Energy Infrastructure Attack Database (EIAD)

Canvassing the Targeting of Energy Infrastructure: The Energy Infrastructure Attack Database L’autunno prossimo sarà lanciata una banca dati degli attacchi a infrastrutture energetiche (Energy Infrastructure Attack Database – EIAD), come annuciato da Jennifer Giroux e Peter Burgherr in un articolo apparso sul Journal of Energy Security.

Si tratta di un’iniziativa di due istituzioni elevetiche – il Federal Institute of Technology (ETH) e il Paul Scherrer Institute – che raccoglie tutti i dati disponibili relativi ad attacchi a infrastrutture energetiche a livello mondiale, allo scopo di individuare regolarità ed elaborare modelli predittivi (oltre a mettere a pubblicamente a disposizione i dati per altre ricerche).

Un’iniziativa particolamente interessante, soprattutto per gli addetti ai lavori, che può essere seguita prima del lancio sul blog dedicato al progetto.

 

TAP torna in pista: accordo con BP, SOCAR e Total

TAPTAP resta in pista nella competizione per il tratto finale del Corridoio meridionale. Con un comunicato ufficiale, TAP annuncia l’accordo raggiunto con i principali membri del consorzio Shah Deniz II: BP, SOCAR e Total (Statoil è presente già nell’azionariato di TAP).

Secondo l’accordo, i membri si sono impegnati a finanziare alcuni lavori (non specificati) nel periodo che precede la scelta definitiva del tracciato (TAP o Nabucco West), attesa per il 2013.

L’aspetto più significitivo dell’accordo riguarda tuttavia un’opzione per gli azionisti del Consorzio Shah Deniz di rilevare il 50% dell’azionariato di TAP.

Gli accordi annunciati oggi rappresentano un importante passo avanti per la realizzazione del gasdotto, che con la prospettiva di allargamento del suo azionariato ai produttori si pone in una posizione di vantaggio rispetto al Nabucco West. Per le imprese impegnate nell’upstream, la prospettiva di controllare il midstream e accedere direttamente ai mercati finali rappresenta infatti un’occasione commerciale interessante.

Gli accordi di oggi sono anche un’implicita risposta alle affermazioni del ministro per l’energia azerbaigiano, Natik Aliyev, che a luglio aveva apertamente sostenuto la superiorità del Nabucco West. Tra i firmatari degli accordi, infatti, risulta anche SOCAR, l’azienda di Stato azerbaigiana.

Aggiornamento: secondo quanto riportato da Staffetta Quotidiana, c’è una seconda buona notizia per il TAP: Claudio De Vincenti, sottosegretario al MSE, ha firmato un’intesa sul sostegno al gasdotto con  Makis Papageorgiou, rappresentate del govero greco.

Interdipendenza energetica e potere

Joseph Nye - La nuova sfida dell'indipendenza energeticaAnalisi di Joseph Nye, che sotto un’etichetta molto americana (e rozza, l’indipendenza energetica) mette in fila qualche riga di buonsenso sul rapporto tra non convenzionale e politica internazionale.

Resta qualche dubbio sul gas (e sull’apologia di Nixon), ma sul petrolio sottoscrivo. Nessun dubbio invece sul fatto che La Stampa resti il quotidiano generalista italiano più serio in circolazione.

MSE – Consumi di gas di giugno

Ministero dello sviluppo economico - Dipartimento per l'EnergiaContinuano a diminuire i consumi di gas in Italia. Il MSE ha pubblicato i dati dei consumi di gas naturale relativi al mese di giugno 2012, attestatisi a 4 Gmc (39 MJ/mc), in calo del 5,1% rispetto allo stesso mese del 2011.

La contrazione è dovuta all’apparentemente inarrestabile riduzione degli usi per generazione termoelettrica, ridottisi del 10% su base tendenziale. Male anche i consumi residenziali (-7%), mentre fanno registrare un lieve recupero i consumi industriali (+2%) (dati GME).

A livello aggregato, i consumi complessivi di gas nei primi 6 mesi del 2012 sono calati del 2,4% (a 40,2 Gmc) rispetto allo stesso periodo del 2011.

La vicenda Ansaldo energia

Ansaldo EnergiaAnsaldo Energia, gioiello nel settore delle turbine a gas, sarà forse ceduta dal gruppo Finmeccanica, impegnato a fronteggiare il passivo di bilancio con un piano di dismissioni che  permetta di concentrare gli investimenti sul core business.

Fin qui, nulla di straordinario in questi tempi di crisi. Come non è straordinario che a fare un’offerta da 1,3 miliardi di euro sia Siemens, diretto concorrente di Ansaldo Energia, molto interessata a sbarazzarsi di un concorrente.

Quello che sembra più strano è la bagarre montata in questi giorni contro Corrado Passera, reo di non aver blindato subito Ansaldo Energia dichiarandola non-privatizzabile (particolarmente attivo è apparso Stefano Saglia, ex sottosegretario MSE). Vero è che Passera ha sostenuto che «se Finmeccanica deciderà di dismettere questo settore, perché non si sentirà in grado di essere questo tipo di azionista, è chiaro che bisognerà seguire nella dismissione il perseguimento di questi obiettivi», ma sembra più buonsenso che una dichiarazione d’amore in tedesco.

Vendere a Siemens sarebbe un grave danno per l’industria italiana e per l’occupazione: i tedeschi possono spergiurare finché vogliono, ma è ovvio che l’accorpamento delle società non premierebbe le posizioni in Italia. Tuttavia non è l’unica opzione possibile: c’è l’opzione Cassa Depositi e Prestiti caldeggiata dai sindacati (e quindi dubbia, anche se sempre meglio della Siemens), c’è la solita fantomatica quanto improbabile cordata di banca alla difesa dell’italianità e ci sarebbero molto più concretamente diversi fondi di investimento interessati all’operazione.

Insomma, la partita sembra molto aperta: si spera che il trambusto pre-elettorale non copra qualche colpo gobbo in salsa tedesca. Non me ne vogliano troppo i miei amici liberisti.

Nota: post leggermente offtopic, ma molto sentito.

Aggiornamento: la risposta di Giuseppe Zampini, ad di Ansaldo energia, che esprime perplessità sul reale contenuto delle parole del ministro Passera e ricorda come tutta questa bagarre stia danneggiando il gruppo, facendo tra l’altro ritardare una commessa in Algeria (qui la notizia ripresa dal Sole24Ore). Sarebbe il caso di evitare un nuovo regalo ai tedeschi, come nel caso della commessa per le FREMM.

[Crossposting con Epoké]

Geopolitica dell’energia – Consumi e dipendenza

Matteo Verda – Consumi di energia primaria e livello di dipendenza delle principali economie (dati BP)Le grandi economie mondiali sono caratterizzate da consumi e da livelli di dipendenza dalle importazioni eterogenei, con implicazioni di sicurezza energetica piuttosto diverse.

Secondo di dati riportati dal BP Statistical review of world energy 2012, nel 2011 il consumo di energia primaria mondiale è stato di 12.275 Mtep. La Cina è stata il primo consumatore mondiale (2.613 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio consumate), seguita da USA (2.269 Mtpe), UE (1.691 Mtep), Russisa (686 Mtep), India (559 Mtep), Giappone (478 Mtpe), Brasile (267 Mtpe).

La quota combinata di USA e UE è stata del 36%, in forte diminuzione rispetto a dieci anni prima, quando era stata del 43%. Parallelamente, i consumi cinesi sono più che raddoppiati e la loro quota sul totale mondiale è passata dall’11% al 21%, a testimoniare la veloce redistribuzione geografica dell’attività manifatturiera ed economica in generale.

Per quanto concerne il livello di dipendenza, inteso come il contributo delle materie prime energetiche importate sul totale del consumo di energia primaria, la graduatoria vede invece al primo posto il Giappone (87%), UE (56%), India (37%), USA (20%), Brasile (10%), Cina (6%). Tra le grandi economie mondiali, l’unico paese esportatore è la Russia, che nel 2011 ha ceduto sui mercati internazionali 606 Mtep, pari al 47% di quanto prodotto (e all’88% di quanto consumato internamente).

Il dato del livello di dipendenza dalle importazioni rappresenta un possibile punto di partenza per analizzare la sicurezza energetica di un Paese, ma deve essere completato dal dato relativo alla composizione del paniere energetico e dalla struttura dell’approvvigionamento energetico. Questi temi saranno affrontati in un altro post.

Per approfondire: database.