Iunge et impera? Rosneft vs. Gazprom

Rosneft vs. GazpromSu Repubblica di oggi si apprende una nuova evoluzione delle incessanti lotte per il potere – economico e politico – in Russia.

La tesi sarebbe che l’astro nascente di Igor Sechin, a capo di Rosneft, punterebbe a ridurre il peso economico e politico di Gazprom, guidata da Aleksej Miller e vicina a Dmitrj Medvedev, attraverso una divisione delle attività di quest’ultima. L’obiettivo sarebbe quello di creare un unico gigante dell’esportazione energetica russa, con il beneplacito di Vldimir Putin.

L’appoggio presidenziale all’operazione sarebbe naturalmente indispensabile, ma è tutt’altro che scontato. Se infatti Sechin – vecchia conoscenza di Putin – ha potuto contare l’anno scorso sull’appoggio del Cremlino nell’acquisizione del controllo di TNK-BP, riducendo il ruolo straniero e privato nel settore energetico russo, tutt’altro che scontato è invece l’appoggio presidenziale per un’operazione che favorirebbe un significativo aumento della concentrazione del potere in capo a Rosneft, con possibili conseguenze negative per la stabilità politica di tutto il sistema.

CDP e il settore reti del gas

Il mercato del gas naturale in Italia: lo sviluppo delle infrastrutture nel contesto europeoSegnalo un interessantissimo studio di settore della Cassa Depositi e Prestiti dal titolo Il mercato del gas naturale in Italia: lo sviluppo delle infrastrutture nel contesto europeo.

La CDP, controllata al 70% dal Ministero dell’economia e delle finanze, controlla a sua volta il 30% (meno un’azione) del capitale votante di Snam Rete Gas, rappresentandone l’azionista di riferimento. Il consolidamento delle attività in Italia e l’espazione a livello europeo del gestore di rete italiano lasciano intendere che CDP giocherà un ruolo molto rilevante nello sviluppo della rete europea.

Nabucco: RWE vende a OMV

OMV buys RWE stake in Nabucco gas pipeline projectL’austriaca OMV ha acquisito la quota della tedesca RWE all’interno del consorzio Nabucco, anche se non sono state fornite indicazioni sul prezzo pagato.

Fino all’operazione, le quote del Nabucco erano divise in modo paritetico (16,67%) tra sei soci: oltre a OMV e RWE, la bulgara BEH, la turca Botas, l’ungherese MOL e la rumena Transgaz.

Con l’operazione, OMV diventa l’azionista di riferimento, anche se sono già stati annunciati nuovi cambiamenti nella composizione del consorzio.

Sebbene fosse attesa da tempo, l’uscita di RWE segna un indebolimento del consorzio nella competizione con TAP per il trasporto del gaz azerbaigiano in UE.

Chi ha ucciso le rinnovabili?

Segnalo un paper di Assoelettrica dal titolo Chi ha ucciso le rinnovabili?Chi ha ucciso le rinnovabili?, dedicato ai tanti (e costosi) vizi del mondo delle rinnovabili italiane.

La crisi apparentemente senza fine del termoelettrico spinge alla resa dei conti con le rinnovabili (solare in primis), che stanno beneficiando di un sistema di incentivazioni che (eufemisticamente) potremmo definire distorsivo.

Lettura interessante – già ripresa la settimana scorsa da Derrick – ricca di dati e foriera di polemiche.

Gas naturale: i consumi al 2035

Stime dei consumi di gas naturale al 2035 - elaborazione su dati IEAFare previsioni a lunga scadenza è un esercizio difficile e generalmente smentito dai fatti. D’alta parte, ogni riflessione sul futuro implica necessariamente delle aspettative quantificabili, quindi tanto vale provare a cimentarsi.

Tra le previsioni relative all’energia, quelle IEA sono comunemente considerate il punto di riferimento. Ho analizzato i dati relativi ai consumi di gas previsti fino al 2035, relativi all’UE e al mondo e fatto qualche semplice elaborazione, che metto a disposizione di chi fosse interessato:

Overstretching russo sul fronte gasdotti?

GazpromGazprom ha annunciato nelle scorse settimane la firma di due memoranda per il potenziamento delle infrastrutture di esportazione dirette in Europa occidentale.

Il primo, con la polacca EuroPolGaz, riguarda l’ampliamento del gasdotto Yamal-Europa da 33 ad almeno 48 miliardi di metri cubi all’anno, con il nuovo gas diretto soprattutto verso Ungheria e Slovacchia. L’entrata in funzione è ipotizzata per il 2019.

Il secondo, con l’olandese Gasunie, allo scopo di raddoppiare ulteriormente la capacità di Nord Stream, da 55 a 110 miliardi di metri cubi all’anno. Le due nuove linee servirebbero a portare il gas fino alla Gran Bretagna e ha suscitato l’interesse anche di BP. L’ampliamento dell’infrastruttura avverrebbe verso il 2018.

Oltre a esprimere una non-scontata fiducia nelle prospettive future del mercato europeo, la strategia russa risponde a diverse esigenze.

In primo luogo, quello di ridurre ulteriormente il peso dell’Ucraina quale Paese di transito per il gas russo: la creazione del Nord Stream ha già alleggerito la quota dell’Ucraina (che comunque resta sopra il 50%), riducendo le opportunità per l’Ucraina di ricattare Gazprom o i suoi clienti europei.

La seconda esigenza a cui risponde la strategia di Gazprom è quella di rafforzare la posizione politica dell’azienda nei confronti della Commissione Europea, con la quale è ancora aperto il contenzioso antitrust. Provvedimenti particolarmente duri contro un’azienda pronta a investire tanto in Europa risulterebbero infatti politicamente indigesti.

Infine, nell’ottica della strategia commerciale di Gazprom, le nuove linee di importazione potrebbero rappresentare una contromisura attivabile in caso di scelta del Nabucco come gasdotto per il gas azerbaigiano. L’arrivo del gas di Shah Deniz nei Balcani potrebbe ridurre l’appetibilità del già complesso South Stream, indirizzando gli sforzi finanziari di Gazprom in un’altra direzione.

È bene in ogni caso ricordare che la difficile e incerta congiuntura economica in Europa e il riorientamento di Gazprom verso oriente suggeriscono cautela nel valutare le reali possibilità che le infrastrutture proposte siano effettivamente realizzate, soprattutto nei tempi previsti.