L’infografica è basata sui dati della edizione 2015 della BP Statistical Review of World Energy.
Sono disponibili qui le slides relative all’intervento dedicato alla sicurezza e alla diversificazione degli approvvigionamenti di gas nell’Energy Union, tenuto lunedì 27 aprile durante la tavola rotonda dedicata a L’Unione dell’energia secondo una prospettiva italiana, organizzata da I-Com.
Sul tema, risulta particolarmente interessante un esame più approfondito del livello di utilizzazione della capacità di rigassificazione europea. Nel 2014, l’UE ha infatti importato 45 Gmc via metaniera, lasciando completamente inutilizzati tre quarti della capacità disponibile.
Prima di immaginare nuove infrastrutture, sarebbe meglio interconnettere meglio le reti esistenti per sfruttare gli investimenti già effettuati in giro per l’Europa.
Utile anche esaminare ancora una volta da dove arriva il gas consumato in Europa e dunque l’effettiva possibilità di sostituire in tempi anche medio-lunghi i flussi di uno dei grandi fornitori.
Per chi se lo fosse perso, segnalo un’interessante serie di grafici proposta ieri dal Financial Times sulla crisi russa.
Sempre da FT, segnalo anche la bella analisi Winners and losers of oil price plunge (in accesso libero).
La contrazione delle quotazioni del greggio sta iniziando ad avere un effetto sull’offerta futura. Secondo quanto riportato da Reuters, nel 2015 dovrebbero essere prese decisioni finali di investimento su circa 800 progetti, per un controvalore di 500 miliardi di dollari e per riserve complessive pari a 60 miliardi di barili equivalenti di petrolio.Di questi progetti, un quinto sono a rischio a causa della caduta dei prezzi del greggio e delle basse aspettative sui prezzi medi per prossimi anni.
Sulla struttura dei progetti di investimento in questo decennio, segnalo una bella infografica di Rystad Energy.
L’Economist di questa settimana regala un’infografica che ha bisogno di pochi commenti. La riporto qui sotto e vi invito a cercare l’impatto dei sussidi europei alle rinnovabili sulla riduzione delle emissioni.
Non solo i sussidi costano ogni anno circa 13 miliardi di euro agli italiani e 24 miliardi di euro ai tedeschi, ma sono anche meno efficaci delle misure per l’efficienza energetica. Ciascuno tragga le proprie conclusioni, io le mie le ho già tratte da un po’.
Qui l’originale e qui le note.