La Commissione europea (ancora) contro Gazprom

Commissione europeaLa Commissione europea ha comunicato ieri di aver aperto un procedimento contro Gazprom per abuso di posizione dominante (art. 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione).

La Commissione sospetta che Gazprom abbia messo in atto pratiche anticorrenziali in Europa orientale e in particolare che abbia:

  • ostacolato la libera circolazione del gas tra Stati membri;
  • impedito la diversificazione degli approvvigionamenti;
  • abbia imposto prezzi iniqui attraverso l’indicizzazione al prezzo del petrolio.

Il procedimento segue le perquisizioni effettuate un anno fa negli uffici europei di Gazprom.

Si tratta di un nuovo tassello della lunga battaglia della Commissione europea contro l’azienda di Stato russa, nel tentativo di limitarne il ruolo sul mercato europeo. È tuttavia difficile che questa nuova iniziativa segni un cambio di passo, anche se non è dato sapere quali elementi abbia raccolto la Commissione.

Resta in ogni caso complesso individuare il superamento della linea sottile che distingue la difesa della propria quota di mercato e la pratica anticoncorrenziale. La prima e la seconda accusa riguardano la gestione (e al limite la costruzione) delle infrastrutture: la legislazione in continua evoluzione e il periodo di transizione degli assetti proprietari delle reti in tutta Europa rendono molto difficile individuare elementi di prova certi.

Per quanto riguarda l’indicizzazione al petrolio, si tratta di una scelta delle parti contraenti. E il mercato sta ampiamente mettendo in discussione questo tipo di contratti, tanto da aver spinto Gazprom negli ultimi due anni a rinegoziare parecchi contratti. A chi trova vessatoria la scelta di indicizzare i prezzi al petrolio, gioverebbe ricordare un po’ di storia: buona o cattiva, l’indicizzazione al petrolio fu introdotta proprio per impedire pratiche discriminatorie da parte dei fornitori. Inoltre, ironia della storia, a fine anni Novanta la Russia fece default (anche) per la contrazione del prezzo del petrolio; in quel caso però nessuno suggerì che il prezzo del gas russo indicizzato fosse iniquo per i russi.

Al di là del merito legale, la vicenda solleva un punto interessante: le imprese dell’Europa occidentale, grazie alle dimensioni e alla diversificazione dei rispettivi mercati, hanno spuntato riduzioni di prezzo che le imprese dell’Europa orientale non hanno raggiunto. Ma in questo caso, la responsabilità è di Gazprom o dei decisori politici dell’Europa orientale che non hanno saputo favorire gli investimenti, come fatto invece dalla Cechia?

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Aggiornamento: la notizia ripresa da BBC, WSJ, SQ, Ansa.

[Crossposting con Epoké]

MSE – Consumi gas mese di luglio

Ministero dello sviluppo economico - Dipartimento per l'EnergiaI consumi di gas in Italia hanno fatto registrare una nuova interruzione della serie negativa degli ultimi mesi. Il MSE ha pubblicato i dati dei consumi di gas naturale relativi al mese di luglio 2012, attestatisi a 4,5 Gmc (39 MJ/mc), in aumento dello 0,1% rispetto allo stesso mese del 2011.

La debolissima ripresa è dovuta a un aumento dei consumi industriali e a una contrazione dei consumi termoelettrici meno marcata rispetto ai mesi precedenti.

A livello aggregato, i consumi complessivi di gas nei primi 7 mesi del 2012 sono calati del 2,1% (a 44,8 Gmc) rispetto allo stesso periodo del 2011.

Aggionrnamento: le elaborazioni di SQ su dati SRG riportano dati analoghi sui consumi, ma segnalano un aumento del 1,6%.

Politica estera e sicurezza energetica

Politica estera e sicurezza energetica - Matteo VerdaL’intreccio con  la politica estera è uno dei temi più affascinanti delle politiche energetiche. A ben vedere, il concetto stesso di sicurezza energetica nasce quando il ricorso alle importazioni diventa una necessità per garantire il fabbisogno energetico delle grandi economie industrializzate.

Il volume tenta di approcciare la questione dalla base, ossia dalle definizioni. La prima parte del lavoro è dedicata alle questioni definitorie, prima del concetto di sicurezza, poi di quello di sicurezza enegetica, riprendendo e ampliando quanto fatto in Una politica a tutto gas. La seconda parte del lavoro affronta empiricamente il rapporto tra Paesi europei e Russia, dal periodo sovietico fino all’attualità, concentrandonsi in particolare sul gas naturale e sullo sviluppo dei grandi metanodotti internazionali. Il tentativo è quello di ricostruire l’intreccio tra gli interessi economici e quelli politici che hanno influenzato le scelte dei decisori politici, russi ed europei.

Lettura consigliata in prima battuata per chi è interessato a un’introduzione teorica alla sicurezza energetica. La parte empirica (più ampia e sviluppata, non temete) è consigliata anche per chi voglia farsi un’idea di come sia evoluto il rapporto i Paesi europei e la Russia, all’insegna della stabilità e della cooperazione. Uno scenario destinato a proseguire anche nel futuro, con buona pace di chi ciclicamente grida alla minaccia russa.


Matteo Verda
Politica estera e sicurezza energetica. L’esperienza europea, il gas naturale e il ruolo della Russia
Edizioni Epoké, 2012, 150 pp.
ISBN/EAN: 978-88-98014-00-2 (edizione Kindle) / 978-88-98014-01-9 (cartaceo)
Scheda dell’editore
Scheda su Amazon.it
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Focus trimestrale sicurezza energetica – Q1 2012

Osservatorio di Politica Internazionale - Focus sicurezza energetica - Q1 2012È stato reso pubblico il focus sulla sicurezza energetica relativo al primo trimestre 2012 realizzato per l’Osservatorio di Politica Internazionale (Senato, Camera e MAE).

Il primo capitolo del Focus è dedicato all’analisi del fabbisogno di gas nei principali mercati europei, con specifico riferimento alla generalizzata contrazione dei consumi nel corso del 2011. Il secondo capitolo è invece dedicato all’offerta e, nello specifico, alle politiche dei Paesi produttori di gas naturale e dei Paesi di transito dei gasdotti attualmente in funzione o in fase di progettazione/realizzazione. Ai recenti sviluppi del sistema di infrastrutture di trasporto e alle prospettive di realizzazione di nuovi progetti è poi dedicato il terzo capitolo. Infine sono presenti due approfondimenti: uno relativo al contesto di sicurezza dei due principali fornitori italiani di gas naturale, l’Algeria e la Federazione Russa, e uno relativo alle recenti nazionalizzazioni in America Latina.

Buona lettura!

Le sfide alla sicurezza energetica secondo Frattini

La crescente globalizzazione del mercato del petrolio ha prodotto un aumento della ricerca di nuovi giacimenti e dello sfruttamento di quelli esistenti evidenziando, quindi, la necessità di una sicurezza in campo energetico. Molti dei nuovi giacimenti petroliferi si trovano distribuiti in tutto il mondo, ma la maggior parte della produzione continuerà ad essere accentrata in Medio Oriente, il cui contributo complessivo al rifornimento energetico globale si stima in crescita per i prossimi venti anni.

Attualmente circa il 70% dei giacimenti petroliferi noti si trova sul suolo mediorientale. Con la ricerca di nuovi giacimenti si stima che questa percentuale sia destinata a salire, facendo aumentare, al contempo, la fornitura petrolifera complessiva del Medio Oriente al mercato mondiale. Circa il 30% degli 82,1 milioni di barili di greggio prodotti giornalmente nell’intero globo sono di provenienza mediorientale.

La regione del Golfo, in particolare, è il più importante canale di transito petrolifero al mondo, con un passaggio di circa 15,5 milioni di barili al giorno: circa un terzo di tutto il greggio estratto da piattaforme petrolifere. Questa regione, inoltre, esporta circa il 18% della produzione mondiale di gas naturale liquefatto (GPL), con il Qatar leader mondiale nelle esportazioni di GPL. Si calcola che, entro la fine del 2012, il Qatar avrà prodotto 77 milioni di tonnellate di GPL. Circa tre quarti del petrolio prodotto in questa regione è distribuito in Giappone, India, Corea del Sud e Cina. Il restante della produzione è destinato ad Europa e Nord America creando un comune interesse alla sicurezza delle vie di distribuzione, condiviso da produttori e consumatori.

I territori russi e mediorientali insieme continueranno a ospitare circa i tre quarti delle riserve di gas mondiali. Lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi del Mar Caspio, del Nord Africa e dell’America Latina, pur diversificando la produzione energetica, non riuscirà a ridurre, nei prossimi venti anni, l’importanza a livello mondiale dell’area del Golfo. Molti analisti prevedono che, nel periodo successivo ai prossimi venti anni, si assisterà ad un netto aumento della richiesta energetica di Cina e India che potrebbe esser soddisfatta da importazioni dall’area del Golfo e, in misura inferiore, dalla Russia e dal Caspio.

L’accessibilità al greggio, in quantità adeguate e a prezzi ragionevoli, è destinata a rimanere la chiave di volta degli equilibri sulla sicurezza energetica dei prossimi decenni, ma sarà anche accompagnata da una crescente attenzione alle forniture e al trasporto del gas naturale. Si pensi, ad esempio, al gasdotto che attraversando Tunisia e Sicilia permette al gas algerino e libico di raggiungere il resto d’Europa. Il consumo di gas, infatti, è in rapido aumento nell’Europa occidentale e in Asia. Non è perciò una sorpresa che, in queste nazioni, il gas si collochi in una posizione di primo piano riguardo alle questioni connesse alla sicurezza energetica.

Per quanto riguarda il commercio del gas naturale è necessario prendere in debita considerazione che, poiché il gas naturale liquefatto (GNL) viene raffreddato per il trasporto ad una temperatura di meno 162°C, questo deve essere contenuto in imbarcazioni appositamente progettate e dotate di tecnologie avanzate. La sicurezza dei gas terminal e delle rotte di navigazione diventano fattori cruciali sia per i produttori sia per i consumatori. Poiché la metà di tutto il greggio mondiale e la maggior parte del GPL sono trasportati via mare, anche un breve blocco delle forniture di gas e petrolio potrebbe causare un aumento consistente dei prezzi che, potenzialmente, sarebbe in grado di mettere a rischio la crescita economica globale.

Le rotte di trasporto di petrolio e gas nell’area Mediorientale e dal Maghreb verso il Mar Caspio diverranno fattori rilevanti a livello strategico. La sicurezza energetica assumerà sempre più un’importanza cruciale per la sicurezza dei trasporti e del transito attraverso le nazioni, lo stesso dicasi per la sicurezza e la stabilità dei paesi produttori. Per tanto, una delle nuove priorità sulla sicurezza della comunità transatlantica dovrà essere l’impegno a garantire il libero transito e la sicurezza dei rifornimenti energetici fondamentali contro possibili attacchi ed interruzioni.

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Stralcio dedicato alla sicurezza energetica dell’intervento di Franco Frattini al 29° Workshop Internazionale sulla Sicurezza Globale (Roma, 16 luglio 2012).