Per l’effettiva partenza nella costruzione del gasdotto South Stream occorrerà aspettare ancora qualche anno. A dirlo questa volta non sono io, ma Sebastian Sass, il portavoce del consorzio South Stream.
Il 7 dicembre ci sarà l’inaugurazione ufficiale dei lavori di costruzione, sulla costa russa del Mar Nero ad Anapa (regione di Krasnodar). A uso e consumo dei media e, soprattutto, per dare un segnale forte a quanti ancora cercano di sostenre il progetto Nabucco, che sembra essere giunto davvero al capolinea.
Secondo quanto riportato da Platts, infatti, Sass avrebbe detto che per iniziare i lavori del tratto off-shore, il più complesso da costruire (900 km, a profondità massima di circa 2.000 metri, un paio di anni di lavori), occorrerà attendere il via libera ambientale dei Paesi coinvolti (Turchia e Bulgaria) e che i membri del consorzio si aspettano i permessi ambientali entro il 2014.
Se poi ci metteranno di più, si potrà sempre fare scaricabarile, si potrebbe aggiungere.
I consumi europei dovrebbero impiegare qualche anno per tornare ai livelli del 2010 (la IEA sostiene fino al 2020). L’atteso calo della produzione interna europea probabilmente anticiperà il ritorno ai livelli di importazione pre-crisi, ma in ogni caso difficilmente si vede un mercato a breve-medio termine per altri 63 Gmc annui di gas russo, soprattutto prima di aver risolto il nodo dei prezzi e quello della procedure di infrazione per comportamento anti-concorrenziale, aperta dalla Commissione. Questo non significa che l’infrastruttura non si farà, ma sicuramente converrà a tutti (Gazprom in primis) procedere molto lentamente.