Forse venerdì la decisione su Tap

Attesa venerdi' decisione su gasdotto 'corridoio sud'Secondo non meglio precisate “fonti Ue” citate da Repubblica, la decisione definitiva sul corridoio meridionale dovrebbe essere annunciata venerdì 28 giugno.

Dopo l’acquisto da parte della compagnia statale azerbaigiana Socar di Desfa, l’operatore delle infrastrutture di trasporto elleniche, le quotazioni del Tap sono notevolmente aumentate. Il gasdotto è infatti l’unico ad attraversare la Grecia e la strategia delle autorità azerbagiane è quella di investire nelle infrastruttue di esportazione del proprio gas, come avvenuto nel caso del Tanap (la sezione turca del gasdotto).

A rafforzare ulteriormente la posizione politica di Tap è arrivato anche l’accordo quadro tra la società e il governo greco sulla realizzazione dell’opera: dai termini di compensazione dei terreni attraversati agli standard tecnici adottati, oltre alle questioni direttamente economiche relative al transito.

La sezione ellenica è la più lunga di tutto il Tap e rappresenterebbe il principale investimento estero in Grecia: 1,5 miliardi di euro, secondo la stima iniziale. La sensibilità del governo greco sul punto è forte: dopo la mancata acquisizione di Depa da parte di Gazprom per 900 milioni di euro, la necessità di attrarre nuovi investimenti dall’estero è diventata ancora più forte.

Socar annuncia l’acquisto di Desfa

SOCAR purchases a major stake in Greece natural gas transmission system operator - DESFA S.A.Come anticipato, la compagnia di Stato azerbaigiana Socar ha acquisito il 66% di Desfa, la società che gestisce la rete di trasporto ellenica.

Con un comunicato, Socar annuncia di aver raggiunto un accordo con Hradf, l’agenzia greca delle privatizzazioni. A seguito della rinuncia Gazprom, l’offerta azerbaigiana era l’unica ad essere stata formalizzata: considerando il delicato stato delle privatizzazioni in Grecia, sarebbe stato difficile ipotizzare un mancato accordo con Socar.

Con l’acquisizione di Desfa, Socar imprime una svolta al processo di scelta del gasdotto destinato a trasportare in Ue il gas naturale del Caspio. Solo una delle due infrastrutture in lizza, il Tap, transita per la Grecia e dunque si trova ora notevolmente avvantaggiata rispetto all’alternativa, il Nabucco occidentale.

Si tratta dunque di un’ottima notizia per l’Italia, che potrebbe veder aumentare la propria capacità di importazione di 10 miliardi di metri cubi all’anno entro la fine del decennio, con un aumento della diversificazione delle foniture, della concorrenzialità del mercato e delle possibilità di una più stretta integrazione con gli altri mercati europei..

Fluxys pronta a entrare in TAP

Fluxys signals strong interest to join TAPLa società di reti belga Fluxys ha manifestato pubblicamente il proprio interesse a entrare nel consorzio TAP, qualora il gasdotto fosse scelto come tratto finale dell’infrastruttura destinata a trasportare il gas naturale azerbaigiano sui mercati dell’UE.

Fluxys è attivo su diversi mercati europei: opera l’interconnettore tra la Gran Bretagna e il Belgio e, soprattutto, l’infrastruttura che trasporta il gas del Nord Europa fino al confine italiano (TENP/ Transitgas).

Non operando direttamente sul mercato italiano, l’interesse di Fluxys indica l’esistenza di concrete possibilità che l’Italia diventi il punto di accesso del gas azerbaigiano al mercato europeo. Questo potrebbe avvenire anche sulla base di meccanismi di swap di volumi sui diversi mercati o sui diversi punti della medesima rete.

L’annuncio, venuto a seguito di una trattativa iniziata nel 2012, rappresenta un ulteriore rafforzamento del progetto TAP nella competizione con Nabucco West. Una decisione finale sul progetto è attesa entro l’estate.

Attualmente gli azionisti di TAP sono tre: Axpo (42.5%), Statoil (42.5%) ed E.ON (15%). Se scelto, TAP vedrebbe entrare nel proprio capitale, oltre a Fluxys, anche tre membri del consorzio Shah Deniz: BP, Total e SOCAR. La prospettiva di una diluizione delle quote tra operatori di primo piano del mercato europeo consente una maggiore ripartizione del rischio e quindi rappresenta un elemento di forza per il TAP.

Gazprom sempre più vicina a Depa

DEPAGazprom sarebbe sempre più vicina a rilevare Depa (Δημόσια Επιχείρηση Παροχής Αερίου), la società integrata greca di trasporto (tramite Desfa) e distribuzione  del gas naturale in fase di privatizzazione.

Dopo che il governo greco ha infatti accettato le richieste russe,  l’accordo per la cifra di 900 milioni di euro è sempre più vicino (Reuters).

Da un lato Gazprom ha superato di parecchio la seconda offerta in campo per tutta Depa, fatta dal consorzio ellenico M&M, composto da Motor Oil e Mytilineos (550 milioni di euro).

Dall’altro, il governo greco ha ridotto l’anticipo richiesto (dal 20 al 10%), ne ha garantito la restituzione nel caso la Commissione europea blocchi l’operazione (approfondimento) e ha infine garantito la copertura totale per 180 milioni di crediti di Depa (se non saranno recuperati per la fine del 2015).

L’accordo definitivo non è tuttavia ancora stato raggiunto e l’agenzia delle privatizzazioni greca (Hradf) ha fatto slittare la scandeza per le offerte, prevista inizialmente per il 29 maggio. Resta infatti ancora aperta la partita per la vendita separata di Desfa, la sussidiaria di Depa per il trasporto, a cui è sono interessate la compagnia di Stato azerbaigiana Socar e la compagnia russa privata (ma molto vicina a Gazprom) Sintez.

Gazprom abbassa i prezzi e aumenta i volumi

Alexander MedvedevGazprom ha rivisto al ribatto le stime del prezzo medio per le forniture di gas naturale ai clienti Ue nel 2013, secondo quanto riportato da Staffetta Quotidiana.

Il prezzo medio per mille metri cubi scenderà così a 370-380 dollari, contro i 402 del 2012.

A più che bilanciare i prezzi più bassi saranno – nelle stime di Gazprom – i maggiori volumi: 151,8 miliardi di metri cubi previsti per il 2013, 13 in più rispetto al 2012. Complessivamente, i ricavi dovrebbero così crescere, passando da 55,8 miliardi di dollari nel 2012 a 56,2-57,7 nel 2013.

Nel primo quadrimestre delle esportazioni russe verso l’UE sono effettivamente aumentare, passando da 51,3 a 54,7 miliardi di metri cubi. Restano tuttavia dubbi sulla consistenza della domanda sui mercati europei, soprattutto viste le non esaltanti prospettive economiche dell’area euro per il secondo semestre.