Passera boccia il capacity payment del gas

Corrado Passera, ministro dello sviluppo economicoSecondo quanto riportato da SQ e Reuters, il ministro Corrado Passera ha bocciato l’ipotesi di un capacity payment per i contratti del gas di lungo periodo con clausola take-or-pay, il meccanismo immaginato per scaricare i costi dei contratti di Eni sui consumatori.

Rispondendo alla Camera, il ministro ha anche espresso riserve sul meccanismo di assicurazione obbligatoria sull’oscillazione del prezzo avanzata dall’Autorità. Secondo Passera il rischio è che il meccanismo disincentivi Eni a cercare la rinegoziazione dei contratti take-or-pay.

Passera sembra determinato a lasciare che meccanismi di mercato giochino un ruolo più forte nel riequilibrare il mercato nazionale del gas. Resta però da vedere quanto sia genuino e quanto piuttosto si tratti di una posizione ad hoc per fornire a Eni una base negoziale più forte in fase di negoziazione con le proprie controparti.

La vicenda Ansaldo energia

Ansaldo EnergiaAnsaldo Energia, gioiello nel settore delle turbine a gas, sarà forse ceduta dal gruppo Finmeccanica, impegnato a fronteggiare il passivo di bilancio con un piano di dismissioni che  permetta di concentrare gli investimenti sul core business.

Fin qui, nulla di straordinario in questi tempi di crisi. Come non è straordinario che a fare un’offerta da 1,3 miliardi di euro sia Siemens, diretto concorrente di Ansaldo Energia, molto interessata a sbarazzarsi di un concorrente.

Quello che sembra più strano è la bagarre montata in questi giorni contro Corrado Passera, reo di non aver blindato subito Ansaldo Energia dichiarandola non-privatizzabile (particolarmente attivo è apparso Stefano Saglia, ex sottosegretario MSE). Vero è che Passera ha sostenuto che «se Finmeccanica deciderà di dismettere questo settore, perché non si sentirà in grado di essere questo tipo di azionista, è chiaro che bisognerà seguire nella dismissione il perseguimento di questi obiettivi», ma sembra più buonsenso che una dichiarazione d’amore in tedesco.

Vendere a Siemens sarebbe un grave danno per l’industria italiana e per l’occupazione: i tedeschi possono spergiurare finché vogliono, ma è ovvio che l’accorpamento delle società non premierebbe le posizioni in Italia. Tuttavia non è l’unica opzione possibile: c’è l’opzione Cassa Depositi e Prestiti caldeggiata dai sindacati (e quindi dubbia, anche se sempre meglio della Siemens), c’è la solita fantomatica quanto improbabile cordata di banca alla difesa dell’italianità e ci sarebbero molto più concretamente diversi fondi di investimento interessati all’operazione.

Insomma, la partita sembra molto aperta: si spera che il trambusto pre-elettorale non copra qualche colpo gobbo in salsa tedesca. Non me ne vogliano troppo i miei amici liberisti.

Nota: post leggermente offtopic, ma molto sentito.

Aggiornamento: la risposta di Giuseppe Zampini, ad di Ansaldo energia, che esprime perplessità sul reale contenuto delle parole del ministro Passera e ricorda come tutta questa bagarre stia danneggiando il gruppo, facendo tra l’altro ritardare una commessa in Algeria (qui la notizia ripresa dal Sole24Ore). Sarebbe il caso di evitare un nuovo regalo ai tedeschi, come nel caso della commessa per le FREMM.

[Crossposting con Epoké]