Il prezzo del greggio in discesa: un sollievo per l’Europa

Petrolio, l’Arabia Saudita dichiara la guerra dei prezzi. E il Brent crollaAspettando che sui riflessi geopolitici commenti meglio Matteo, vi segnalo questo articolo del Sole24Ore in cui si accenna a una possibile guerra dei prezzi in campo petrolifero, con l’Arabia Saudita che da alcuni mesi starebbe tagliando i prezzi di vendita del suo greggio.

Mi preme sottolineare tuttavia una cosa: perché si accenna al fatto che la deflazione che preoccupa l’Europa potrebbe peggiorare?

In quanto zona che importa in larga parte il petrolio dall’estero, l’Europa non può che beneficiare di un minor prezzo di questa importante materia prima.

Certo, chi produce petrolio in Europa o suoi sostituti immediati o attrezzature per l’industria petrolifera potrebbe vedere la propria situazione peggiorare, ma tutti gli altri attori economici dovrebbero semplicemente vedere ridursi i propri costi di produzione, lasciando inalterati o addirittura crescenti i loro margini di guadagno (che potrebbero essere spesi per accrescere la domanda interna di beni e servizi, anziché quella esterna di materie prime). Forse potrebbero essere danneggiate anche alcune imprese che esportano soprattutto in Paesi produttori di petrolio.

Ma nel complesso l’Europa dovrebbe avvantaggiarsene.

Storia dell’energia

Vaclav Smil - Storia dell'energiaLa storia dell’uomo è profondamente influenzata dalla sua capacità di utilizzare l’energia per trasformare il mondo circostante.

Il volume di Smil, un classico, ripercorre l’evoluzione della tecnologia che ha consentito alle diverse società umane di svilupparsi e accrescere le proprie capacità di costruire, di produrre ma anche di distruggere.

Dalla preistoria fino all’epoca contemporanea, Smil accopagna il lettore in una ricostruzione attenta ma accessibile del mondo dell’energia, accompagnata da numerose illustrazioni.

Una lettura che non può mancare a chi si occupa di energia, ma che purtroppo il Mulino non mette più in commercio. Resta naturalmente il testo originale in inglese (molto caro, in verità), oppure si presenta un’ottima occasione per riscoprire quanto sono preziose le biblioteche.


Vaclav Smil
Storia dell’energia. Il ruolo dell’energia nell’evoluzione della civiltà dell’uomo, dalla preistoria a oggi
Il Mulino, 2000, 420 pp.
ISBN/EAN: 978-88-15-07763-9 (cartaceo)
Scheda dell’editore
Servizio Bibliotecario Nazionale

Ucraina: 5 miliardi dall’Occidente per garantire i flussi?

RIA Novosti - Prodan: Ukraine, Russia Disagree on Gas Payment Schedule, Final Deal Still on TableLa negoziazione sul Winter Package è ancora in corso e si chiuderà probabilmente questa settimana. Iniziano tuttavia a essere più chiari i termini e le cifre in gioco.

Inizialmente – almeno al sottoscritto – non erano apparsi chiari i termini del possibile accordo. A un’analisi più approfondita delle diverse dichiarazioni, tra cui quelle del ministro ucraino dell’energia Prodan, emerge come la cifra che il governo ucraino complessivamente dovrebbe pagare quest’anno sia di almeno 5 miliardi di dollari.

Un totale di 3,1 miliardi sarebbero pagati in due o più tranches, a titolo di estinzione del debito. Si tratta di un cifra corrispondente alla valutazione del debito fatta dalla parte ucraina e che sarebbe dovuta anche in caso di una decisione favorevole a Kiev al termine dell’arbitrato.

A questa cifra si aggiungerebbero 1,925 miliardi di dollari per la fornitura di 5 Gmc a un prezzo di 385 dollari/kmc, da pagare anticipatamente rispetto alla consegna. Un eventuale ulteriore consegna di 2 Gmc, indicata come necessaria da Miller, aggiungerebbe 770 milioni, portando i pagamenti per il gas da consegnare a 2,695 miliardi e il conto totale a 5,795 miliardi. Il tutto nei prossimi tre mesi.

Oltre alla cifra complessiva, le parti divergono però anche sull’ordine con cui effettuare i pagamenti: Kiev vorrebbe prima pagare il gas in anticipo e poi iniziare a saldare il debito. Gazprom sembra invece inamovibile nel voler ricevere almeno una prima tranche di pagamento del debito, prima di accettare il pre-pagamento del gas e quindi iniziare le consegne.

Per i governi europei, la paura è che questo sia solo l’inizio di un’emorragia finanziaria necessaria a sostenere il governo di Kiev, sembre più debole economicamente. Paura che temo risulterà fondata.

Russia-Ucraina: accordo sul gas forse in settimana

Bloomberg - Russia, Ukraine Move Toward Interim Gas Deal Before Winter Un accordo temporaneo sulla ripresa delle forniture di gas russo all’Ucraina, il cosiddetto Winter Package, potrebbe arrivare giovedì o venerdì durante un incontro a Berlino.

L’accordo prevederebbe un pagamento da parte ucraina da 3,1 miliardi di dollari: 2 a ottobre e 1,1 a dicembre. In cambio, Gazprom fornirebbe subito 5 Gmc per il mercato ucraino, indispensabili per aumentare il livello di riempimento degli stoccaggi ucraini prima dell’inizio dell’inverno. Ora è al 52%, col nuovo gas russo salirebbe al 68%. Una spiegazione alternativa è che in realtà i nuovi volumi sarebbero usati per alimentare i consumi interni ucraini e prevenire un ulteriore svuotamento degli stoccaggi.

Il prezzo indicato è di 385 dollari ogni mille metri cubi e i 2 miliardi di ottobre servirebbero da pagamento anticipato per tutti e cinque i Gmc. Il saldo di dicembre potrebbe servire per ulteriori 3 Gmc, ma non è stato chiarito. : il pagamento anticipato dei volumi (1,9 miliardi di dollari) andrebbe a sommarsi ai 3,1 miliardi che Naftogaz pagherebbe per gli arretrati.

Sul tavolo resta la questione del debito di Naftogaz verso Gazprom. La cifra, secondo quanto riportato da Reuters, sarebbe di 5,3 miliardi di dollari. Intanto, Gazprom e Naftogaz hanno in sospeso un arbitrato per 4,5 miliardi (dei 5,3 totali) presso la Stockholm International Arbitration Court.

Il Winter Package servirebbe a scongiurare il rischio che Naftogaz devi i flussi di gas russo destinati ai mercati europei per coprire i propri consumi interni, come successo nel 2006 e nel 2009. Sarebbe tuttavia un accordo temporaneo, fino a marzo, in attesa che nella seconda metà del 2015 arrivi una decisione da Stoccolma, in base alla quale regolare i contratti futuri.

L’unica certezza resta in ogni caso l’origine dei fondi usati dal governo di Kiev per pagare, quelli del Fondo Monetario Internazionale, che in maggio ha concesso prestiti per 17 miliardi. E che potrebbe allargare ancora i cordoni della borsa,  concedendo a Kiev ulteriore credito per diversi miliardi. Dietro garanzia dell’Unione Europea, come dichiarato dal Commissario Oettinger.

Aggiornamento: in un’intervista su Russia24, Alexei Miller ha sottolineato come i 5 Gmc potrebbero non bastare a mantenere la stabilità del sistema e che occorre arrivare ad almeno 7 Gmc in totale per garantire la stabilità dei flussi.

Al via oggi TriesteNext

Italia: un hub per l'Europa meridionale?Al via questa mattina la terza edizione di TriesteNext, una tre giorni di incontri dedicati all’energia, alla ricerca scientifica e alla divulgazione. Ricercatori, imprenditori e decisori pubblici si incontreranno per discutere del presente e delle possibili evoluzioni future di tutto quello che ruota intorno al settore energetico, con particolare attenzione all’innovazione tecnologica.

Segnalo in particolare l’incontro Italia: un Hub per l’Europa meridionale?, in calendario il 27 settembre 2014 alle 17:30 presso il Ridotto Teatro Verdi. Oltre al sottoscritto, interverranno Giampaolo Russo, amministratore delegato TAP Italia, e Antonio Sileo, ricercatore dello IEFE della Università Bocconi. A moderare sarà Luca Pagni, giornalista di Repubblica.

Tap: tutti d’accordo, ma chi ci guadagna?

L'Espresso - Tap: tutti d'accordo, ma chi ci guadagna?Segnalo un articolo dal titolo Tap: tutti d’accordo, ma chi ci guadagna?, pubblicato da Stefano Vergine sull’Espresso. Il pezzo ricostruisce la questione in modo chiaro e solleva alcuni giusti interrogativi.

Nell’articolo mi viene attribuita una stima del valore delle tariffe di transito incassate da Snam Rete Gas per un’ipotetica ri-esportazione di tutto il gas azerbaigiano pari a 200 milioni di euro all’anno. L’autore – incolpevolmente – riporta una cifra, pubblicata in un mio articolo apparso sul Caspian Report, frutto di un errore di stampa: la cifra stimata (riportata qui in orginale) è di 150 milioni di euro.