Arbitrato Gazprom/Naftogaz: decisione posticipata

Gazprom hikes Ukraine claim to $37 billion, says verdict due June 30Dal giugno 2014, Gazprom e Naftogaz sono impegnate in una battaglia legale relativa ai contratti di fornitura di gas del 2009 (semplificando, gli ucraini vogliono una riduzione dei prezzi, i russi il pagamento dei volumi non ritirati), nonché ai diritti di passaggio relativi ai flussi di esportazioni diretti in UE attraverso la rete ucraina.

Secondo quanto riportato da Platts, dopo una ripetuta escalation, il totale delle compensazioni richieste da Naftogaz sarebbe pari a 30 miliardi di dollari, mentre le richieste di Gazprom ammonterebbero a 45 miliardi di dollari.

A decidere, come da termini contrattuali, sarà la corte arbitrale di Stoccolma, che avrebbe dovuto prendere una prima decisione entro la fine di aprile, ma che secondo gli aggiornamenti avrebbe preso tempo fino alla fine del prossimo giugno.

Per avere un quadro dettagliato della vicenda, segnaliamo un report di Platts realizzato da Stuart Elliott e Fabio Reale (da cui è tratta l’infografica riportata qui sotto).

Gazprom vs Naftogaz: gas war to be settled in Stockholm? (Stuart Elliott e Fabio Reale, Platts)

Stop al gas russo verso l’Ucraina: nessun problema per l’UE

Ukraine stops buying Russian gas, but Gazprom says it cut off serviceArriva il freddo e immancabilmente ritorna il tira e molla sulle forniture del gas tra Kiev e Mosca. I consumi giornalieri aumentano e parte del mercato europeo – tra cui l’Italia – continua a dipendere dal transito del gas russo attraverso l’Ucraina. Una situazione che conferisce al governo di Kiev un potere di ricatto, paradossalmente aumentato dalla crescente dipendenza del nuovo governo ucraino dal sostegno internazionale. La debolezza strutturale delle finanze pubbliche ucraine e la necessità per i governi europei di non mostrare pentimento per il sostegno al cambio di regime del 2014 legano infatti le mani alle parti.

L’operazione era già riuscita l’anno scorso, quando il governo di Kiev era riuscito a farsi pagare dall’Europa 3,1 miliardi di dollari per saldare i debiti con Gazprom più altri 1,5 miliardi per pagare in anticipo il gas russo destinato al mercato ucraino. Lo scopo per l’UE era quello di evitare che Naftogaz, non ricevendo più gas da Gazprom per via della morosità, si rifacesse utilizzando il gas destinato ai clienti europei stoccato nei giacimenti della parte orientale del Paese.

Ukrainian Gas Pipelines (© National Gas Union of Ukraine)

A inizio ottobre di quest’anno, la storia si è ripetuta. Naftogaz ha ricevuto un nuovo contributo europeo di 500 milioni, serviti per comprare 2 Gmc di gas russo necessari a riempire gli stoccaggi. A staccare l’assegno, la Banca Europea degli Investimenti e la Banca Mondiale.

In parallelo agli esborsi europei per pagare le importazioni di gas ucraine procede, peraltro, il sostegno fornito a Kiev dal Fondo Monetario internazionale, che ha già trasferito 10 miliardi di dollari , a cui si aggiungeranno altri 7,5 miliardi se saranno adottate almeno in parte le riforme richieste, tra cui la revisione dei prezzi del gas ai clienti finali.

La notizia di ieri dell’interruzione da parte di Naftogaz dell’acquisto di gas da Gazprom è collegata al fatto che il governo di Kiev ha finito i soldi per pagare nuove forniture. A differenza di quanto avrebbe detto Alexei Miller, però, non ci saranno problemi per l’approvvigionamento europeo di gas.

 consumi di gas in Ucraina e la capacità di stoccaggio utilizzata

Il fabbisogno ucraino di gas è infatti crollato a causa della crisi economica: nei primi otto mesi del 2015, l’Ucraina ha consumato il 30% di gas in meno rispetto allo stesso periodo del 2014. E si tratta del quarto anno consecutivo di calo. Dato che la produzione interna ucraina è rimasta invariata, la necessità di gas importato è fortemente diminuita.

Allo stesso tempo, gli stoccaggi ucraini a fine ottobre erano più pieni dell’anno scorso e a livelli analoghi a quelli del 2013. Non sembrano dunque esserci, come nel corso dell’ultimo inverno, le condizioni affinché si presentino problemi nella stabilità dei flussi di gas russo verso l’UE.

Per Gazprom, è naturale gridare all’allarme per ricordare ai governi europei la rilevanza del transito attraverso la rete ucraina. Per il governo di Kiev, la bandiera della sicurezza energetica europea è un utile strumento per chiedere nuovo sostegno agli sponsor europei. Per i governi europei, dunque, occorre sangue freddo e la capacità di immaginare misure affinché il ricatto ucraino non si ripresenti – puntuale – anche nei prossimi autunni.

Ucraina: Gazprom accelera la resa dei conti

Gazprom - Gas price for Ukraine set at USD 485 per 1,000 cubic meters from AprilAlexei Miller ha annunciato un ulteriore aumento del prezzo del gas esportato in Ucraina. L’aumento è attribuiuto alla reintroduzione da parte del Governo russo dei dazi doganali precedentemente aboliti.

A partire da aprile, il nuovo prezzo del gas diretto in Ucraina sale così a 485 dollari ogni mille metri cubi. Il prezzo era già salito nei giorni scorsi da 268 a 385,5 dollari, in seguito alla decisione di non rinnovare lo sconto concesso a dicembre per il primo trimestre.

Nel frattempo, gli arretrati dei pagamenti di Naftogaz hanno superato i 2,2 miliardi di dollari. In teoria, la scadenza per il pagamento cade la mattina nella giornata di lunedì 7 aprile.

L’aumento dei prezzi annunciato da Gazprom è destinato a imprimere un’accelerazione alla situazione: Naftogaz non ha la liquidità per pagare e la situazione finanziaria dello Stato è in rapido deterioramento. I Paesi occidentali che hanno sostenuto il cambio di governo a Kiev sono adesso chiamati a farsi carico dei debiti ucraini, incluso quello per il gas.

L’aumento, tecnicamente in linea con quanto contenuto negli accordi russo-ucraini del 2009, serve a rendere ancora più precaria la posizione di Naftogaz, anche se i volumi importati in questi mesi saranno molto bassi a causa della stagionalità dei consumi.

 Se per ora anche senza gas russo l’Ucraina può contare sugli stoccaggi, prima dell’arrivo del prossimo inverno le importazioni dalla Russia dovranno riprendere a volumi sostenuti: occorrerà dunque trovare un accordo con Gazprom.

E per i russi 485 dollari è un livello particolarmente confortevole da cui partire per ri-negoziare i prezzi futuri.

 

Ucraina: finito lo sconto sul gas

BBC - Gazprom hikes Ukraine gas price by a thirdGazprom non ha rinnovato lo sconto sul prezzo del gas (Corriere, Stampa, Repubblica, Sole). Lo sconto era stato concesso da Putin a Yanukovich nell’accordo del 17 dicembre scorso e che modificava le condizioni concordate nel 2011 dall’allora primo ministro, Yulia Tymoshenko.

A partire da inizio aprile, i prezzi del gas pagati da Naftogaz sono così passati da 268 a 385,5 dollari ogni mille metri cubi. Si tratta di un aumento del 44%, più alto di quanto previsto da alcuni analisti, ma in linea coi prezzi europei.

Lo sconto faceva parte di un pacchetto di aiuti da parte della Russia, che comprendeva anche l’acquisto di debito pubblico ucraino per 15 miliardi di dollari, di cui 3 acquistati subito. Lo sconto, che doveva essere rinnovato ogni trimestre, aggiungeva un ulteriore un impatto positivo per la bilancia commerciale di Kiev stimabile in circa 3 miliardi di dollari all’anno.

Per stimare l’impatto reale nel primo trimestre 2014, guardiamo ai dati ufficiali: i consumi di gas ucraini sono di 13 Gmc per i gennaio e febbraio, mentre per quelli di marzo si possono stimare ulteriori 6 Gmc.

I consumi complessivi sono stati dunque di circa 19 Gmc. Considerando che le importazioni russe coprono il 60% del fabbisogno energetico, lo sconto di 100 dollari è valso un sussidio superiore a 1,3 miliardi di dollari a favore di Kiev.

I maggiori oneri per il secondo trimestre derivanti dal mancato sconto saranno tuttavia più bassi, a causa della stagionalità dei consumi. L’anno scorso, nel secondo trimestre l’Ucraina ha bruciato 7,7 Gmc: immaginando una contrazione del mercato del 10%, i maggiori costi saranno di circa 800 milioni di dollari.

Cifra che sarà solo in minima parte compensata dall’aumento del 10% le tariffe di transito (portate a 3 dollari ogni mille metri cubi), pari a pochi milioni di dollari a trimestre in più.

I problemi potrebbero tuttavia arrivare nei prossimi mesi. Senza un intervento esterno (IMF, presumibilmente), le passività finanziare di Naftogaz aumenteranno ancora, con un serio rischio di contenzioso con Gazprom.

Già oggi, i crediti dichiarati da Gazprom sono di 1,7 miliardi di dollari, senza tenere conto che l’azienda russa ha  condonato debiti per 5,5 miliardi di dollari come anticipo delle tasse di transito di tutto il 2014. E il controvalore annuo delle forniture russe all’Ucraina supera i 10 miliardi di dollari: ci sarà molto di cui discutere, anche senza carri armati.

Aggiornamento: segnalo che Gazprom ha indicato in 2 Gmc le esportazioni per il mese di Marzo, mentre mancano dati ufficiali su i primi due mesi. È dunque possibile che il valore del sussidio fornito da Gazprom a Naftogaz tramite gli sconti nel primo trimestre sia inferiore a 1,3 miliardi di dollari, pur restando indicativamente confermato l’ordine di grandezza.

La crisi ucraina e il transito di gas russo verso l’Europa

IISS - La crisi ucraina e il transito di gas russo verso l’EuropaIl gas naturale russo rappresenta un elemento essenziale del paniere energetico europeo e la rete ucraina è indispensabile per garantire la stabilità dei flussi di Gazprom diretti verso i clienti europei.

In un paper pubblicato dall’Istituto Italiano di Studi Stategici “Niccolò Machiavelli” ho cercato di ricostruire la situazione del settore gas in Ucraina, l’importanza del Paese per i flussi di esportazione e le possibili evoluzioni della situazione nei prossimi mesi.

Tra le conclusioni, la più rilevante è che i decisori politici ucraini abbiano un interesse ad accelerare i tempi di un’eventuale crisi per poterne scaricare in pieno gli effetti sui Paesi dell’Europa orientale e quindi favorire un maggiore impegno finanziario europeo e internazionale.

Una seconda conclusione particolarmente importante è che i rischi per la sicurezza energetica italiana sono limitati, giacché il sistema di approvigionamento nazionale è ben diversificato e la domanda finale è in questi anni particolarmente ridotta.

Il paper si intitola La crisi ucraina e il transito di gas russo verso l’Europa ed è scaricabile qui.

Aggiornamento: segnalo che nella tabella di pagina XI è presente un refuso: i nomi dei Paesi della colonna di sinistra sono sfalsati di una riga (i valori della prima riga sono relativi alla Bulgaria, della seconda alla Slovacchia, della terza all’Ungheria e della quarta all’Ucraina).

Il significato della crisi ucraina per il mercato del gas

OIES - What the Ukrainian crisis means for gas marketsSegnalo un ottimo e tempestivo paper dell’OIES dal titolo What the Ukrainian crisis means for gas markets. Il lavoro ricostruisce il ruolo dell’Ucraina quale transito per il gas russo diretto in Europa, i rapporti tra Kiev e Mosca e l’impatto di una possibile crisi.

L’ipotesi che un’interruzione possa essere deliberatamente causata da Mosca è esclusa. Tuttavia se, come nel 2009, Naftogaz continuasse a non pagare le forniture e Gazprom dovesse di conseguenza interrompere le forniture per il mercato interno ucraino, Naftogaz potrebbe deviare i flussi diretti in Europa verso i propri clienti, spingendo infine i russi a bloccare del tutto le esportazioni.

L’impatto sarebbe comunque limitato ai Paesi dell’Europa orientale e con conseguenze minori rispetto a quelle già modeste di cinque anni fa, grazie al miglioramento delle interconnessioni all’interno dell’UE.

Lo scenario di una nuova disputa tra Gazprom e Naftogaz secondo gli autori è addirittura probabile. Quest’ultima ha infatti un debito di 2 miliardi di dollari (dopo che 3,3 miliardi sono stati cancellati a Febbraio), destinato a crescere a causa della strutturale carenza di liquidità e alle attività gestite in perdita.

La crisi incombente sembra essere un invito ad accelerare la costruzione di South Stream, che nonostante i costi proibitivi sta in questi mesi mostrando la validità del suo obiettivo strategico.

ZOOM - Gasdotti di transito verso l'Europa (© Jonathan Stern 2014)Il nuovo gasdotto da 63 Gmc/a poterebbe infatti la capacità di esportazione dalla Russia in Europa (Ucraina esclusa) a 165 Gcm/a, corrispondenti a poco più degli attuali livelli complessivi di esportazione in Europa (UE+Turchia e Balcani non UE).

South Stream priverebbe così Kiev di ogni potere di ricatto nei confronti sia di Gazprom, sia dei Paesi europei. Secondo i dati di Sberbank riportati nello studio, nel 2013 Gazprom ha esportato in UE 86 Gmc attraverso l’Ucraina, per un controvalore superiore a 33 miliardi di dollari: un forte incentivo per produttori e esportatori ad aumentare l’affidabilità dei flussi.

Difficile però al momento dire se dal lato europeo prevarrà la razionalità o se la logica dello scontro ideologico frenerà lo sviluppo infrastrutturale e la sicurezza energetica europea.

ps: per correttezza, segnalo che a pagina due del report l’unità di misura è milioni di metri cubi (Mcm) e non migliaia di metri cubi, come erroneamente indicato.