minuto 19:53).
L’intervista era più lunga, ma naturalmente il tempo è tiranno. Quanto ai dati che ho citato, la fonte è Eurostat: l’interscambio tra UE e Russia è stato di 310 miliardi di euro nel 2011, di 339 miliardi nel 2012 e di 326 miliardi nel 2013.
L’elaborazione grafica per gli ultimi cinque anni si può vedere cliccando sull’immagine a destra.
Segnalo un’analisi dell’ipotesi di ri-orientamento verso Oriente (appunto…) delle priorità d’azione russe, dal titolo Mosca guarda sempre più a Est.
Interessante la ricostruzione dell’azione del governo russo nei diversi campi, a cominciare naturalmente da quello energetico. Nel lungo periodo, la partita per consolidare la posizione della Russia come attore di un sistema multipolare si gioca indubitabilmente sui suoi confini orientali.
In primo luogo perché da quel lato si trovano le risorse ancora da sfruttare. Inoltre, e soprattutto, perché da quel lato si trova l’attore emergente da contenere a livello globale, la Cina. A Occidente invece si trova solo un’Europa in declino che strutturalmente non costituisce una minaccia per la Russia.
Segnalo (d’ufficio) un paio di imprecisioni: le importazioni di gas dell’Ue dalla Russia non sono state di 167,1 Gmc, ma tra i 125 e i 130 Gmc (forse l’autore ha fatto confusione tra il dato sull’Europa e quello sull’UE). Inoltre, le importazioni europee di GNL non crescono affatto, ma continuano a contrarsi.
L’analisi è parte di un’iniziativa ancor più interessante promossa dal Centro Einaudi e chiamata Quadrante futuro (consiglio davvero una sbirciatina al sito).
Il titolo dice già tutto: Energy companies are recruiting the wrong people. E a scriverlo è Nick Butler, ossia la voce del FT sull’energia.
L’argomentazione è lineare: negli ultimi anni, i criteri di reclutamento delle compagnie energetiche si sono concentrati sempre di più su profili tecnici o – al più – economici.
Tralasciando completamente il reclutamento e l’inclusione nelle strutture aziendali di persone con formazione non-tecnica, in particollare storica, umanistica, sociale. E – aggiungo io – anche di persone con formazione giudirica non specialistica, che in parte compensavano questo vuoto di capacità.
Di fronte a realtà operative sempre più complesse e a fattori non traducibili in quantità analizzabili con tecniche matematiche, le compagnie si sono trovate così prive degli strumenti per comprendere la realtà circostante e rispondere adeguatamente alle sfide presenti e future.
Un dato che riguarda da vicino le compagnie energetiche, ma che chiaramente interessa anche altri settori e – mutatis mutandis – alcuni apparati dello Stato.
Segnalo un’analisi di Filippo Maria D’Arcangelo, Luca Franza e Antonio Sileo per LaVoce.info, dal titolo Ma l’Ucraina non ci lascerà al freddo.
Gli autori ricostruiscono la situazione dell’approvvigionamento europeo e la dipendenza dei diversi Paesi europei dalle importazioni. Particolarmente condivisibile la chiarezza con cui gli autori sottolineano che da parte russa non c’è alcun interesse a interrompere i flussi verso i propri più importanti clienti, anche considerando la dipendenza da esportazioni dell’economia di Mosca.
I rischi per gli approvvigionamenti europei derivano da un’eventuale interruzione da parte di Kiev dei flussi di gas russo diretto in Europa. La debolezza della domanda, la capacità inutilizzata nelle altre infrastrutture di importazione e la congiuntura stagionale contribuiscono tuttavia a tenere bassi i rischi effettivi. Fare a meno del transito in Ucraina avrebbe però costi significativi, soprattutto nel caso di ricorso a carichi GNL.
Considerando che la sicurezza è esssenzialmente una scelta economica di prezzatura del rischio, evidenziare le vulnerabilità dell’approvvigionamento europeo è un contributo essenziale per riflettere sulle misure di mitigazione. A cominciare da una maggiore integrazione delle reti nazionali europee, essenziale per mettere in comune la capacità di importazione su diverse direttrici. A costi tutto sommato modesti.
Qui sotto un’interessante infografica del CIEP, ripresa anche nel post.
Epoké ricerche organizza quest’estate la seconda edizione della Scuola estiva di Castellania, dal 14 al 19 luglio 2014. La scuola propone una serie di corsi intensivi di due giorni, ospitati nella bellissima cornice del borgo di Castellania (AL).
In particolare, tra i dieci corsi attivati, ne segnalo due:
Qui c’è il modulo di iscrizione: per tutti i lettori del blog, sconto del 50% sulla quota di iscrizione al corso (indicate nelle note del modulo di iscrizione il codice #sicurezzaenergetica.it).