L’Italia e il Corridoio Sud

Piattaforma del giacimento gassoso di Shah Deniz nel Mar Caspio (© Stuart Conway/Statoil)In un recente post, Stefano Casertano affronta la questione del Corridoio Sud e delle infrastrutture che dovrebbero portare il gas azerbaigiano di Shah Deniz II (SDII) sui mercati europei. I membri del consorzio di produzione prenderanno una decisione ufficiale sull’infrastruttura nel 2013 e hanno scartato tutti i progetti, tranne due: il Nabucco West, diretto in Austria, e il TAP, diretto in Italia.

Premesso che SDII dovrebbe iniziare la produzione nel 2018, Casertano paventa il rischio che i tempi di realizzazione del TAP siano troppo lunghi e ipotizza tre scenari: TAP accelera e il gas arriva sul mercato italiano, il gas prende la strada dell’Austria, oppure il gas  arriva in parte nei Balcani e in parte viene venduto in Russia.

La prima ipotesi sarebbe l’ottimo (e ci torneremo dopo). La seconda ipotesi sarebbe il Nabucco West, ossia gas in Austria e non in Italia. La terza è improbabile: i produttori del consorzio hanno tutto l’interesse a raggiungere i mercati europei anziché lasciare che i russi si intaschino una congrua fetta dei ricavi assorbendo la produzione di Shah Deniz a prezzi inferiori a quelli di mercato.

Il governo azerbaigiano ha poi un interesse ancora più forte a evitare di dipendere dai russi per i propri flussi di export: il Turkmenistan è un esempio di come i russi (comprensibilmente) prima piazzino tutta la propria produzione e solo dopo assorbano i volumi dai propri fornitori. Inoltre, con il conflitto in Nagorno-Karabakh congelato per l’intervento dei russi a favore degli armeni, è improbabile che il governo di Baku voglia legarsi ancora più strettamente ai russi (piuttosto, meglio liquefare in Turchia!).

Infine, per quanto le questioni di politica internazionale siano sempre piuttosto fumose, resta il fatto che il contratto tra Socar e Botas per il gasdotto TANAP è già stato firmato e l’infrastruttura porterà 10 Gmc all’anno al confine occidentale della Turchia.

Si torna così al punto di partenza: Nabucco West o TAP? A Casertano il TAP non piace, a differenza del (compianto) ITGI. Perché? Perché ci sarebbe un’influenza negativa dei soci del consorzio Shah Deniz II sulle strategie commerciali di TAP. Ora, escludendo che l’ITGI fosse un ente di beneficenza, il fatto che Statoil abbia una quota sia in SDII (25,5% del PSA) sia in TAP (42,5%) non sembra essere esattamente «un’infrastruttura in cui il controllo dei produttori sarebbe totale».

Questo senza considerare che, con una strutturale eccesso di offerta di gas in Italia, è difficile che facendo prezzi elevati si piazzino i volumi necessari a ripagare un’infrastruttura nuova.

Resta un’ultima considerazione: anche se l’ITGI fosse stato un progetto migliore (e non credo, ma cambia poco), è stato comunque eliminato. Non restano che due opzioni: lavorare per portare il gas in Italia, o lavorare per portare il gas in Austria.

BP abbandona SEEP

Azerbaigian-Ue: i tracciati dei gasdotti alternativiSecondo quanto riportato da Reuters e FT, BP avrebbe abbandonato il progetto della South East Europe Pipeline, il gasdotto che avrebbe dovuto portare ai mercati dell’Europa orientale il gas di Shah Deniz II (Azerbaigian), collegandosi al TANAP.

Dopo la decisione di favorire TAP a ITGI lungo l’ipotesi di tracciato meridionale, i membri del consorzio di Shah Deniz (BP, Statoil e Socar) hanno così scelto il progetto finalista per la diramazione settentrionale: sarà Nabucco West, la versione ridotta a 10 Gmc del Nabucco, archiviato nel suo tracciato originale già da qualche mese.

Per l’anno prossimo è invece attesa la decisione su quale dei due tracciati, Nord (Nabucco West verso l’Austria) o Sud (TAP verso l’Italia), sarà infine costruito per il 2018.

La decisione di BP, che avrebbe partecipato direttamente alla costruzione di SEEP, è probabilmente riconducibile al difficile momento finanziario della società, alle prese con le conseguenze economiche delle perdite nel Golfo del Messico e con il tentativo di uscita dal consorzio TNK-BP in Russia.

Per quanto riguarda l’Italia, ora che i finalisti sono stati scelti, è fondamentale che il Ministero delle sviluppo economico, fino ad ora molto vicino al progetto ITGI, prenda atto della situazione e si mobiliti in tutte le sedi per favorire la realizzazione del TAP. L’arrivo del gas azerbaigiano consentirebbe di aumentare la diversificazione delle forniture all’Italia, favorendo la sicurezza energetica nazionale.

La fine del Nabucco

NabuccoNel caso qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi, le dichiarazioni del premier ungherese Viktor Orban – che ha esplicitamente fatto riferimento all’uscita di MOL dal consorzio – mettono la parola fine al Nabucco così come proposto nell’ultimo decennio.

La notizia è ripresa anche da Reuters, che ricorda come in gennaio RWE avesse già iniziato a esprimere perplessità sul progetto.

Resta invece in piedi l’ipotesi di una versione ridotta (10-16 Bcm annui), limitata alla connessione tra la Turchia e l’Austria attraverso i Balcani, in diretta concorrenza con il TAP.