Algeria, Libia e impegno internazionale

Western Libyan Gas ProjectDopo l’assalto terroristico al sito algerino di In Amenas in gennaio, nuovi problemi di sicurezza hanno scosso nei giorni scorsi gli approvvigionamenti di gas dal Nordafrica. Sotto attacco questa volta il sito libico di Mellitah, operato da una joint-venture con a capo Eni.

Secondo quanto riportato, le guardie di sicurezza degli impanti sono state coinvolte sabato in scontri a fuoco con formazioni paramilitari di ex-ribelli. L’intervento delle forze armate regolari ha ricondotto la situazione all’ordine, ma nel frattempo le esportazioni di gas verso l’italia sono state bloccate per due giorni. A partire da oggi si dovrebbe tornare alla normalità.

L’incidente è tutto sommato di lieve entità e ha confermato che il calo dei consumi e la ridondanza delle infrastrutture consentono all’Italia di avere oggi un livello di sicurezza degli approvvigionamenti tutto sommato piuttosto elevato.

Resta però una considerazione politica più ampia: l’interscambio energetico (e non solo) coi Paesi del Nordafrica rappresenta un legame di lungo periodo per il nostro Paese. Un legame che richiede un costante impegno e collaborazione con le controparti, sia nel campo della sicurezza, sia in ambito economico. Speriamo che la crisi politica ed economica del nostro Paese non privi i nuovi inquilini di Palazzo Chigi di questa consapevolezza.

Crollano ancora i consumi di gas

Consumi gas, a febbraio -18,4%Mentre qualcuno parla di ulteriore sovracapacità di importazione per decreto, il mercato italiano del gas continua nella sua caduta libera.

Secondo le stime di SQ, febbraio ha fatto registrare un -18,4% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. A gonfiare il dato è stata l’ondata di freddo dell’anno scorso, ma la tendenza di fondo resta: -2,4% rispetto al 2011. Se si considera la media dello stesso periodo degli ultimi nove anni, il calo è di quasi il 7%.

Considerando i settori di consumo, oltre a un fisiologico calo di quelli residenziali a causa del minor freddo, il dato sicuramente più impressionante è quello del termoelettrico: -28,3% sul 2012 e -22,9% sul 2011. Le ragioni sono note. Preoccupante anche il calo, più contenuto, del settore industriale.

Fincantieri Oil & Gas in espansione

FincantieriFincantieri ancora una volta protagonista della cantieristica mondiale. Il gruppo statale italiano, attraverso la controllata Fincantieri Oil & Gas, ha rilevato il 50,75% di STX OSV, leader mondiale nella costruzione di mezzi navali di supporto alle attività di estrazione e produzione di petrolio e gas naturale (Offshore Support Vessel). L’operazione dovrebbe costare circa 900 milioni di euro.

STX OSV impiega oltre 9.000 dipendenti in 10 cantieri in tutto il mondo: 5 in Norvegia, 2 in Romania, 1 in Vietnam e 2 in Brasile, di cui uno in costruzione. Nell’ultimo triennio ha generato mediamente ricavi pari a circa 1,6 miliardi di euro e rappresenta una realtà chiave nel mercato globale.

Con l’acquisizione di STX OSV, Fincantieri raddoppia le proprie dimensioni e diventa il quinto gruppo cantieristico al mondo (il più grande gruppo al mondo non-coreano) e l’unico produttore occidentale per diversificazione e presenza in tutti i settori ad alto valore aggiunto, capace di confrontarsi con i giganti asiatici.

Per fortuna non tutto il Paese si muove al passo della sua classe politica.

Prospettive sul nucleare nell’Unione Europea

L’Italia ha ribadito due anni fa la sua scelta contro l’energia nucleare. Una scelta difficile e costosa, anche in termini di minore sicurezza energetica, ma che va accettata dato che il popolo italiano si è espresso per ben due volte in modo piuttosto netto sull’argomento.

Tuttavia, per chi volesse avere qualche informazione sulle prospettive dell’energia nucleare in Europa e volesse saperne di più sulle delicate attività di decommissioning, consiglio questa conferenza che si terrà lunedì mattina 25 febbraio allo IUSS di Pavia.

Parlerà il dott. Celso Osimani, membro del Centro Comune di Ricerca di Ispra.

Ancora sulla SEN

Come è già stato detto su questo blog, la politica energetica non sembra essere un tema particolarmente attraente in questa campagna elettorale.

Tuttavia, per chi fosse interessato ad un commento sul documento di consultazione pubblicato dal Ministero per lo Sviluppo mi permetto di suggerire un breve testo, che ho recentemente pubblicato su Energheia magazine, una rivista on-line che si occupa di rinnovabili, efficienza energetica ed edilizia.

Politica energetica: interessa a qualcuno?

Mancano pochi giorni alle elezioni che sceglieranno i nostri rappresentati per il Parlamento. Nelle settimana scorse i temi della campagna elettorale hanno infiammato il dibattito pubblico e occupato ampio spazio su radio e televisioni. Si è parlato molto della credibilità dei candidati, di tangenti e, sopprattutto, di fiscalità. Poco o nulla, però, si è detto riguardo al tema della politica energetica e delle politiche industriali più in generale.

E se anche qualcuno ne ha parlato, quasi nulla è trapelato nei discorsi riportati dai media. Vi viene in mente che cosa promettono il PD o il PdL in materia?

Questa latitanza della politica, ancora più evidente dopo il vivace dibattito emerso in autunno intorno al documento di consultazione sulla SEN, non è passata inosservata e diverse associazioni culturali e di categoria hanno manifestato la loro delusione.

Tra coloro che chiedono un segnale forte alla politica vi è il Comitato “Nucleare e Ragione”, che domanda la convocazione immediata di una Conferenza Nazionale sull’Energia. Secondo i membri del comitato e di coloro che hanno aderito all’iniziativa, la Conferenza dovrebbe riunire esponenti delle istituzioni, degli enti locali, del mondo accademico e delle imprese per definire in modo autorevole, competente e trasparente quali sono le scelte migliori per l’Italia in ambito energetico.

Una volta conclusasi, gli atti della Conferenza dovrebbero essere diffusi presso il pubblico e dovrebbero costituire la base per una Costituzione Energetica e una Piano Nazionale Energetico, che il prossimo Governo sarebbe tenuto ad adottare.

Si tratta di un’iniziativa lodovole, soprattutto per il documento annesso, che raccoglie in 50 pagine le principali informazioni necessarie ad informare un dibattito consapevole.

Dalla sua lettura traspare, ancora una volta, la sfiducia verso una politica che non riesce a scegliere a causa di logiche e tempistiche che impediscono di guardare ai problemi in modo oggettivo e lungimirante.

Speriamo che a furia di ripeterlo qualcuno dei nostri governanti lo capisca.