Il progetto South Stream va avanti, ma perde i pezzi. Leonid Chugunov, il manager di Gazprom a capo del progetto, ha annunciato oggi che il ramo meridionale del progetto, che avrebbe dovuto raggiungere l’Italia meridionale passando per Bulgaria e Grecia, è stato cancellato (Agi, La Stampa, Sole24Ore).
Spiengandone le ragioni, Chunugov ha fatto riferimento al fatto che l’Italia meridionale abbia “altri progetti”, un chiaro riferimento all’ipotesi che il TAP abbia la meglio nella competizione per l’importazione di gas azerbaigiano.
Gazprom ha anche annunciato che il 7 dicembre saranno ufficialmente avviati i lavori per la costruzione della tratta sottomarina del South Stream, con una portata annua di circa 60 Gmc. Il costo di questa prima sezione dovrebbe essere di almeno 10 miliardi di euro, mentre il collegamento terrestre tra le coste bulgare e l’Austria dovrebbe costare 6 miliardi di euro, per un totale di 16 miliardi di euro, senza considerare la parte sul territorio russo.
Nonostante l’annuncio, restano forti dubbi soprattutto sul fatto che l’infrastruttura possa diventare operativa nel corso del decennio, anche a fronte delle deboli prospettive di recupero della domanda europea di gas naturale.