Presidenza italiana dell’UE e energia: focus sulle interconnesioni

NGE - Italian Presidency to Focus on Interconnections, Neutral to TargetsSegnalo una mia intervista dal titolo Italian Presidency to Focus on Interconnections, Neutral to Targets, realizzata da Sergio Matalucci per Natural Gas Europe.

Si è parlato di interconnessioni, di nuovi gasdotti, di Mediterraneo e, naturalmente, di presidenza italiana dell’UE. Un ruolo che, lo confesso, ritengo largamente simbolico e poco incisivo, soprattutto quando non ci sono priorità chiaramente definite e portate avanti a livello nazionale.

GSE: già nel 2013 più rinnovabili che gas

GSE - Fuel Mix Disclosure: determinazione del mix energetico nazionale per gli anni 2012-2013Il Gestore Servizi Energetici (GSE) ha pubblicato le statitische relative al mix iniziale nazionale dell’energia elettrica immesso in rete negli anni 2012 e 2013. Secondo i dati, che integrano produzione interna e importazione, nel 2013 le fonti rinnovabili nel loro insieme hanno contribuito per il 37,5% contro il 33,7% del gas naturale.

Come evidenziato anche dai dati Assoelettrica, si tratta di una tendenza consolidata, che peraltro è andata ulteriormente rafforzandosi nel primo semestre 2014. A dare un contributo essenziale, oltre ai sussidi alle rinnovabili, è stata soprattutto l’ottima prestazione dell’idroelettrico.

Notevole anche la quota stabile del nucleare di importazione, a conferma delle potenzialità di questa fonte e del ruolo che essa gioca non solo nel mix energetico francese, ma più in generale nel processo di consolidamento del mercato elettrico europeo.


GSE - Composizione del mix iniziale nazionale utilizzato per la produzione dell'energia elettrica immessa nel sistema elettrico italiano


Obiettivi europei sulle rinnovabili: chi bene, chi male

Energia rinnovabile al 2012, obiettivi al 2020 e differenza in punti percentualiQuando finalmente avremo una nuova Commissione, una delle prime questioni sul tavolo sarà quella degli (eventuali) obiettivi al 2030. E in particolare dell’opportunità di fissare un nuovo livello minimo di rinnovabili sul consumo finale lordo.

Per capire le posizioni sulla questione, è utile vedere anche cosa stiano facendo i governi rispetto agli obiettivi già in vigore per il 2020. Sebbene l’obiettivo europeo sia del 20%, in realtà dopo lunghe trattative ciascun Paese ha ottenuto un obiettivo nazionale.

Rispetto a quel livello nazionale i governi si sono impegnati in modo vincolante, ma non tutti sono su una traiettoria adeguata. Purtroppo, gli ultimi dati ufficiali diffusi da Eurostat sono aggiornati al 2012 [no comment], ma sono utili per farsi un’idea.

Il dettaglio è riportato nella tabella sotto, ma tra le grandi economie i britannici, i francesi e gli olandesi siano distanti di circa 10 punti percentuali dagli obiettivi e abbiano davvero ancora parecchia strada da fare. Al contrario, i due grandi Paesi più virtuosi sono la Polonia e soprattutto l’Italia, seguiti da Germania e Spagna. Complice, nel nostro caso, oltre ai noti sussidi anche il calo dei consumi complessivi.

Sebbene le questioni sul tavolo siano numerose e complesse, visti i risultati fin qui raggiunti, è probabile che il Regno Unito e la Francia avranno meno interesse degli altri a spingere per ulteriori obiettivi vincolati. I primi perché più propensi a soluzioni di mercato che mettano in concorrenza rinnovabili ed efficienza, i secondi perché puntano anche per il futuro al nucleare come elemento chiave della decarbonizzazione.

Per qualche considerazione in più, rimando al Focus 17/2004.


Energia rinnovabile al 2012, obiettivi al 2020 e differenza in punti percentualiQuota di energia rinnovabile sul totale dei consumi finali lordi


Assoelettrica: nel 2014 consumi in calo, sussidi no

Newsletter Assoelettrica-I dati congiunturali del settore elettrico italiano (#3y14 gennaio-giugno2014)Assoelettrica ha diffuso il nuovo numero la propria newsletter con l’analisi dei dati congiunturali relativi al settore elettrico italiano nei primi sei mesi del 2014.

Ancora cattive notizie: consumi in calo, con l’economia nel suo insieme che non dà segni di voler ripartire. Gli italiani hanno consumato da gennaio a giugno 143 TWh, quasi 5 in meno rispetto allo stesso periodo del 2013 (-3,2%).

A peggiorare il quadro, un calo della produzione interna ancora più marcato (-4,4%), che ha fatto peggiorare il saldo (già negativo) con l’estero. Importiamo generazione da carbone tedesca e, soprattutto, nucleare francese, per un totale di quasi l’8% dei consumi (qui i dati ICE relativi al controvalore nei primi 4 mesi).

Guardando alla generazione, benissimo l’idroelettrico (+8,5%), che favorito dalle condizioni climatiche si conferma la seconda fonte, con 29 TWh. Male invece il gas, la nostra fronte principale: le centrali elettriche a metano hanno generato solo 50 TWh (-16,2%). Stessa riduzione in percentuale dei consumi di gas per la generazione, a conferma che ormai stanno ferme le centrali più efficienti.

In questo quadro, oltre ai gestori dell’idroelettrico (il carbone bianco!), a passarsela particolarmente bene sono invece i recettori di sussidi per le rinnovabili, che solo nel primo semestre sono arrivati alla cifra record di 5,9 miliardi di euro, 400 milioni in più dello stesso periodo del 2014.

A essere maligni, si potrebbe far notare che la cifra è stata pari a tre volte quanto il governo cinese pagherà in totale il 10% di Snam e Terna. Oppure a quanto il governo si aspetterebbe dalla (s)vendita del 5% di Eni e Enel. Forse è ora di ripensare la nostra “politica” energetica?

Unione Petrolifera – Relazione annuale 2014

Italia – Domanda di prodotti petroliferi al 2030Segnalo la consueta pubblicazione della Relazione annuale di Unione Petrolifera, l’associazione degli industriali del settore.

La relazione ricostruisce in modo puntuale l’evoluzione del mercato petrolifero internazionale e del settore energetico in Italia, per poi naturalmente approfondire le dinamiche del settore petrolifero nel nostro Paese, dalla produzione alla raffinazione, dalla commercializzazione alle questioni fiscali.

Interessanti, anche se tutt’altro che sorprendenti, le attese di riduzione strutturale della domanda di prodotti petroliferi sul mercato nazionale, destinata ad aggravare la già difficile situazione della raffinazione in Italia.

La relazione è integrata da un corposo databoook energia e petrolio [se il file risulta illeggibile, rinominatelo aggiungendo l’estensione .pdf].

Per chi volesse fare un po’ di serie storiche, oltre alla sezione statistica del sito UP, rimando anche alle relazioni degli anni passati: 2008, 2009, 2010, 2011, 2012 e 2013.

IEA: la sicurezza energetica dei Paesi membri

IEA - Energy Supply Security: The Emergency Response of IEA Countries - 2014 EditionCome riportato da SQ, l’Agenzia internazionale per l’energia ha pubblicato dell’edizione 2014 dell’Energy Supply Security: The Emergency Response of IEA Countries.

Si tratta di un report di oltre 600 pagine che che ricostruisce le politiche di risposta alle emergenze in materia di approvvigionamento di gas e petrolio dei Paesi membri e di alcuni Paesi chiave (Cile, Cina, India e ASEAN).

Naturalmente, è disponibile anche una scheda dedicata all’Italia, scaricabile qui. La scheda ricostruisce brevemente la struttura e l’evoluzione del settore petrolifero e di quello del gas dal 1973 a oggi, illustrando poi le misure di emergenza previste dalla legge e le strutture governative preposte.

Nel complesso, il sistema sembra disporre degli strumenti adeguati a far fronte ad eventuali emergenze, anche se la futura riduzione della capacità di raffinazione potrebbe rappresentare un problema.


Le infrastrutture petrolifere italiane (© IEA)Le infrastrutture del gas in Italia (© IEA)