Quando i sussidi battono l’efficienza

Luglio, nuove tariffe: su l'elettricità, giù il gasDa oggi sono in vigore le nuove tariffe dell’energia elettrica e il gas naturale per i clienti del servizio di maggior tutela. Le variazioni (+1,4 elettricità, -0,6% il gas) sono analizzate qui.

Un dato relativo alla bolletta elettrica è però davvero curioso: quello degli oneri generali di sistema, ossia la categoria che raccoglie tutti i vari sussidi che pesano sui consumatori e che vale quasi un quinto dell’importo totale.

Rispetto alle tariffe del trimestre precedente, gli oneri generali di sistema restano invariati sia in valore assoluto (98 euro) sia all’incirca in peso percentuale (19%). Quello che cambia è la loro composizione interna.

Perché i sussidi alle rinnovabili (componente A3) continuano inesorabilmente a crescere di valore e sono arrivati a rappresentare il 93% degli oneri generali di sistema (nel trimestre scorso erano il 91%). Per una famiglia media, si tratta di 91 euro all’anno (nel trimestre scorso erano 88,8).

Visto che gli onesi complessivi sono rimasti invariati, dove si è scelto di tagliare? Nei sussidi alle ferrovie (A4)? In quelli per lo smantellamento delle centrali nucleari (A2)? Certo che no: si è tagliato sull’efficienza energetica, che passa dal 3% all’1% degli oneri, ossia da 2,7 a 1,2 euro all’anno a famiglia.

A scanso di equivoci, la scelta di non aumentare gli oneri mi sembra molto assennata. Credo allo stesso tempo che ci sia poco da aggiungere circa la lungimiranza della scelta di pagare profumatamente i produttori di rinnovabili – ponendo fuori mercato i termoelettrici – e intanto spendere poco o nulla in efficienza.

Il gas azerbaigiano arriverà in Italia

TAP: il tracciatoDopo diversi giorni di indiscrezioni e conferme indirette, è arrivato oggi l’annuncio ufficiale che sarà il gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP) a trasportare il gas azerbaigiano sul mercato europeo, arrivando sulle coste pugliesi in prossimità di San Foca (LE).

La produzione della fase 2 del consorzio Shah Deniz arriverà in Italia transitando per tre diversi gasdotti. Dopo essere estratto dal fondale del Caspio, il gas passerà prima attraverso l’espansione del South Caucuasus Pipeline, in Azerbaigian (443 km) e Georgia (250 km). Poi attraverserà tutta la Turchia per circa 1.700 km lungo il Trans Anatolian Pipeline (TANAP). Infine, arriverà con il TAP direttamente nella rete di Snam RG, attraversando prima la Grecia (550 km), l’Albania (210 km) e il Canale d’Otranto (105 km).

La capacità di trasporto iniziale del TAP sarà di 10 miliardi di metri cubi (Gmc). Per avere un paragone, nel 2012 i consumi dell’Italia sono stati pari a 73 Gmc, quelli europei a 466 Gmc. Nello stesso anno, le importazioni dalla Russia sono arrivate a 107 Gmc.

Il gas azerbaigiano arriverà in Italia non prima del 2019: per quell’anno, i consumi italiani dovebbero essere tornati intorno agli 80 Gmc e le importazioni russe dovrebbero essere aumentate a circa 130-140 Gmc.

Questi pochi numeri sono sufficienti a intuire come l’apporto del gas azerbaigiano alla sicurezza energetica europea sia rilevante ma non determinante. E soprattutto come la costruzione del gasdotto non rappresenti un’alternativa alle importazioni russe, ma solo un complemento.

L’importanza del gas azerbaigiano risiede soprattutto nella possibilità di portare nuovi volumi di gas in competizione sul prezzo, permettendo di aumentare il livello di concorrenzialità del mercato, europeo ma soprattutto italiano.

La possibilità di offrire sul mercato il gas azerbiagiano a prezzi competitivi è stato il fattore determinante che ha consentito a TAP di vincere la concorrenza di Nabucco West, diretto in Austria. A fronte di una capacità di trasporto analoga, la stima del costo di TAP è infatti di 5-5,5 miliardi di euro, contro gli 8 del Nabucco. Dati i fondamentali economici, nulla ha dunque potuto l’appoggio politico della Commissione europea.

L’Italia è il paese che maggiormente beneficerà della nuova infrastruttura e infatti il governo ha tardivamente ma attivamente appoggiato il progetto. Innanzitutto, TAP aumenterà la sicurezza energetica nazionale: 10 Gmc sono un contributo marginale a livello europeo, ma per l’approvvigionamento italiano sono un importante fattore di diversificazione.

In secondo luogo, gli effetti in termini di concorrenzialità del mercato interno potranno essere rilevanti perché per la prima volta il metano sarà importato via tubo senza alcun coinvolgimento di Eni, che è ancora il principale operatore.

In terzo luogo, la volontà dei soci di TAP di raggiungere anche gli altri mercati europei creerà un forte incentivo a una maggiore integrazione del mercato italiano con quelli confinanti, consolidando la convergenza dei prezzi e aumentando la resilienza della rete nazionale, nel caso fossero potenziate le connessioni fisiche.

Finalmente una buona notizia per l’Italia, oltre che per la Grecia e l’Albania. Dopo le tante battute d’arresto sui rigassificatori, finalmente gli operatori internazionali tornano a investire nel Sud dell’Europa.

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Approfondimento: INFOGRAFICA – Trans Adriatic Pipeline

Relazione annuale dell’Autorità

Relazione Annuale 2013Il presidente dell’Autorità per l’energia Guido Bortoni ha tenuto questa mattina la consueta relazione annuale.

Nel primo volume (Stato dei servizi) si affronta il contesto internazionale e analizzano struttura, prezzi e qualità dei settori elettrico e del gas. Per la prima volta, la relazione compre anche lo stato dei servizi idrici, competenza aggiunta l’anno scorso.

Nel secondo volume (Attività svolta) si affrontano gli indirizzi di politica energetica, la regolazione dei mercati e la tutela dei consumatori.

 

Decreto del Fare (poco o nulla)

Supplemento ordinario n. 50/L alla Gazzetta UfficialeIl decreto del Fare è stato pubblicato venerdì  scorso in Gazzetta Ufficiale, con il nome ufficiale di decreto-legge “Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia” (n. 69 del 21 giugno 2013).

Limitate le misure che riguardano l’energia. A partire dall’ennesimo aumento delle accise su benzina e gasolio per i piccoli consumatori. Poca roba, 75 milioni, ma il solito brutto segnale che il governo non riuscendo a tagliare la spesa continua a sfruttare la rigidità dei consumi energetici per fare cassa.

Aumento della pressione fiscale anche per le imprese del settore, con l’estensione della Robin Tax anche agli operatori più piccoli: tre milioni di fatturato (prima erano dieci) e trecentomila euro di imponibile (prima era un milione). In totale, nuove entrate previste per circa 150 milioni nel 2015 e 75 milioni all’anno dal 2016.

Parte di queste maggiori entrate sarà destinata alla riduzione della componente A2 della bolletta elettrica, quella relativa agli oneri per la messa in sicurezza del nucleare. L’enetità delle riduzioni sarà tuttavia minima: si attende entro sessanta giorni il decreto del Mnistero dell’economia, ma fatti due conti non posso che essere pochi euro all’anno.

Non di risparmi ma di mancati aumenti degli oneri in bolletta si parla nel caso dei biocombustibili liquidi, per il cui uso nella generazione elettrica erano stati previsti 300 milioni, nonostante i grossi dubbi sui reali benefici in termini ambientali. Pericolo scampato, per il momento, e qualche euro in meno in bolletta.

Ultima misura degna di nota il restringimento del perimetro del servizio di tutela. Ora potranno accedervi solo gli utenti residenziali, mentre per quelli commerciali anche di piccole dimensioni si completa il processo di liberalizzazione.

Si sarebbe dunque potuto fare di più, ma restiamo in fiduciosa attesa di provvedimenti organici e più incisivi in tema di energia.

Forse venerdì la decisione su Tap

Attesa venerdi' decisione su gasdotto 'corridoio sud'Secondo non meglio precisate “fonti Ue” citate da Repubblica, la decisione definitiva sul corridoio meridionale dovrebbe essere annunciata venerdì 28 giugno.

Dopo l’acquisto da parte della compagnia statale azerbaigiana Socar di Desfa, l’operatore delle infrastrutture di trasporto elleniche, le quotazioni del Tap sono notevolmente aumentate. Il gasdotto è infatti l’unico ad attraversare la Grecia e la strategia delle autorità azerbagiane è quella di investire nelle infrastruttue di esportazione del proprio gas, come avvenuto nel caso del Tanap (la sezione turca del gasdotto).

A rafforzare ulteriormente la posizione politica di Tap è arrivato anche l’accordo quadro tra la società e il governo greco sulla realizzazione dell’opera: dai termini di compensazione dei terreni attraversati agli standard tecnici adottati, oltre alle questioni direttamente economiche relative al transito.

La sezione ellenica è la più lunga di tutto il Tap e rappresenterebbe il principale investimento estero in Grecia: 1,5 miliardi di euro, secondo la stima iniziale. La sensibilità del governo greco sul punto è forte: dopo la mancata acquisizione di Depa da parte di Gazprom per 900 milioni di euro, la necessità di attrarre nuovi investimenti dall’estero è diventata ancora più forte.