Efficienza, passo avanti dell’Ue

EC - Energy EfficiencyFra i tre obiettivi della strategia 20-20-20 dell’Ue relativi alle percentuali di riduzione delle emissioni, di energia da rinnovabili e di aumento dell’efficienza, il più importante è senza dubbio l’ultimo. Che infatti non è vincolante, a conferma di come la montagna europea sia specializzata in topolini.

Eppur qualcosa si muove: come riportato dal FT, la settimana scorsa i Ministri dell’ambiente hanno raggiunto un accordo con Parlamento europeo sulla prima direttiva dedicata all’efficienza. La misura più importante del provvedimento sarà l’obbligo per le utilities di implementare ogni anno misure di risparmio pari all’1,5% del fatturato, dal 2014 al 2020. L’altra misura fondamentale sarà l’obbligo per gli Stati membri di rinnovare ogni anno il 3% degli edifici dei governi centrali, anche se rimangono dubbi su come reperire i fondi per i Paesi più indebitati.

Nella migliore delle ipotesi, l’insieme delle misure dovrebbe consentire entro il 2020 un aumento dell’efficienza del 17% (altre stime parlano del 15%). Better than nothing.

[crossposting con Epoké]

La guerra dei pannelli nel Pacifico

FT - China looks to sidestep solar tariffsSecondo quanto riportato da FT, cresce la tensione tra Stati Uniti e Cina sui pannelli solari. Il Dipartimento del Commercio ha infatti proposto una barriera tariffaria contro le celle prodotte in Cina, in seguito alle proteste dei produttori attivi in America, come la tedesca SolarWorld. La tariffa sulle celle cinesi salirebbe al 250%, contro il 31% praticato agli altri produttori asiatici.

I principali produttori cinesi si sarebbero però già organizzati per aggirare la barriera: la tariffa interessa infatti solamente le celle e non i pannelli assemblati. Sfruttando l’eccesso di capacità produttiva a Taiwan e in Corea del Sud, tre imprese (Suntech Power, Trina Solar e Yingli Green Energy) sarebbero intenzionate ad importare le celle in Cina, assemblarle nei pannelli e riesportare sul mercato statunitense con una tariffa del 31%.

Questa operazione ridurrebbe l’efficacia delle tariffe, restando però un bel regalo agli alleati statunitensi nel Pacifico.

 

La fine del Nabucco

NabuccoNel caso qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi, le dichiarazioni del premier ungherese Viktor Orban – che ha esplicitamente fatto riferimento all’uscita di MOL dal consorzio – mettono la parola fine al Nabucco così come proposto nell’ultimo decennio.

La notizia è ripresa anche da Reuters, che ricorda come in gennaio RWE avesse già iniziato a esprimere perplessità sul progetto.

Resta invece in piedi l’ipotesi di una versione ridotta (10-16 Bcm annui), limitata alla connessione tra la Turchia e l’Austria attraverso i Balcani, in diretta concorrenza con il TAP.

Nord Stream, la Commissione nega l’esenzione TPA

OPAL NEL TransportJamestown, la Commissione Europea ha negato la restrizione dell’accesso a terze parti sui due gasdotti (OPAL e NEL) destinati a portare sui mercati finali il gas importato in Germania tramite il Nord Stream.

OPAL (Ostsee Pipeline Anbindungs Leitung, o Baltic Connector Pipeline) parte direttamente il punto di arrivo di Nord Stream  sulla costa tedesca (Lubmin) e trasporta il gas verso sud, passando anche sul territorio della Cechia. OPAL è all’80% di Wingas, la joint venture Gazprom-Wintershall che è anche operatore, e al 20% di E.On Ruhrgas. Costato 1 miliardo di €, OPAL ha una capacità annua massima di 35 Gmc.

Anche il NEL (Norddeutsche Erdgas Leitung, o North German Natural Gas Pipeline) parte da Lubmin e trasporta il gas verso Ovest, in direzione di Amburgo, e arriva fino ai Paesi Bassi. NEL è al 70% di Wingas, che è anche operatore, al 10% di E.On Ruhrgas e al 20% di Gasunie, l’impresa pubblica olandese. Il gasdotto dovrebbe essere completato entro il 2013, in parallelo alla realizzazione della seconda linea del Nord Stream, per un totale di 1 miliardo di euro investito e una capacità annua di 20 Gmc.

A seguito del rifiuto della Commissione di riconoscere la necessità di limitare la concorrenza per ripagare l’investimento, Gazprom protrà usare solamente il 65% della capacità di NEL e il 50% della capacità di OPAL. La capacità complessiva dei due gasdotti – quella per cui Gazprom aveva chiesto l’esenzione – è pari a 55 Gmc, ossia la capacità di importazione di Nord Stream dopo la realizzazione della seconda linea, programmata per il 2013. Il risultato potrebbe essere un rallentamento delle attività di posa dei nuovi tubi.