Il Mediterraneo orientale è senza dubbio un’area calda dello scacchiere internazionale, crocevia di crisi interne e conflitti internazionali apparentemente endemici. Le importanti scoperte di giacimenti di gas offshore degli ultimi anni hanno aggiunto un ulteriore elemento di complessità al quadro.
Due Paesi particolarmente interessati sono Cipro e Israele. Il primo, membro dell’Ue con una spiccata sensibilità russa, è sospeso tra l’opportunità di nuovi investimenti in grado di risollevare almeno in parte la piccola economica (che la Commissione europea prevede in recessione anche nel 2013 e 2014) e l’irrisolto problema della divisione politica.
Israele, forte di un’economia più dinamica e di un cospicuo mercato interno, deve invece fronteggiare gravi problemi di sicurezza e potrebbe beneficiare di una più ampia cooperazione a livello regionale in tema di energia.
Nel quadro di una crisi siriana sempre più complicata, di una posizione egiziana ancora da chiarire e di una costante incertezza sugli sviluppi della questione iraniana, nel 2013 non mancheranno le sfide per gli operatori energetici e per i governi dell’area.
Di questi temi si parlerà in un seminario di ricerca a porte chiuse dal titolo “Hydrocarbon Bonanza in the Levant: Geostrategic Considerations in 2013“, in programma il 17 gennaio dalle 15 alle 17 presso l”ISPI di Milano. A discutere della questione con Yiorghis Leventis (direttore dell’International Security Forum di Cipro e docente alla Monarch Business School) saranno Nicolò Rossetto (Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia) e il sottoscritto.