Forum strategico Francia-Italia

Segnalo un evento organizzato dall’Istituto Affari Internazionali (IAI) e dall’Institut Français nell’ambito del Forum strategico Francia-Italia, dal titolo Riflessioni comparate su modelli e strategie energetiche. Si tratta di una conferenza dedicata al confronto tra i due modelli energetici, a cui parteciperanno ricercatori e professionisti dei due Paesi, in programma a Roma per il 13 maggio alle 15:30 a Palazzo Rondinini.

Rispetto al programma originale, al posto del sottoscritto interverrà Nicolò Rossetto.

Energia: Italia e Francia modelli a confronto

Terna: RAB e priorità di investimento

IEW - Mendl’s patisserie and the Country of NimbyLa trasmissione di energia elettrica in Italia è svolta da Terna, la società costituita nel 1999 all’interno di Enel e passata successivamente sotto il controllo di Cassa Depositi e Prestiti (Enel è uscita definitivamente nel 2012).

Terna opera in regime regolato, data la natura particolare del servizio che svolge, e per attrarre investimenti la legge prevede un meccanismo di remunerazione predeterminata, chiamata Regulatory Asset Base, il cui costo finisce nelle bollette.

Il meccanismo consente grandi volumi di investimenti, ma crea degli effetti distorsivi molto rilevanti, come mette in luce un post dell’ISPI Energy Watch, Mendl’s patisserie and the Country of Nimby.

Grosseto: presentazione del rapporto energia ISPI

ISPI - Energia e geopoliticaSegnalo che venerdì 17 aprile si terrà a Grosseto una conferenza di presentazione del  Rapporto “Energia e geopolitica. Gli attori e le tendenze del prossimo decennio”, realizzato nell’ambito dell’Osservatorio Energia dell’ISPI.

L’evento è presentato da Gianni Bonini, Amministratore Delegato di Geacom, e Giancarlo Ciarpi, Direttore generale della Banca della Maremma.

Alla presentazione parteciperanno Valter Pallano, Amministratore Delegato di IREN Mercato, Nicolò Rossetto, autore del capitolo sull’UE, e il sottoscritto.

L’appuntamento è per le 17 presso la Sala delle Conferenze della Banca della Maremma, a Grosseto.

Snam Rete Gas: il piano decennale 2015-2024

SRG - Piano decennale 2015-2024Snam Rete Gas ha appena pubblicato il proprio Piano decennale 2015-2024. Il documento è particolarmente interessante perché esplicita le aspettative di SRG relative all’evoluzione di domanda e offerta di gas nel medio periodo e rappresenta uno dei pochi esercizi in materia pubblicamente disponibili.

Dal punto di vista della domanda, SRG è ottimista circa il recupero dei consumi di gas, con un incremento medio annuo tra il 2014 e il 2024 del 2,1%, passando da 60,5 a 74,8 Gmc [i dati in questo blog sono riportati a 39 MJ/mc, mentre SRG li riporta a 38,1 MJ/mc: qui la spiegazione].

In particolare, l’aspettativa è di una crescita dei consumi delle centrali termoelettriche (+3,9% medio annuo, +8 Gmc), dovuto agli effetti dell’attesa ripresa economica sulla domanda totale di elettricità. Il secondo contributo in ordine di importanza è quello del residenziale (+1,3% medio annuo, +3,6 Gmc), dovuto principalmente al fatto che l’inverno 2014 è stato mite in modo anomalo. La domanda industriale è invece attesa stabile, a causa degli incrementi di efficienza nei processi produttivi.

Un ulteriore contributo all’aumento della domanda è atteso da settore trasporti, dove SRG prevede un aumento della domanda sia sotto forma di gas naturale compresso (la Panda a metano…) (+1,2 Gmc), sia sotto forma di GNL direttamente utilizzato da tir speciali e mezzi marittimi (e impianti industriali non connessi alla rete gas) (+0,9 Gmc).

SRG - Tabella 12: Proiezione domanda di gas naturale in Italia

Dato particolarmente rilevante per la sicurezza del sistema, «anche in prospettiva, la domanda giornaliera non subirà rilevanti variazioni rispetto ai valori massimi storici registrati fino al 2012». La domanda di gas è infatti molto variabile e il sistema è davvero messo alla prova solo in quei giorni invernali molto freddi in cui la domanda arriva a essere quasi il triplo di un giorno medio. Il sistema ha resistito bene al picco storico del 6 febbraio 2012 e una stabilizzazione della domanda giornaliera implica che il sistema possa essere in grado di affrontare nuovi picchi analoghi, a parità di condizioni (come lo stoccaggio).

Dal punto di vista dell’offerta, il dato che attrae maggiormente l’attenzione è l’attesa di un aumento significativo della produzione nazionale (+4,3 Gmc). Questo aumento sarebbe l’effetto combinato di una moderata contrazione della produzione di gas naturale (circa -0,7 Gmc) e di una forte diffusione della produzione di biometano (+5,0 Gmc, a fronte di una produzione oggi limitata).

All’aumento della produzione nazionale è previsto che si sommi anche un aumento delle importazioni di 17,6 Gmc, di cui 7,6 saranno destinati all’avvio del flusso di esportazioni verso la Svizzera e la Germania attraverso il Passo Gries.

Tabella 14: Proiezione offerta di gas naturale in Italia

Le previsioni proposte dal piano di SRG sono senza dubbio un riferimento autorevole e fondato metodologicamente. Esistono tuttavia alcuni punti particolarmente esposti a incertezza.

In primo luogo, la ripresa della domanda termoelettrica dipenderà molto da come saranno perseguiti a livello europeo e nazionale i nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030, ossia da quanto si vorrà ancora sussidiare le rinnovabili e da quanto fortemente si deciderà di alzare il costo di emettere gas climalteranti (penalizzando più o meno il carbone rispetto al gas).

Un secondo punto delicato è quello della produzione di biometano. SRG è molto ottimista sulla capacità di realizzazione di nuova capacità nel corso dei prossimi dieci anni, ma molto dipenderà da quanto sarà forte l’intervento di sostegno pubblico al settore.

Un terzo punto delicato è quello dell’effettiva portata dei volumi esportati in direzione nord al Passo Gries. La capacità di trasporto sarà probabilmente disponibile appieno già all’inizio del prossimo decennio, ma l’entità dei volumi che saranno fisicamente in uscita a nord dipenderà molto dalle dinamiche della domanda negli altri mercati europei e dalla disponibilità su quei mercati di offerta alternativa a prezzi competitivi.

Tante variabili possono insomma intervenire, il che rende particolarmente utile l’obbligo di legge per SRG di aggiornare annualmente il piano decennale e sottoporlo a consultazione.

Eurogas: nel 2014 consumi UE -11%

Consumi di gas naturale in Europa nel 2014

Secondo i dati riportati da Eurogas, nel 2014 in UE si sono consumati 409 Gmc di gas, con una contrazione dell’11% rispetto al 2013. In totale, i minori consumi sono stati di 51 Gmc: per avere un’idea, è come se l’intera Francia avesse smesso di usare gas.

Nello spazio europeo in senso lato, la Turchia è invece l’unica grande economia ad aver fatto registrare una aumento dei consumi.

Variazione dei consumi di gas naturale in Europa (2014-2013, miliardi di metri cubi)

La contrazione maggiore si è registrata nei grandi mercati, Germania in testa. A causare la riduzione dei consumi ha contribuito soprattutto il clima particolarmente mite nel primo trimestre, che nel Nord Europa ha portato a un crollo verticale della domanda per il riscaldamento.

La riduzione della domanda ha poi interessato anche la generazione termoelettrica, schiacciata tra le rinnovabili sussidiate da una parte e il carbone a basso costo (sia come materia prima, sia come prezzo dei permessi di emissione) dall’altra.

Anche la difficile situazione economica ha contribuito alla riduzione della domanda, anche se i consumi di gas nel settore industriale sono aumentati in alcuni Paesi, in particolare in Germania. In Italia sono invece rimasti sostanzialmente invariati.

Variazione dei consumi di gas naturale in Europa (2014-2013, percentuale)

Nel complesso, i dati Eurogas tracciano il quadro di una domanda europea debole, il cui recupero dipende da due ordini di fattori. Dal punto di vista congiunturale, le temperature più rigide hanno già fatto riprendere i consumi per riscaldamento nei primi mesi del 2015, mentre per un aumento dei consumi legato alla ripresa economica occorrerà attendere.

Dal punto di vista strutturale, sarà determinante quanto le politiche a livello europeo porteranno a un aggiustamento degli strumenti impiegati per ridurre le emissioni climalteranti. Se il focus delle nuove misure al 2030 passerà effettivamente dal sussidio delle rinnovabili a una maggiore attenzione per il prezzo del emissioni, il gas naturale nelle generazione elettrica potrebbe tornare a crescere in misura significativa, recuperando almeno in parte il terreno perduto.

Fino ad allora, non ci sarà un gran bisogno di nuove infrastrutture di importazione: quelle esistenti e in costruzione bastano e avanzano. Basta pensare che nel 2010, con meno infrastrutture di oggi, le importazioni erano circa 80 Gmc più alte.

Il momento di attuale eccesso di offerta potrebbe invece essere sfruttato al meglio spingendo per un aumento delle interconnessioni tra le reti europee, per mettere meglio in competizione tra loro i fornitori e aumentare l’efficienza del sistema. La comunicazione sull’Unione dell’energia ne ha parlato: vedremo quanti fatti seguiranno alle parole.

I’m smart because you’re stupid: l’autoconsumo e il mercato elettrico italiano

IEW - I’m smart because you’re stupidLe politiche nate rapsodicamente negli ultimi anni per promuovere le rinnovabili hanno creato significative distorsioni nei mercati elettrici di tutta Europa, a partire da quello italiano.

Una di queste distorsioni è messa ben in evidenza in un post di Carlo Durante, pubblicato dall’IEW: I’m smart because you’re stupid.

Come spiega chiaramente Durante, nel decennio scorso il regolatore ha adottato una serie di misure volte a favorire la diffusione delle rinnovabili presso produttori che fossero anche consumatori, in piena sintonia col concetto di generazione distribuita.

In particolare, lo schema di agevolazione più recente è quello dei sistemi efficienti di utenza (SEU), che consente a un utente, che consuma attraverso la propria rete l’energia che produce, di essere esonerato da una parte dei costi di sistema, risparmiando così il 35-40% rispetto a una bolletta “normale”.

Questo schema, che vale per impianti fino a 20MW, è risultato particolarmente appetibile per le piccole e medie imprese, che pagano l’elettricità molto più cara sia delle famiglie sia delle grandi industrie e che grazie allo schema possono risparmiare molto sull’energia.

Le piccole e medie imprese però hanno bisogno di energia in modo affidabile ed economico, che magari combini alla generazione elettrica anche la produzione di calore. In altre parole, più che pannelli fotovoltaici, le imprese hanno fatto installare impianti di cogenerazione, in primis a gas.

Il risultato è che una parte importante dei consumi (7% nel 2014) si è spostata sull’autoconsumo per evitare i costi di sistema della bolletta, esplosi negli ultimi anni a causa delle rinnovabili sussidiate. Dato che i costi di sistema restano sostanzialmente invariati, il peso sui consumatori non inseriti negli schemi di autoconsumo è così ulteriormente aumentato.

Nel tentativo di correggere questa stortura, nei prossimi mesi potrebbero arrivare proposte di nuovi interventi. Il rischio è che la pezza risulti peggio del buco.