Overstretching russo sul fronte gasdotti?

GazpromGazprom ha annunciato nelle scorse settimane la firma di due memoranda per il potenziamento delle infrastrutture di esportazione dirette in Europa occidentale.

Il primo, con la polacca EuroPolGaz, riguarda l’ampliamento del gasdotto Yamal-Europa da 33 ad almeno 48 miliardi di metri cubi all’anno, con il nuovo gas diretto soprattutto verso Ungheria e Slovacchia. L’entrata in funzione è ipotizzata per il 2019.

Il secondo, con l’olandese Gasunie, allo scopo di raddoppiare ulteriormente la capacità di Nord Stream, da 55 a 110 miliardi di metri cubi all’anno. Le due nuove linee servirebbero a portare il gas fino alla Gran Bretagna e ha suscitato l’interesse anche di BP. L’ampliamento dell’infrastruttura avverrebbe verso il 2018.

Oltre a esprimere una non-scontata fiducia nelle prospettive future del mercato europeo, la strategia russa risponde a diverse esigenze.

In primo luogo, quello di ridurre ulteriormente il peso dell’Ucraina quale Paese di transito per il gas russo: la creazione del Nord Stream ha già alleggerito la quota dell’Ucraina (che comunque resta sopra il 50%), riducendo le opportunità per l’Ucraina di ricattare Gazprom o i suoi clienti europei.

La seconda esigenza a cui risponde la strategia di Gazprom è quella di rafforzare la posizione politica dell’azienda nei confronti della Commissione Europea, con la quale è ancora aperto il contenzioso antitrust. Provvedimenti particolarmente duri contro un’azienda pronta a investire tanto in Europa risulterebbero infatti politicamente indigesti.

Infine, nell’ottica della strategia commerciale di Gazprom, le nuove linee di importazione potrebbero rappresentare una contromisura attivabile in caso di scelta del Nabucco come gasdotto per il gas azerbaigiano. L’arrivo del gas di Shah Deniz nei Balcani potrebbe ridurre l’appetibilità del già complesso South Stream, indirizzando gli sforzi finanziari di Gazprom in un’altra direzione.

È bene in ogni caso ricordare che la difficile e incerta congiuntura economica in Europa e il riorientamento di Gazprom verso oriente suggeriscono cautela nel valutare le reali possibilità che le infrastrutture proposte siano effettivamente realizzate, soprattutto nei tempi previsti.

Statoil nel capitale di TANAP

Statoil to double its investments in AzerbaijanL’operatore statale norvegese Statoil ha ribadito il proprio interesse nell’ipotesi di acquisizione di una quota del gasdotto TANAP, destinato a trasportare il gas azerbagiano di Shah Deniz 2 sul mercato turco (6 miliardi di metri cubi all’anno) e in UE (10 miliardi di metri cubi all’anno).

Statoil controlla non solo il 25,5% del consorzio di sviluppo di Shah Deniz, che fornirà tutto il gas trasportato attraverso TANAP, ma anche il 42,5% del progetto TAP, il gasdotto proposto per portare il gas azerbaigiano dal confine con la Turchia fino in Puglia, attraverso Grecia e Albania.

L’ingresso di Statoil nel capitale di TANAP potrebbe dunque rappresentare un segno positivo per il TAP, impegnato nella competizione con il Nabucco West per aggiudicarsi il contratto con il consorzio di Shah Deniz. La decisione finale è attesa per il prossimo giugno.

Shah Deniz: si valutano i progetti

Shah Deniz consortium starts evaluation of gas transportation offersI membri del consorzio di Shah Deniz hanno comunicato di aver iniziato il processo finale di valutazione dei due progetti finalisti per il trasporto del gas azerbaigiano in UE, TAP e Nabucco West.

La decisione è attesa per il mese di giugno, mentre già da fine aprile dovranno essere rese legamente vincolanti le offerte di trasporto formulate dai due consorzi.

La valutazione prevede otto criteri: potenzialità commerciali, potenzialità di consegna tempestiva e completa (deliverability) del progetto e del piano finanziario, disegno ingegneristico, trasparenza, operabilità, scalabilità e considerazioni politiche. Queste ultime, in particolare, potrebbero fare la differenza a favore di uno dei due progetti.

Nel mese di maggio sono invece attese le offerte di acquisto da parte degli operatori europei: data la necessità di garantire un mercato finale al progetto in congiuntura incerta come quella attuale, questo è destinato a essere determinante per tutto il processo di scelta.

 

Eni guarda sempre più a est

Il retroscena Eni cede ai cinesi il 20% di “Area 4”Eni ha annunciato la cessione del 20% del giacimento Mamba Sud (Mozambico) alla compagnia statale cinese CNPC. In cambio, oltre a 4,2 miliardi di dollari, Eni ha anche ottenuto la partecipazione nello sviluppo delle attività di estrazione di gas non-convenzionale nell’area di Rongchang (Cina continentale).

Oltre a rappresentare una bella inizione di liquidità e un’opportunità di diluire i costi di sviluppo del giacimento offshore africano (oltre 2.000 Gmc nel posto), l’operazione rafforza sia la copertura politica nelle operazioni africane, sia la proiezione internazionale verso il mercato cinese.

Snam: piano strategico 2013-2016

Snam presenta il Piano Strategico 2013-2016Snam Rete Gas ha presentato il piano strategico per il prossimo quadriennio, con investimenti pari a 6,2 miliardi di euro, di cui 1,3 nel solo 2013.

Tra le infrastrutture programmate, altri 1.000 km di rete (+3% rispetto al 2012) e 150 MW di potenza di compressione installata (+17% rispetto al 2012), con un potenziamento complessivo della capacità di reverse flow verso altre reti europee.

Sul fronte dello stoccaggio, Snam ha annunciato un aumento della capacità di modulazione del 25% (da 10,7 Gmc nel 2012 a circa 13,5 Gmc nel 2016) e a un incremento del 14% della capacità di punta.

Sul piano internazionale, Snam prevede un consolidamento delle partecipazioni recentemente acquisite: quelle effettuate nel quadro dell’alleanza Fluxys (tra cui le interconnessioni UK-continente), che richiederanno altri 100 milioni di euro di investimenti nei prossimi anni, e soprattutto quelle nella rete francese TGIF, acquisita al 45% da Snam assieme a EDF e GIC.

L’acquisizione di TGIF, che richiederà ulteriori 600 milioni di euro, è particolarmente importante perché destinata a essere un tassello fondamentale della rete unica europea, in grado di interconnettere i rigassificatori spagnoli con il mercato francese, ma anche con quelli dell’Europa centrale.

Eurogas: i consumi europei nel 2012

Eurogas Press Release on "Gas consumption hit for second year running"Eurogas ha pubblicato le stime relative ai consumi di gas nel 2012: Gas consumption hit for second year running. Il mercato europeo ha fatto registrare consumi complessivi per 466,3 Gmc, -2% rispetto al 2012.

Il quadro è tuttavia piuttosto eterogeneo, con tendenze diverse a seconda delle zone del continente.

Tra i mercati in crescita, ci sono quelli tedesco (1%), francese (4%) e polacco (6%).

Tra i mercati in contrazione, ci sono quelli italiano (-4%), britannico (-5%), spagnolo (-3%), olandese (-3%).

Dal punto di vista delle dimensioni assolute, la Germania (84,2 Gmc) ha sorpassato il Regno Unito (79,2 Gmc) come primo mercato continentale per il gas naturale.