A quanto pare, la scelta è attribuibile a sensibilità di marketing dei nuovi vertici aziendali. Fortunatamente, l’azienda continua a fornire il proprio indispensabile supporto per garantire che uno dei principali punti di riferimento a livello globale per chi cerca dati liberamente accessibili e metodologicamente solidi sul mondo dell’energia.
In particolare, nel 2022, a fronte di una produzione interna di gas e di importazioni sostanzialmente stabili, si è registrata una significativa contrazione dei consumi interni (-10%), cui hanno corrisposto un aumento delle quantità stoccate e delle esportazioni.
Per quanto riguarda l’origine delle importazioni, si è assistito a una forte contrazione delle importazioni dalla Russia (-52%) e dalla Libia (-19%) ha corrisposto un aumento di quelle via tubo da Nord Europa (+250%), Azerbaigian (+43%) e Algeria (+11) e via GNL (+46%).
Segnaliamo il post dal titolo Petrolio: al gran valzer dei cap di Massimo Nicolazzi, che ricostruisce in modo sintetico ed efficace la doppia questione dell’import ban UE e del price cap occidentale.
L’analisi ripercorre sinteticamente i fattori di criticità legati all’approvvigionamento di gas italiano in vista dell’inverno e ai relativi costi, sostenendo la necessità di un price cap del gas a livello europeo e di una strategia di doppia diversificazione (diversificazione dei fornitori di gas e diversificazione delle fonti energetiche, nel senso di un crescente ricorso ai diversi tipi di fonti non climalteranti).