Shah Deniz 2: lavori al via nel 2014

Construction within Shah Deniz 2 project to start in mid-2014 Dopo aver definito l’infrastruttura di trasporto, è giunto il momento per i soci del consorzio Shah Deniz di avviare i lavori per estrarre il gas necessario a riempire i tubi.

Secondo quanto riportato da AzerNews, la costruzione delle infrastrutture di produzione dovrebbe iniziare a luglio 2014. Il consorzio starebbe infatti preparando la procedura di appalto per la selezione dei fornitori, che dovrebbero essere individuati entro gennaio prossimo.

La seconda fase di Shah Deniz prevede la realizzazione di due piattaforme offshore connesse tra loro da un ponte, di 26 pozzi sottomarini (perforati con due macchinari semi-sommergibili), di 500 km di conodotte sottomarine a una profondità di oltre 500 metri.

Complessivamente, la capacità produttiva aggiuntiva per la fase due di Shah Deniz dovrebbe essere di 16 miliardi di metri cubi, che andranno ad aggiungersi ai 9 già in produzione per la fase uno.

 

I nuovi soci di TAP

Gas: Abdullayev, Socar e Bp avranno 20% ciascuna in pipeline Tap, Total 10%Il nuovo assetto societario del gasdotto TAP è stato oggetto di intense contrattazioni tra gli operatori coinvolti, ma la questione dovrebbe essere risolta entro settembre.

Per ora, sì sa solo che i membri del consorzio Shah Deniz faranno valere la propria opzione per rilevare il 50% del TAP. Alla britannica BP e all’azerbaigiana Socar andrà così il 20% ciascuna, alla francese Total il 10%.

Ancora da decidere invece in che proporzione gli attuali soci di TAP ridurranno le proprie partecipazioni. I vertici della svizzera Axpo hanno già dichiarato di vole ridure drasticamente la propria quota (42,5%), scendendo anche sotto il 10%, per limitare l’onere dell’investimento.

In ogni caso, anche gli altri due soci dovrebbero rinunciare a qualcosa per far spazio ai nuovi entranti. È possibile immaginare che la norvegese Statoil, che attualmente controlla il 42,5% di TAP, ridurrà di almeno il 10% la propria partecipazione. Più ridottto dovrebbe essere invece l’arretramento della tedesca E.On, ora al 15%.

Gazprom aumenta la pressione su Naftogaz

Gazprom: l'Ucraina deve stoccare 19 m.di mcSi fa sempre più difficile la situazione di Naftogaz, la compagnia energetica statale ucraina. Secondo quanto riportato da Snam RG, Gazprom è tornata a fare pressione su Naftogaz affinché acceleri le operazioni di stoccaggio del gas in vista della stagione invernale.

Attraverso la rete ucraina transita ancora oltre metà del gas diretto verso i clienti UE e senza un’adeguata capacità di stoccaggio lungo le linee di esportazione si accresce il rischio di non riuscire a far fronte a eventi eccezionali.

Secondo Gazprom, Naftogaz deve iniettare oltre 19 miliardi di metri cubi entro l’autunno per garantire un livello adeguato e “onorare gli impegni di transito ininterrotto verso l’Europa”.

Per favorire le operazioni, Gazprom ha versato un miliardo di dollari come pagamento anticipato per gli oneri di transito a Naftogaz. In questo modo la società ucraina ha la liquidità per acquistare – sempre dai russi – il gas da stoccare.

La situazione finanziaria di Naftogaz è sempre più complicata: i debiti della società continuano a crescere e le possibilità di ripagarli sono sempre più lontane. Alle inefficienze e alla necessità di crescenti investimenti solo per mantere l’operatività si sommano anche le difficoltà politiche ad aumentare le tariffe ai clienti sul mercato interno.

Considerando la crescente disponibilità di capacità di trasporto attraverso altri gasdotti (Yamal-Europa, Nord Stream), Naftogaz ha perso buona parte della propria capacità di ricatto rispetto a Gazprom ed è dunque probabile che nei prossimi anni si assista a un ingresso russo nell’azionariato della società ucraina, a compensazione dei debiti accumulati.

Quando i sussidi battono l’efficienza

Luglio, nuove tariffe: su l'elettricità, giù il gasDa oggi sono in vigore le nuove tariffe dell’energia elettrica e il gas naturale per i clienti del servizio di maggior tutela. Le variazioni (+1,4 elettricità, -0,6% il gas) sono analizzate qui.

Un dato relativo alla bolletta elettrica è però davvero curioso: quello degli oneri generali di sistema, ossia la categoria che raccoglie tutti i vari sussidi che pesano sui consumatori e che vale quasi un quinto dell’importo totale.

Rispetto alle tariffe del trimestre precedente, gli oneri generali di sistema restano invariati sia in valore assoluto (98 euro) sia all’incirca in peso percentuale (19%). Quello che cambia è la loro composizione interna.

Perché i sussidi alle rinnovabili (componente A3) continuano inesorabilmente a crescere di valore e sono arrivati a rappresentare il 93% degli oneri generali di sistema (nel trimestre scorso erano il 91%). Per una famiglia media, si tratta di 91 euro all’anno (nel trimestre scorso erano 88,8).

Visto che gli onesi complessivi sono rimasti invariati, dove si è scelto di tagliare? Nei sussidi alle ferrovie (A4)? In quelli per lo smantellamento delle centrali nucleari (A2)? Certo che no: si è tagliato sull’efficienza energetica, che passa dal 3% all’1% degli oneri, ossia da 2,7 a 1,2 euro all’anno a famiglia.

A scanso di equivoci, la scelta di non aumentare gli oneri mi sembra molto assennata. Credo allo stesso tempo che ci sia poco da aggiungere circa la lungimiranza della scelta di pagare profumatamente i produttori di rinnovabili – ponendo fuori mercato i termoelettrici – e intanto spendere poco o nulla in efficienza.

Il gas azerbaigiano arriverà in Italia

TAP: il tracciatoDopo diversi giorni di indiscrezioni e conferme indirette, è arrivato oggi l’annuncio ufficiale che sarà il gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP) a trasportare il gas azerbaigiano sul mercato europeo, arrivando sulle coste pugliesi in prossimità di San Foca (LE).

La produzione della fase 2 del consorzio Shah Deniz arriverà in Italia transitando per tre diversi gasdotti. Dopo essere estratto dal fondale del Caspio, il gas passerà prima attraverso l’espansione del South Caucuasus Pipeline, in Azerbaigian (443 km) e Georgia (250 km). Poi attraverserà tutta la Turchia per circa 1.700 km lungo il Trans Anatolian Pipeline (TANAP). Infine, arriverà con il TAP direttamente nella rete di Snam RG, attraversando prima la Grecia (550 km), l’Albania (210 km) e il Canale d’Otranto (105 km).

La capacità di trasporto iniziale del TAP sarà di 10 miliardi di metri cubi (Gmc). Per avere un paragone, nel 2012 i consumi dell’Italia sono stati pari a 73 Gmc, quelli europei a 466 Gmc. Nello stesso anno, le importazioni dalla Russia sono arrivate a 107 Gmc.

Il gas azerbaigiano arriverà in Italia non prima del 2019: per quell’anno, i consumi italiani dovebbero essere tornati intorno agli 80 Gmc e le importazioni russe dovrebbero essere aumentate a circa 130-140 Gmc.

Questi pochi numeri sono sufficienti a intuire come l’apporto del gas azerbaigiano alla sicurezza energetica europea sia rilevante ma non determinante. E soprattutto come la costruzione del gasdotto non rappresenti un’alternativa alle importazioni russe, ma solo un complemento.

L’importanza del gas azerbaigiano risiede soprattutto nella possibilità di portare nuovi volumi di gas in competizione sul prezzo, permettendo di aumentare il livello di concorrenzialità del mercato, europeo ma soprattutto italiano.

La possibilità di offrire sul mercato il gas azerbiagiano a prezzi competitivi è stato il fattore determinante che ha consentito a TAP di vincere la concorrenza di Nabucco West, diretto in Austria. A fronte di una capacità di trasporto analoga, la stima del costo di TAP è infatti di 5-5,5 miliardi di euro, contro gli 8 del Nabucco. Dati i fondamentali economici, nulla ha dunque potuto l’appoggio politico della Commissione europea.

L’Italia è il paese che maggiormente beneficerà della nuova infrastruttura e infatti il governo ha tardivamente ma attivamente appoggiato il progetto. Innanzitutto, TAP aumenterà la sicurezza energetica nazionale: 10 Gmc sono un contributo marginale a livello europeo, ma per l’approvvigionamento italiano sono un importante fattore di diversificazione.

In secondo luogo, gli effetti in termini di concorrenzialità del mercato interno potranno essere rilevanti perché per la prima volta il metano sarà importato via tubo senza alcun coinvolgimento di Eni, che è ancora il principale operatore.

In terzo luogo, la volontà dei soci di TAP di raggiungere anche gli altri mercati europei creerà un forte incentivo a una maggiore integrazione del mercato italiano con quelli confinanti, consolidando la convergenza dei prezzi e aumentando la resilienza della rete nazionale, nel caso fossero potenziate le connessioni fisiche.

Finalmente una buona notizia per l’Italia, oltre che per la Grecia e l’Albania. Dopo le tante battute d’arresto sui rigassificatori, finalmente gli operatori internazionali tornano a investire nel Sud dell’Europa.

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Approfondimento: INFOGRAFICA – Trans Adriatic Pipeline

Relazione annuale dell’Autorità

Relazione Annuale 2013Il presidente dell’Autorità per l’energia Guido Bortoni ha tenuto questa mattina la consueta relazione annuale.

Nel primo volume (Stato dei servizi) si affronta il contesto internazionale e analizzano struttura, prezzi e qualità dei settori elettrico e del gas. Per la prima volta, la relazione compre anche lo stato dei servizi idrici, competenza aggiunta l’anno scorso.

Nel secondo volume (Attività svolta) si affrontano gli indirizzi di politica energetica, la regolazione dei mercati e la tutela dei consumatori.