TAP: arriva l’endorsement di Passera

IU - Energia: il Tap è la soluzione perfettaIl TAP, ormai è noto, è il gasdotto destinato a portare il metano azerbaigiano in Italia, a partire dalla fine di questo decennio. In realtà, di 870 km, solo una manciata saranno quelli in suolo italiano: eppure il movimento del no-a-tutto ha trovato un nuovo spauracchio, declinato in no-TAP.

In generale, tuttavia, il gasdotto ha trovato un silenzioso appoggio nel governo. Forte anche del sostegno europeo, dei vantaggi in termini di diversificazione degli approvvigionamenti e della coerenza con la strategia energetica nazionale, fortemente voluta dall’allora ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera.

E oggi è arrivato un endorsement molto partecipato proprio di Italia Unica, il partito a cui Passera sta lavorando da mesi. Si tratta della prima uscita del partito in tema di energia, nonché la prima presa di posizione forte di un partito a favore dell’infrastruttura, alla ricerca del consenso di quella larga fetta della popolazione che vede ancora con favore lo sviluppo infrastrutturale del Paese.

Speriamo che sia uno spunto per un dibattito politico serio in materia di energia.

Malignità: Italia Unica è stata lanciata dal goffo slogan “io siamo“… leggendo il post sul TAP, si incappa in due perle [tempestivamente ora corrette: ma qui c’è lo screenshot]: un veniale “senza socializzazione dei cosi in bolletta” e un ben più stridente “e non pensiamo a cosa succedesse se anche l’Algeria avesse problemi”. I casi sono due: o nessuno ha riletto il post, o è in atto una guerra alla lingua italiana.

Corridoio meridionale: la confusione del Sole

Sole24Ore - La crisi del metano rilancia il corridoio sud dell'Italia Nei momenti di crisi, per l’opinione pubblica è particolarmente importante avere informazioni affidabili e analisi puntuali dei fatti. E invece a noi italiani stamattina è capitato il Sole24Ore.

Stamattina, pagina 7, taglio basso (per chi si avvale ancora della carta): La crisi del metano rilancia il corridoio sud dell’Italia. Titolo fumoso, ma il concetto è solido e condivisibile: meglio diversificare rispetto alla Russia, ben venga il gasdotto dall’Azerbaigian.

Lo svolgimento però inanella una serie di errori di cui è opportuno informare il lettore:

  • il progetto Nabucco è morto e sepolto, tanto che non esiste nemmeno più il sito web;
  • il gas di Shah Deniz oggi non finisce nella rete russa, ma è esportato in Georgia e Turchia attraverso il South Caucasus Pipeline;
  • il TANAP al momento ha di certa solo la prima fase da 16 Gmc/a (10 TAP, 6 mercato turco), mentre gli eventuali upgrade sono ancora tutti da discutere;
  • la concorrenza del rigassificatore OLT di Livorno rispetto ai gasdotti esistenti è al momento pari a zero, visto che il terminale è in stand-by;
  • il gas azerbaigiano trasportato dal TAP è già stato interamente venduto (e non prenotato) e gli acquirenti hanno già firmato i contratti di fornitura.

Lo so, sono dettagli: ma a volte fanno la differenza.

Aggiornamento:

  • la composizione azionaria del consorzio TAP (correttamente indicata nell’articolo) è diversa da quella di TANAP.

Alla canna del gas?

AffarInternazionali - Alla canna del gas?Nicolò Sartori propone oggi un post dedicato a una panoramica degli approvvigionamenti di gas europei e all’analisi delle conseguenze della crisi in Ucraina. Tra l’altro, con un titolo molto azzeccato: Alla canna del gas?

Ricostruzione puntuale, che si chiude parlando di TAP. La crisi ucraina rappresenta infatti quanto di meglio si possa immaginare per ricordare l’importanza di diversificare le rotte di approvvigonamento. E dunque di quanto sia utile per l’Italia il nuovo gasdotto in arrivo dall’Azerbaigian.

Sartori conclude dicendo in modo molto elegante che lo sviluppo delle grandi infrastrutture energetiche è una questione troppo seria e importante per lasciarla in balia dei ricatti delle amministrazioni locali.

In fondo – e questo l’aggiungo io – la sicurezza energetica passa anche dalla revisione del Titolo V della Costituzione.

Total mette in vendita la propria quota in Shah Deniz

Reuters -  UPDATE 3-Total to sell its stake in Azeri Shah Deniz gas fieldLa multinazionale francese Total ha annunciato di voler cedere la sua quota del 10% nel progetto Shah Deniz, il giacimento di gas azerbaigiano dell’offoshore del Caspio destinato a rifornire anche il TAP.

La decisione di  disinvestire arebbe dovuta alla strategia di Total di concentrare gli investimenti solo sui progetti dove è operatore, come nel caso di Absheron.

La cessione delle quote arriva a qualche mese di distanza dalla decisione finale di investimento sul progetto e dalla decisione di Statoil di ridurre a sua volta la propria partecipazione, dal 25,5% al 15,5%. In quel caso, a rilevare la quota fuono BP e Socar, per 1,45 miliardi di dollari.

A comprare la partecipazione di Total potrebbe invece essere l’azienda di stato turca Botas, che dovrebbe partecipare anche al Tanap. Il governo turco ha già peraltro una quota iin Shah Deniza (9%) attraverso l’altra azienda di stato, TP.

L’Azerbaigian e il Corridoio meridionale

Azerbaijan and the Southern Gas Corridor to Europe: Implications for U.S. and European Energy Security – Conference ReportÈ disponibile online il report relativo alla conferenza Azerbaijan and the Southern Gas Corridor to Europe: Implications for U.S. and European Energy Security, organizzata dalla Jamestown Foundation il 13 Settembre 2013.

Il report non presenta contenuti particolarmente innovativi, ma raccoglie una serie di contributi interessanti. Particolarmente utile l’executive summary, che chiarisce in modo puntuale le questioni principali relative al Corridoio meridionale.

Completano il report alcuni grafici interessanti (come la ripartizione per campi della produzioen di gas azerbaigiana nei prossimi dieci anni), cartine e la trascrizione dei principali dibattiti dei tre panels.