Nei momenti di crisi, per l’opinione pubblica è particolarmente importante avere informazioni affidabili e analisi puntuali dei fatti. E invece a noi italiani stamattina è capitato il Sole24Ore.
Stamattina, pagina 7, taglio basso (per chi si avvale ancora della carta): La crisi del metano rilancia il corridoio sud dell’Italia. Titolo fumoso, ma il concetto è solido e condivisibile: meglio diversificare rispetto alla Russia, ben venga il gasdotto dall’Azerbaigian.
Lo svolgimento però inanella una serie di errori di cui è opportuno informare il lettore:
- il progetto Nabucco è morto e sepolto, tanto che non esiste nemmeno più il sito web;
- il gas di Shah Deniz oggi non finisce nella rete russa, ma è esportato in Georgia e Turchia attraverso il South Caucasus Pipeline;
- il TANAP al momento ha di certa solo la prima fase da 16 Gmc/a (10 TAP, 6 mercato turco), mentre gli eventuali upgrade sono ancora tutti da discutere;
- la concorrenza del rigassificatore OLT di Livorno rispetto ai gasdotti esistenti è al momento pari a zero, visto che il terminale è in stand-by;
- il gas azerbaigiano trasportato dal TAP è già stato interamente venduto (e non prenotato) e gli acquirenti hanno già firmato i contratti di fornitura.
Lo so, sono dettagli: ma a volte fanno la differenza.
Aggiornamento:
- la composizione azionaria del consorzio TAP (correttamente indicata nell’articolo) è diversa da quella di TANAP.