EIRA newsletter – ottobre 2014

EIRA newsletter - ottobre 2014Segnalo l’uscita del numero di ottobre dell’Energy International Risk Assessment.

In questo numero un focus speciale è dedicato all’Iraq e all’ISIS, con anche una stima dei volumi prodotti dal califfato e in parte contrabbandati in Turchia (e non solo). Tra gli altri argomenti, la crisi in Ucraina e l’impatto sui Balcani, il ruolo della Serbia e le scelte future dell’Iran.

Il trasporto marittimo di risorse energetiche: i passaggi fondamentali

AgiEnergia - Il trasporto marittimo di risorse energetiche: i passaggi fondamentaliSegnalo un’interessante analisi di Annalisa De Vitis dal titolo Il trasporto marittimo di risorse energetiche: i passaggi fondamentali, pubblicata da AgiEnergia.

Partendo da un’analisi dell’EIA, il lavoro ricostruisce l’importanza dei principali punti di cogestione del traffico marittimo mondiale, a partire dagli stretti di Hormuz e Malacca. Agile e utile a rinfrescare la memoria su un tema sempre di attualità.

The Caspian Sea Chessboard

Carlo Frappi e Azad Garibov (a cura di) - The Caspian ChessboardL’importanza del Caspio come fonte di approvigionamento energetico e come terreno di  scontro di interessi regionali è universalmente nota e riconosciuta. Sul tema si è quindi scritto e detto tanto.

Carlo Frappi e Azad Garibov hanno cercato di fare ordine nelle diverse questioni, raccogliendo 12 contributi di ricercatori italiani e internazionali su temi piuttosto diversi tra loro, ma inevitabilmente destinati a intrecciarsi.

La prima parte del volume (che include un mio contributo dal titolo «Energy Infrastructure Protection and the Caspian Offshore») è dedicata alle principali questioni sul tappeto, dalla militarizzazione alle risorse naturali.

La seconda parte è invece dedicata alle politiche e alle percezioni dei decisori politici dei Paesi della regione, mentre la terza parte analizza gli interessi nell’are e le conseguenti politiche dei principali attori globali.

Una lettura senz’altro utile per comprendere le dinamiche di una regione così complessa e rilevante per gli interessi europei. Qui è disponibile l’indice e qui l’introduzione.


Carlo Frappi e Azad Garibov (a cura di)
The Caspian Chessboard. Geo-political, Geo-strategic and Geo-economic analysis
Egea, 2014, 244 pp.
ISBN/EAN: 9788823844346
Scheda dell’editore

Il TAG a Snam Rete Gas a settembre?

ASCA - Snam, Malacarne: chiuderemo trattative per Tag in settembreIntervenendo al Meeting di Rimini, l’ad di Snam Rete Gas Carlo Malacarne ha confermato l’intenzione della società di acquisire entro settembre il controllo del Trans Austria Gasleitung (TAG), il tratto austriaco del gasdotto che porta in Europa occidentale il gas russo. Il TAG è lungo 380 km e corre dal confine tra Slovacchia e Austria fino al Tarvisio, passando anche per l’hub di Baumgarten.

Il gasdotto era storicamente proprietà dell’Eni, che però dovette cedere per 710 milioni la propria partecipazione dell’89% alla Cassa Depositi e Prestiti (CDP) nel 2011, per assecondare le richieste della Commissione europea in materia di integrazione verticale. Attualmente la partecipazione è detenuta da un veicolo di investimento, CDP GAS s.r.l., a sua volta controllato al 100% dalla CDP.

Considerando che la CDP è anche l’azionista di controllo di Snam Rete Gas, il passaggio della partecipazione dovrebbe avvenire senza troppi scossoni, attraverso un aumento del capitale di Snam sotto forma di conferimento del TAG da parte della CDP. L’operazione è in preparazione da oltre un anno e siamo alle battute finali con le autorizzazioni necessarie a livello austriaco ed europeo.

Prosegue dunque il processo di rafforzamento della posizione di Snam a livello europeo, fatta di acquisizioni (Tigf) e di collaborazioni importanti (Fluxys). In un contesto europeo sempre più integrato e con mercati (forzatamente) più aperti alla concorrenza, gli attori che acquisiscono sempre più peso sono gli operatori di rete, accanto naturalmente ai regolatori.

Il trasferimento a Snam del controllo di TAG ha dunque un valore industriale e strategico molto diverso dalla cessione di una partecipazione di minoranza in Terna e nella stessa Snam al governo cinese, attraverso la partecipazione in CDP Reti. Questo spiega tra l’altro la decisione della CDP di non conferire a CDP Reti il TAG in occasione dell’accordo coi cinesi, a differenza di quanto ipotizzato a inizio anno. A quanto pare, in Italia qualcuno in silenzio fa ancora politica energetica.

Energia e privatizzazioni: chi ha i soldi compra, chi non li ha vende

SE - Snam e Terna? Al 10% saranno del Governo cineseI fatti: CDP ha ceduto al governo cinese una partecipazione del 35% in CDP Reti, che a sua volta controlla circa il 30% di Snam Rete Gas e (tra poco) il 29,85% di Terna. Facendo una (impropria) moltiplicazione, 35% del 30%, a fronte di un esborso di circa 2 miliardi la quota in mano al governo cinese sarebbe di poco inferiore al 10,5%.

Abbastanza per farsi notare, ma decisamente troppo poco per comandare. Ma in fondo, che è successo? Il governo ha deciso molto cautamente di fare quel che si invoca da anni, ossia ridurre ulteriormente il perimetro della partecipazione pubblica nell’economia. Altrimenti detto, privatizzare.

Il processo di privatizzazione nel settore energetico è vecchio di almeno venti anni, quando si iniziò a trasformare in società per azioni Eni ed Enel e collocarne quote crescenti sul mercato. Fino ad arrivare a oggi, dove il governo controlla le due aziende con una quota di minoranza, del 31,2% nel caso di Enel e del 30,1% nel caso di Eni (di cui il 25,76% tramite CDP).

In tutto questo, il governo cinese ha già una quota di poco più del 2% nelle due aziende e potrebbe aumentare la partecipazione, soprattutto in caso di ulteriori dismissioni (5%?).

La ragione è abbastanza chiara: i decisori politici cinesi si trovano a gestire un eccesso di liquidità dovuto agli attivi di bilancia commerciale e utilizzano le riserve disponibili per acquisire partecipazioni di minoranza in ogni angolo del globo. Lo scopo è essenzialmente quello di diversificare il rischio che garantisca il mantenimento del valore del capitale nel tempo.

E i Paesi in crisi e a corto di liquidità, come l’Italia o la Grecia o la Spagna, offrono buone opportunità di investimento, a volte a prezzi d’occasione. E chi ha i soldi compra, chi non li ha vende. Domanda e offerta, tutto qui.

PS: Faccio notare, a latere, che a differenza di quanto ipotizzato a inizio anno, la cessione ai cinesi della partecipazione in CDP Reti non ha riguardato CDP Gas, che controlla il gasdotto TAG. Quello che trasporta attraverso l’Austria tutto il gas russo in arrivo al Tarvisio, per intenderci.

Unione Petrolifera – Relazione annuale 2014

Italia – Domanda di prodotti petroliferi al 2030Segnalo la consueta pubblicazione della Relazione annuale di Unione Petrolifera, l’associazione degli industriali del settore.

La relazione ricostruisce in modo puntuale l’evoluzione del mercato petrolifero internazionale e del settore energetico in Italia, per poi naturalmente approfondire le dinamiche del settore petrolifero nel nostro Paese, dalla produzione alla raffinazione, dalla commercializzazione alle questioni fiscali.

Interessanti, anche se tutt’altro che sorprendenti, le attese di riduzione strutturale della domanda di prodotti petroliferi sul mercato nazionale, destinata ad aggravare la già difficile situazione della raffinazione in Italia.

La relazione è integrata da un corposo databoook energia e petrolio [se il file risulta illeggibile, rinominatelo aggiungendo l’estensione .pdf].

Per chi volesse fare un po’ di serie storiche, oltre alla sezione statistica del sito UP, rimando anche alle relazioni degli anni passati: 2008, 2009, 2010, 2011, 2012 e 2013.