Mosca guarda sempre più a Est

QF - Mosca guarda sempre più a EstSegnalo un’analisi dell’ipotesi di ri-orientamento verso Oriente (appunto…) delle priorità d’azione russe, dal titolo Mosca guarda sempre più a Est.

Interessante la ricostruzione dell’azione del governo russo nei diversi campi, a cominciare naturalmente da quello energetico. Nel lungo periodo, la partita per consolidare la posizione della Russia come attore di un sistema multipolare si gioca indubitabilmente sui suoi confini orientali.

In primo luogo perché da quel lato si trovano le risorse ancora da sfruttare. Inoltre, e soprattutto, perché da quel lato si trova l’attore emergente da contenere a livello globale, la Cina. A Occidente invece si trova solo un’Europa in declino che strutturalmente non costituisce una minaccia per la Russia.

Segnalo (d’ufficio) un paio di imprecisioni: le importazioni di gas dell’Ue dalla Russia non sono state di 167,1 Gmc, ma tra i 125 e i 130 Gmc (forse l’autore ha fatto confusione tra il dato sull’Europa e quello sull’UE). Inoltre, le importazioni europee di GNL non crescono affatto, ma continuano a contrarsi.

L’analisi è parte di un’iniziativa ancor più interessante promossa dal Centro Einaudi e chiamata Quadrante futuro (consiglio davvero una sbirciatina al sito).

LaVoce – Ucraina: basso il rischio per l’Europa

LaVoce.info -  Ma l’Ucraina non ci lascerà al freddoSegnalo un’analisi di Filippo Maria D’Arcangelo, Luca Franza e Antonio Sileo per LaVoce.info, dal titolo Ma l’Ucraina non ci lascerà al freddo.

Gli autori ricostruiscono la situazione dell’approvvigionamento europeo e la dipendenza dei diversi Paesi europei dalle importazioni. Particolarmente condivisibile la chiarezza con cui gli autori sottolineano che da parte russa non c’è alcun interesse a interrompere i flussi verso i propri più importanti clienti, anche considerando la dipendenza da esportazioni dell’economia di Mosca.

I rischi per gli approvvigionamenti europei derivano da un’eventuale interruzione da parte di Kiev dei flussi di gas russo diretto in Europa. La debolezza della domanda, la capacità inutilizzata nelle altre infrastrutture di importazione e la congiuntura stagionale contribuiscono tuttavia a tenere bassi i rischi effettivi. Fare a meno del transito in Ucraina avrebbe però costi significativi, soprattutto nel caso di ricorso a carichi GNL.

Considerando che la sicurezza è esssenzialmente una scelta economica di prezzatura del rischio, evidenziare le vulnerabilità dell’approvvigionamento europeo è un contributo essenziale per riflettere sulle misure di mitigazione. A cominciare da una maggiore integrazione delle reti nazionali europee, essenziale per mettere in comune la capacità di importazione su diverse direttrici. A costi tutto sommato modesti.

Qui sotto un’interessante infografica del CIEP, ripresa anche nel post.

CIEP - Europe gas imports in 2012; actual flows and capacity - http://bit.ly/RBGQkw

Dal Cremlino ultimatum (con apertura) sull’Ucraina

Message from the President of Russia to the leaders of several European countries - 10/04/2014Il presidente russo Putin ha inviato ieri una lettera aperta ai governi europei, per chiarire alcuni aspetti della crisi attuale. Inevitabilmente, la questione energetica è uno degli aspetti fondamentali.

In particolare, Putin ha sottolineato che:

  • i prezzi attuali sono stabiliti dal contratto take-or-pay firmato da Yulia Tymoshenko nel 2009, quando tra l’altro il ministro dell’energia era Yury Prodan, lo stesso che oggi siede nel governo di Arseniy Yatsenyuk;
  • a partire da quel prezzo, sono stati fatti nel tempo alcuni sconti (oggi scaduti o non applicabili): quello derivante dall’accordo di Kharkov sullo stazionamento della flotta russa in Crimea, quello alle industrie chimiche, quello del dicembre 2013; la formula del prezzo non è pero cambiata.
  • tra sconti (17 miliardi di dollari in tutto) e rinuncia a esigere le penali per il mancato ritiro dei volumi (18,4 miliardi di dollari), solo attraverso le forniture di gas la Russia ha sussidiato l’economia ucraina per 35,4 miliardi di dollari dal 2009.
  • i pagamenti ucraini sono stati regolari fino all’agosto 2013, poi ha iniziato ad accumulare nuovi debiti: 1,5 miliardi nell’ultima parte del 2013, a cui si sno aggiunti 260 milioni di dollari in febbraio e 526 milioni a marzo (nonstante il prezzo fosse scontato a 268,5 dollari ogni mille metri cubi); oggi il debito di Naftogaz supera i 2 miliardi di dollari.
  • nelle attuali condizioni, in base a quanto stabilito dal contratto, Gazprom continuerà le forniture solo per un mese, prima di chiudere i flussi diretti al mercato ucraino e mantenere solamente quelli diretti ai mercati europei, in transito attraverso l’Ucrina.
  • il deficit di bilancia commerciale dell’Ucraina con l’UE sta peggiorando la situazione economica ucraina di breve periodo, limitando la possibilità di saldare i debiti con Gazprom.
  • entro l’autunno prossimo è necessario pompare 11,5 Gmc negli stoccaggi ucraini, per garantire la stabilità dei flussi verso i Paesi UE durante l’inverno prossimo; il controvalore è di 5 miliardi di dollari.

La lettera si chiude con un invito alla cooperazione multilaterale tra Russia e Paesi europei, per stabilizzare l’economia ucraina e fornire le risorse necessarie a evitare un collasso. Più che un appello, una constatazione dell’inevitabile.

Gas: il problema non è la Russia

ISPI - Crisi ucraina: per il gas dell'Europa il problema non è la RussiaSegnalo un mio commentary per l’ISPI dal titolo Crisi ucraina: per il gas dell’Europa il problema non è la Russia. La tesi di fondo è che le importazioni europee di gas russo non siano minacciate dalla Russia, ma dal fatto che il governo ucraino è moroso e attende che a pagare il conto siano i Paesi occidentali.

Il commentary è parte di un interessante dossier dal titolo After Crimea: la grande illusione di Putin. Titolo non particolarmente condivisibile, ma ottimi contenuti.

Ucraina: Gazprom accelera la resa dei conti

Gazprom - Gas price for Ukraine set at USD 485 per 1,000 cubic meters from AprilAlexei Miller ha annunciato un ulteriore aumento del prezzo del gas esportato in Ucraina. L’aumento è attribuiuto alla reintroduzione da parte del Governo russo dei dazi doganali precedentemente aboliti.

A partire da aprile, il nuovo prezzo del gas diretto in Ucraina sale così a 485 dollari ogni mille metri cubi. Il prezzo era già salito nei giorni scorsi da 268 a 385,5 dollari, in seguito alla decisione di non rinnovare lo sconto concesso a dicembre per il primo trimestre.

Nel frattempo, gli arretrati dei pagamenti di Naftogaz hanno superato i 2,2 miliardi di dollari. In teoria, la scadenza per il pagamento cade la mattina nella giornata di lunedì 7 aprile.

L’aumento dei prezzi annunciato da Gazprom è destinato a imprimere un’accelerazione alla situazione: Naftogaz non ha la liquidità per pagare e la situazione finanziaria dello Stato è in rapido deterioramento. I Paesi occidentali che hanno sostenuto il cambio di governo a Kiev sono adesso chiamati a farsi carico dei debiti ucraini, incluso quello per il gas.

L’aumento, tecnicamente in linea con quanto contenuto negli accordi russo-ucraini del 2009, serve a rendere ancora più precaria la posizione di Naftogaz, anche se i volumi importati in questi mesi saranno molto bassi a causa della stagionalità dei consumi.

 Se per ora anche senza gas russo l’Ucraina può contare sugli stoccaggi, prima dell’arrivo del prossimo inverno le importazioni dalla Russia dovranno riprendere a volumi sostenuti: occorrerà dunque trovare un accordo con Gazprom.

E per i russi 485 dollari è un livello particolarmente confortevole da cui partire per ri-negoziare i prezzi futuri.