SLIDES – Mercati energetici e regimi sanzionatori: gli aspetti strutturali

Mercati energetici e regimi sanzionatori: gli aspetti strutturaliSono disponibili qui le slides relative alla lezione «Mercati energetici e regimi sanzionatori: gli aspetti strutturali», tenuta lunedì 19 ottobre presso l’Università degli Studi di Trento, nell’ambito del corso avanzato di diritto dell’Unione Europea «Sanzioni dell’Unione Europea e tutela giurisdizionale».

Le slides si focalizzano sul concetto di sanzione e sui limiti che i decisori politici incontrano nel formulare i regimi sanzionatori. In particolare, data la dipendenza dalle importazioni di gas e petrolio, le economie occidentali incontrano forti limitazioni sia nella portata delle sanzioni sia nel novero dei Paesi che è possibile sanzionare senza mettere a rischio la sicurezza energetica delle economie industrializzate.

Nondimeno, considerando che la grande maggioranza dei Paesi esportatori dipende dalle rendite derivanti dalle esportazioni ed è dunque molto vulnerabile rispetto a una loro riduzione, i regimi sanzionatori possono in alcuni casi rappresentare un elemento utile nell’ambito di un’azione più ampia.

Questa lezione è stata seguita dalla lezione I regimi sanzionatori contro i Paesi esportatori di energia: i casi di Iran, Libia, Russia e Siria, tenuta il 20 ottobre.

L’Italia: trend attuali e obiettivi al 2020

Rep ItalianaE’ possibile scaricare qui la presentazione proposta la scorsa settimana nell’incontro mensile del gruppo Energia ed ecologia dell’ALDAI a Milano.

Dopo aver presentato l’andamento delle principali variabili energetiche, si mostra come l’Italia stia raggiungendo gli obiettivi previsti dall’Unione europea su rinnovabili, emissioni di gas a effetto serra e consumo di energia primaria. Nel 2013 le rinnovabili hanno infatti coperto oltre il 16% dei consumi finali lordi di energia, mentre le emissioni di CO2 sono calate di circa il 18% rispetto al 1990; i consumi di energia primaria, infine, sono stati solo pochi milioni di tonnellate equivalenti di petrolio superiori al target per il 2020.

Tuttavia, va sottolineato che la buona performance dell’Italia è dovuta in buona parte alla lunga crisi economica (-10% di PIL tra il 2007 e il 2014) e ai generosi sussidi alle fonti rinnovabili, concessi tra il 2009 e il 2013.

Infine, si presenta per sommi capi la Strategia energetica nazionale, presentata dal Governo Monti e nei fatti seguita anche dagli esecutivi successivi, nonché il più recente dibattito sugli obiettivi climatici al 2030 e l’Unione dell’energia.

Buona lettura!

Focus trimestrale sicurezza energetica – Q2 2015

Focus sicurezza energetica 22/2015È stato reso pubblico il focus sulla sicurezza energetica relativo al secondo trimestre del 2015, realizzato per l’Osservatorio di Politica Internazionale (Senato, Camera e MAE).

Dopo un’introduzione dedicata all’analisi del contesto internazionale (inclusa la questione iraniana), il capitolo primo del Focus è dedicato all’analisi dei consumi energetici, con particolare attenzione al gas naturale e al suo approvvigionamento. Questi due capitoli sono realizzati dal sottoscritto.

Il capitolo secondo è invece dedicato all’offerta e, nello specifico, alle politiche dei Paesi produttori di gas naturale e dei Paesi di transito dei gasdotti attualmente in funzione o in fase di progettazione/realizzazione. Ai recenti sviluppi del sistema di infrastrutture di trasporto e alle prospettive di realizzazione di nuovi progetti è poi dedicato il capitolo terzo. Questi due capitoli sono realizzati da Carlo Frappi.

Infine è presente un approfondimento dedicato alle sfide geopolitiche alla sicurezza energetica italiana nell’area del Nord Africa, realizzato da Mirko Lapi.

Tra le questioni affrontate, vi è l’impatto del superamento del regime sanzionatorio contro l’Iran.

La produzione petrolifera (sx) e le riserve provate (dx): primi dieci Paesi al mondo

Un altro tema affrontato è quello degli effetti dell’imminente aumento di offerta di GNL a livello globale.

La capacità di liquefazione di gas, esistente e in costruzione

L’ISIS e il business del petrolio

FT - Inside Isis Inc: The journey of a barrel of oilIl petrolio rappresenta notoriamente una delle principali fonti di finanziamento delle attività dell’ISIS. Per chi volesse approfondire il funzionamento e i numeri di questo business, segnalo una dettagliata inchiesta dal titolo Inside Isis Inc: The journey of a barrel of oil, liberamente accessibile a tutti sul sito di FT e ricca di cartine (a cui si aggiunge anche l’articolo Inside Isis Inc: how oil fuels the jihadi terrorists).

Brevemente, l’ISIS controlla una produzione in Siria stimata in 30-40.000 bbl/g, pari al 10% della produzione siriana prima della guerra, a cui si aggiungono 8.000 bbl/g in Iraq. Volumi in assoluto modesti, che dopo il crollo del prezzo del greggio si stima rendano qualcosa come 1,5 milioni di dollari al giorno, ma fondamentali nel contesto dell’area.

Secondo quanto riportato, l’ISIS è coinvolto nelle attività di produzione e di raffinazione, ma dopo la raffinazione e la vendita all’ingrosso solitamente non è coinvolto nelle attività di scambio, vendita al dettaglio o contrabbando nelle aree al di fuori del proprio controllo, come il resto della Siria o la Turchia. Queste attività sarebbero lasciate agli intermediari, che commerciano i prodotti petroliferi per metà in Siria e per metà in Iraq.

Un elemento particolarmente interessante è che il petrolio non è raffinato solamente per farne dei prodotti per i veicoli. Una parte importante della produzione – quella a più bassa qualità – serve infatti a rifornire la miriade di generatori di elettricità che rappresentano praticamente l’unica fonte di corrente elettrica nell’area.

Come sottolinea l’articolo, le attività di raffinazione e vendita del petrolio non solo coinvolgono moltissimi commercianti e operatori che non sono dell’ISIS ma ci lavorano insieme e si guadagnano così da vivere, ma consentono anche di rifornire combustibile e di elettricità la popolazione dell’area controllata (circa 10 milioni), che altrimenti non avrebbe nemmeno gli elementi base della propria quotidianità.

Come ricorda l’inchiesta, la coalizione è restia a colpire le vie di commercio dei prodotti petroliferi per il fondato timore di alienarsi il consenso della popolazione locale. Se il calo dei prezzi del greggio ha ridotto la domanda al di fuori delle aree controllate dall’ISIS, il fabbisogno energetico della popolazione sotto il controllo del califfato resta un importante elemento economico e politico.

Aggiornamento: segnalo un’ulteriore parte dell’inchiesta, che riguarda la cooperazione tra la Siria e l’ISIS nella gestione di alcuni impianti elettrici, sopratutto alimentati a gas (Isis Inc: jihadis and Syria forced into Faustian gas bargain).

SLIDES – Energia e geopolitica: il ruolo delle rinnovabili

Energia e geopolitica: il ruolo delle rinnovabiliSono disponibili qui le slides relative al mio intervento «Energia e geopolitica: il ruolo delle rinnovabili», tenuta lunedì 12 ottobre a Firenze presso il Fondazione Cesifin Alberto Predieri, nell’ambito del dibattito Fonti energetiche rinnovabili: verso una politica energetica integrata.

L’intervento partiva dalla considerazione che parliamo di geopolitica dell’energia perché c’è una interdipendenza economicamente molto significativa tra importatori ed esportatori di fonti fossili. Il gas e il carbone sono importanti, ma in termini di controvalore il petrolio è dominante.

Geopolitica ed economia: il controvalore delle importazioni fossili (al loro delle esportazioni)

Se si guarda alle rinnovabili, nell’ultimo decennio si sono dimostrate un’alternativa concreta nel settore della generazione elettrica, pur dipendendo ancora in larga misura dai sussidi. Nella generazione le rinnovabili hanno così iniziato a competere con le centrali termoelettriche a carbone e gas, come apparso evidente in Europa.

Questa competizione non ha tuttavia toccato il petrolio, che è concentrato soprattutto nel settore dei trasporti. In questo settore, le rinnovabili non hanno invece al momento nessuna reale capacità competitiva: i mezzi elettrici sono limitati dall’assenza di batteria abbastanza potenti, anche trascurando il fatto che l’elettricità è ancora in maggioranza generata da fossili. I biocombustibili sono troppo onerosi e consumano attualmente troppo suolo per essere prodotti in scala sufficiente da sostituire in misura decisiva i derivati del petrolio.

L’impatto geopolitico delle rinnovabili è destinato a restare moderato in Europa e quasi nullo altrove fintanto che queste fonti non saranno in grado di competere in modo credibile nel settore trasporti, sostituendo il petrolio. E salvo salti tecnologici imprevedibili, questa prospettiva sembra ancora piuttosto distante.

SLIDES – Politiche energetiche e ambientali dell’UE

Politiche energetiche e ambientali dell'UESono disponibili qui le slides relative alla lezione «Politiche energetiche e ambientali dell’UE», tenuta sabato 3 ottobre presso il Nuovo Istituto di Business Internazionale della Camera di Commercio di Milano, nell’ambito del corso Business Focus Europa.

Le slides si focalizzano sul contesto globale dei consumi energetici, sull’andamento dell’approvvigionamento energetico delle principali economie europee e sulla sua dimensione economica. La dimensione ambientale è analizzata soprattutto come una variabile chiave per spiegare le scelte di politica energetica a livello europeo.