Il petrolio non convenzionale come fenomeno statunitense

The Shale Oil Boom: A U.S. PhenomenonSegnalo un nuovo paper di Leonardo Maugeri The Shale Oil Boom: A U.S. Phenomenon, dedicato tra a ricostruire il panorama del non convenzionale statunitense e a esplorare i fattori che ne rendono difficilmente replicabile il modello in altri Paesi.

Tra i più importanti, oltre alla dotazione geologica, vi sono la disponibilità di attrezzature, la scarsità di popolazione, la miriade di imprese comptitive e proponse al rischio e i diritti di proprietà delle risorse sotterranee (che negli Stati Uniti sono del proprietario del suolo).

Il testo contiene anche qualche interessante spunto di riflessione in ambito geopolitico.

 

TAP, quale impatto in bolletta?

Tap, i numeri e i vantaggi per l’Italia (anche in bolletta)Il TAP sarà costruito e non ci sono dubbi fatto che poterà vantaggi in termini di sicurezza degli approvvigionamenti. Il gas azerbaigiano dovrebbe anche portare un beneficio in termini di maggiore concorrenzialità del mercato, abbassando i prezzi finali.

Stimare di quanto, però, è un esercizio estremamente difficile. Il TAP entrerà in funzione tra 6 o 7 anni: basta pensare a quanto il mercato sia cambiato nei 6 anni passati per ricordarci di prendere con le molle qualunque ipotesi.

Detto questo, un post di Elisa Maiucci di ieri riporta un virgolettato di Giampaolo Russo, Country Manager TAP Italia: «Si prevede una riduzione della bolletta di 6 miliardi e mezzo, di cui buona parte è riconosciuta a Tap come struttura, portando il gas dal Mar Caspio».

Facciamo due conti. Relazione annuale dell’Autorità alla mano, nel 2012 sono arrivati ai clienti finali 61 miliardi di metri cubi a una media di 44,3 centesimi di euro al mc: in totale, 28,5 miliardi, tasse escluse (tavola 3.52).

Attualmente, ci troviamo in una fase di eccesso di offerta, che ha già spinto verso il basso i prezzi della materia prima e ha avviato un processo di parziale superamento delle indicizzazioni al prezzo del petrolio. Inoltre, le previsioni della domanda italiana per il prossimo decennio sono deboli: 77 miliardi di metri cubi (Gmc) al 2020 e 80,4 Gmc al 2025.

Sarebbe dunque molto interessante capire quali stime siano alla base della cifra ipotizzata.

Quando i sussidi battono l’efficienza

Luglio, nuove tariffe: su l'elettricità, giù il gasDa oggi sono in vigore le nuove tariffe dell’energia elettrica e il gas naturale per i clienti del servizio di maggior tutela. Le variazioni (+1,4 elettricità, -0,6% il gas) sono analizzate qui.

Un dato relativo alla bolletta elettrica è però davvero curioso: quello degli oneri generali di sistema, ossia la categoria che raccoglie tutti i vari sussidi che pesano sui consumatori e che vale quasi un quinto dell’importo totale.

Rispetto alle tariffe del trimestre precedente, gli oneri generali di sistema restano invariati sia in valore assoluto (98 euro) sia all’incirca in peso percentuale (19%). Quello che cambia è la loro composizione interna.

Perché i sussidi alle rinnovabili (componente A3) continuano inesorabilmente a crescere di valore e sono arrivati a rappresentare il 93% degli oneri generali di sistema (nel trimestre scorso erano il 91%). Per una famiglia media, si tratta di 91 euro all’anno (nel trimestre scorso erano 88,8).

Visto che gli onesi complessivi sono rimasti invariati, dove si è scelto di tagliare? Nei sussidi alle ferrovie (A4)? In quelli per lo smantellamento delle centrali nucleari (A2)? Certo che no: si è tagliato sull’efficienza energetica, che passa dal 3% all’1% degli oneri, ossia da 2,7 a 1,2 euro all’anno a famiglia.

A scanso di equivoci, la scelta di non aumentare gli oneri mi sembra molto assennata. Credo allo stesso tempo che ci sia poco da aggiungere circa la lungimiranza della scelta di pagare profumatamente i produttori di rinnovabili – ponendo fuori mercato i termoelettrici – e intanto spendere poco o nulla in efficienza.

Il gas azerbaigiano arriverà in Italia

TAP: il tracciatoDopo diversi giorni di indiscrezioni e conferme indirette, è arrivato oggi l’annuncio ufficiale che sarà il gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP) a trasportare il gas azerbaigiano sul mercato europeo, arrivando sulle coste pugliesi in prossimità di San Foca (LE).

La produzione della fase 2 del consorzio Shah Deniz arriverà in Italia transitando per tre diversi gasdotti. Dopo essere estratto dal fondale del Caspio, il gas passerà prima attraverso l’espansione del South Caucuasus Pipeline, in Azerbaigian (443 km) e Georgia (250 km). Poi attraverserà tutta la Turchia per circa 1.700 km lungo il Trans Anatolian Pipeline (TANAP). Infine, arriverà con il TAP direttamente nella rete di Snam RG, attraversando prima la Grecia (550 km), l’Albania (210 km) e il Canale d’Otranto (105 km).

La capacità di trasporto iniziale del TAP sarà di 10 miliardi di metri cubi (Gmc). Per avere un paragone, nel 2012 i consumi dell’Italia sono stati pari a 73 Gmc, quelli europei a 466 Gmc. Nello stesso anno, le importazioni dalla Russia sono arrivate a 107 Gmc.

Il gas azerbaigiano arriverà in Italia non prima del 2019: per quell’anno, i consumi italiani dovebbero essere tornati intorno agli 80 Gmc e le importazioni russe dovrebbero essere aumentate a circa 130-140 Gmc.

Questi pochi numeri sono sufficienti a intuire come l’apporto del gas azerbaigiano alla sicurezza energetica europea sia rilevante ma non determinante. E soprattutto come la costruzione del gasdotto non rappresenti un’alternativa alle importazioni russe, ma solo un complemento.

L’importanza del gas azerbaigiano risiede soprattutto nella possibilità di portare nuovi volumi di gas in competizione sul prezzo, permettendo di aumentare il livello di concorrenzialità del mercato, europeo ma soprattutto italiano.

La possibilità di offrire sul mercato il gas azerbiagiano a prezzi competitivi è stato il fattore determinante che ha consentito a TAP di vincere la concorrenza di Nabucco West, diretto in Austria. A fronte di una capacità di trasporto analoga, la stima del costo di TAP è infatti di 5-5,5 miliardi di euro, contro gli 8 del Nabucco. Dati i fondamentali economici, nulla ha dunque potuto l’appoggio politico della Commissione europea.

L’Italia è il paese che maggiormente beneficerà della nuova infrastruttura e infatti il governo ha tardivamente ma attivamente appoggiato il progetto. Innanzitutto, TAP aumenterà la sicurezza energetica nazionale: 10 Gmc sono un contributo marginale a livello europeo, ma per l’approvvigionamento italiano sono un importante fattore di diversificazione.

In secondo luogo, gli effetti in termini di concorrenzialità del mercato interno potranno essere rilevanti perché per la prima volta il metano sarà importato via tubo senza alcun coinvolgimento di Eni, che è ancora il principale operatore.

In terzo luogo, la volontà dei soci di TAP di raggiungere anche gli altri mercati europei creerà un forte incentivo a una maggiore integrazione del mercato italiano con quelli confinanti, consolidando la convergenza dei prezzi e aumentando la resilienza della rete nazionale, nel caso fossero potenziate le connessioni fisiche.

Finalmente una buona notizia per l’Italia, oltre che per la Grecia e l’Albania. Dopo le tante battute d’arresto sui rigassificatori, finalmente gli operatori internazionali tornano a investire nel Sud dell’Europa.

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Approfondimento: INFOGRAFICA – Trans Adriatic Pipeline

Relazione annuale dell’Autorità

Relazione Annuale 2013Il presidente dell’Autorità per l’energia Guido Bortoni ha tenuto questa mattina la consueta relazione annuale.

Nel primo volume (Stato dei servizi) si affronta il contesto internazionale e analizzano struttura, prezzi e qualità dei settori elettrico e del gas. Per la prima volta, la relazione compre anche lo stato dei servizi idrici, competenza aggiunta l’anno scorso.

Nel secondo volume (Attività svolta) si affrontano gli indirizzi di politica energetica, la regolazione dei mercati e la tutela dei consumatori.