CE vs Gazprom: un’analisi

The European Commission vs. Gazprom: An Issue of Fair Competition or a Foreign Policy Quarrel? - Nicolò SartoriSegnalo un interessante paper di Nicolò Sartori dal titolo The European Commission vs. Gazprom: An Issue of Fair Competition or a Foreign Policy Quarrel?

Il lavoro ricostruisce agilmente la questione dell’indagine aperta dalla DG Concorrenza nei confronti dell’azienda di stato russa, proponendo alcune riflessioni (moderatamente ottimistiche) sulla possibile evoluzione della vicenda.

Il gas russo e la difficile via della Cina

Four reasons why Russia’s gas ambitions in China may never be realisedInteressante analisi di Julian Lee, che suggerisce come la finestra di opportunità per la Russia di esportare grandi quantità di gas in Cina si stia rapidamente chiudendo.

Quattro le ragioni:

  • non si riesce a trovare un accordo sul prezzo (i cinesi cercano di prendere i russi per disperazione e assicurarsi gas a prezzi molto bassi, ma questi ultimi al momento possono tenere la posizione);
  • aumenta la concorrenza centrasiatica (qui l’isolamento infrastrutturale imposto dalla geografia e da Gazprom rende attraenti perfino i prezzi offerti dai cinesi);
  • la produzione non convenzionale cinese è destinata a crescere;
  • aumenta la concorrenza da parte del GNL, austrialiano e non

Insomma, il governo cinese ha studiato molto bene la lezione della diversificazione come strumento di sicurezza energetica. Sul versante russo, la strategia cinese è già stata anticipata da anni e infatti i grandi investimenti in esportazione continuano a concentrarsi in Europa.

Il South Stream e l’interesse dell’Italia

Siamo sicuri che il gasdotto South Stream sia nell’interesse dell’Italia? - Diego GavagninIn un post di oggi, Diego Gavagnin solleva la questione se il South Stream sia o meno nell’interesse dell’Italia. La sua risposta sembra essere “non troppo”, visto che il nuovo gasdotto in arrivo (ipotetico) al Tarvisio immetterebbe sul mercato italiano nuovo metano russo, che limiterebbe la concorrenzialità, aumenterebbe i prezzi e non sarebbe positivo per la sicurezza energetica nazionale. Inoltre, la nuova capacità di adduzione da Nord spiazzerebbe la nuova capacità di importazione da Sud, compromettendo la strategia che vuole fare dell’Italia l’hub meridionale del gas per l’UE.

Andiamo con ordine. Ammesso (e non concesso) che i flussi dalla Russia possano aumentare con la nuova infrastruttura, dovrebbero in ogni caso competere su un mercato sempre più concorrenziale: se il gas russo costa troppo, non si vende o si vende comunque meno degli altri. Nonostante Scaroni non si arrenda, sembra essere finita l’epoca in cui l’Eni poteva scaricare qualunque costo sui clienti finali.

Questo senza considerare l’effetto indiretto del South Stream: dare un altro colpo al Nabucco nella sua lotta contro il TAP, favorendo quest’ultimo e quindi l’arrivo del gas azerbaigiano in Italia, diversificando realmente gli approvvigionamenti.

E qui si arriva alla strategia dell’hub. Senza considerare che per fare hub occorre la capacità di esportazione (che al momento non abbiamo), immaginare per l’Italia un futuro da hub di transito nordafricano sembra una scommessa rischiosa, molto più rischiosa che farsi hub del gas russo (e eventualmente azerbaigiano).

A essere stato chiuso, di recente, è stato il Greenstream dalla Libia. E con le rivolte in Tunisia, si è rischiata l’interruzione del gas algerino, che pesa nei nostri consumi tanto quanto quello russo (circa un terzo). Le forniture dalla Russia sono sempre state affidabili e gli unici problemi si sono avuti per i ricatti ucraini, proprio quelli che South Stream è destinato a rendere inoffensivi. A tutto vantaggio della sicurezza energetica italiana.

Russian Oil and Gas Sector: Political and Economic Prospects

Russian Oil and Gas Sector: Political and Economic ProspectsEnergy sector has a pivotal role for the economy and the political system of the Russian Federation.Oil and gas industry provides a quarter of the GDP, two thirds of the exports and half of the budget income. As a result, Russian economy and Government expenditures rely on high oil price. A sudden drop would bring to a deep economic crisis, with unpredictable consequences.

Oil and gas companies played also a political role in during the last decade. Putin strategy included a strong reaffirmation of the Government’s control over the main energy companies. In order to cope with the current and future challenges, Russian leadership needs to promote a multi-level diversification, which could lead to a more stable and resilient economic and political system.

La mia analisi dal titolo Russian Oil and Gas Sector: Political and Economic Prospects all’interno dell’ISPI Study The Economic Challenges of Current Russia.

Lo status legale del Caspio

The legal status of the Caspian Sea - Federico Formentini and Tommaso MilaniLa dissoluzione dell’Unione Sovietica ha cambiato gli equilibri politici nella regione del Caspio, trasformando un poco formalizzato modus vivendi tra una superpotenza e una potenza regionale in una complessa questioni multilaterale tra 5 Stati con interessi divergenti.

Federico Formentini e Tommaso Milani propongono un’interessante ricostruzione storica della questione in un agile paper dal titolo The legal status of the Caspian Sea. History of the treaties between the riparian States, appena pubblicato da ECESA.

 

Lavori South Stream: se ne parla nel 2014

Gazprom-led group to start laying underwater South Stream gas pipeline in 2014Per l’effettiva partenza nella costruzione del gasdotto South Stream occorrerà aspettare ancora qualche anno. A dirlo questa volta non sono io, ma Sebastian Sass, il portavoce del consorzio South Stream.

Il 7 dicembre ci sarà l’inaugurazione ufficiale dei lavori di costruzione, sulla costa russa del Mar Nero ad Anapa (regione di Krasnodar). A uso e consumo dei media e, soprattutto, per dare un segnale forte a quanti ancora cercano di sostenre il progetto Nabucco, che sembra essere giunto davvero al capolinea.

Secondo quanto riportato da Platts, infatti, Sass avrebbe detto che per iniziare i lavori del tratto off-shore, il più complesso da costruire (900 km, a profondità massima di circa 2.000 metri, un paio di anni di lavori), occorrerà attendere il via libera ambientale dei Paesi coinvolti (Turchia e Bulgaria) e che i membri del consorzio si aspettano i permessi ambientali entro il 2014.

Se poi ci metteranno di più, si potrà sempre fare scaricabarile, si potrebbe aggiungere.

I consumi europei dovrebbero impiegare qualche anno per tornare ai livelli del 2010 (la IEA sostiene fino al 2020). L’atteso calo della produzione interna europea probabilmente anticiperà il ritorno ai livelli di importazione pre-crisi, ma in ogni caso difficilmente si vede un mercato a breve-medio termine per altri 63 Gmc annui di gas russo, soprattutto prima di aver risolto il nodo dei prezzi e quello della procedure di infrazione per comportamento anti-concorrenziale, aperta dalla Commissione. Questo non significa che l’infrastruttura non si farà, ma sicuramente converrà a tutti (Gazprom in primis) procedere molto lentamente.