Emissioni di CO2: ragionare prima di agire

La polemica sul riscaldamento globale ciclicamente ritorna, generalmente in seguito alla pubblicazione di qualche report ufficiale. Personalmente coltivo un atavico scetticismo, ma questo conta poco: assumiamo che sia tutto vero. Ha senso per i cittadini europei l’estremismo solitario delle proprie istituzioni? La risposta in un grafico (qui l’excel).

Emissioni di CO2 (1985-2012) - Elaborazione su dati BP 2013

Quest’anno in nome delle politiche energetiche volte all’accelerazione della diffusione delle rinnovabili e alla riduzione delle emissioni sono stati imposti costi enormi: 3,5 miliardi di euro di sussidi ai cittadini spagnoli, 12 miliardi a quelli italiani, oltre 20 miliardi a quelli tedeschi. Per i prossimi anni, la tendenza è stabile, salvo tagli.

Questo senza contare il costo dei certificati verdi, delle delocalizzazioni e delle mancate produzioni. E senza contare i costi imposti ai sistemi elettrici e la crisi dei consumi del gas per generazione elettrica, una crisi resa particolarmente lunga e grave proprio dalle decisioni politiche.

La domanda è: ma ne vale la pena, se intanto il mondo va da un’altra parte e il nostro sforzo è irrelavante per lo scopo?

E, in subordine, non sarebbe più assennato investire in efficienza?

South Stream: l’Orso sta bleffando?

Questa estate le imprese partecipanti alla realizzazione del gasdotto South Stream hanno avviato un road show, che toccherà varie città europee e ha lo scopo di rendere noti i pregi e le virtù del progetto che dovrebbe portare entro il 2017 circa 63 mld di metri cubi di gas russo in Europa.

La tappa odierna si è tenuta a Milano e non doveva avere, agli occhi degli organizzatori, una valenza secondaria in quanto l’Italia è il punto di arrivo del gasdotto e uno dei maggiori acquirenti di gas russo.

Nel dibattito si è sottolineata la grande attenzione che il consorzio realizzatore sta ponendo ai temi della tutela ambientale e del coinvolgimento delle comunità locali che verranno interessate (a questo scopo si metterà a frutto la positiva esperienza acquista col Nord Stream).

Assai meno si è invece parlato degli economics del progetto: quanto costerà realizzare un tubo da circa 2200 km, di cui circa 900 in fondo al mare? a chi si venderanno e a che prezzo i miliardi di metri cubi che dovrebbe trasportare?

I russi presenti hanno citato vecchi dati IEA che prevedono una extra-domanda europea di importazioni di gas pari a 150-200 mld di metri cubi per il 2030. Tuttavia, si tratta di cifre che ritengo troppo ottimiste alla luce della perdurante crisi economica europea e della rapida penetrazione delle rinnovabili (in Italia i consumi di gas sono calati dopo aver toccato l’apice nel 2007-08). Se a questo si aggiunge che il Nord Stream da poco ampliato può portare 55 mld di metri cubi di gas, che si stanno progettando nuovi gasdotti come il TAP e che molti impianti di rigassificazione per l’Europa sono quasi inutilizzati è lecito domandarsi se abbia senso costruire questa enorme opera.

Tanto più che i mercati coinvolti, oltre all’Italia, dal tracciato (Bulgaria, Serbia, Bosnia, Ungheria, Croazia e Slovenia) valgono in totale poche decine di mld di metri cubi all’anno di consumi.

Forse, varrebbe la pena continuare a sacrificare qualche margine al quasi monopolista del transito Ucraina, piuttosto che investire 5-10 mld di euro in un tubo che potrebbe restare mezzo vuoto.

PS: avere qualche dubbio sull’effettiva realizzazione del gasdotto è lecito anche perché all’incontro di oggi non era presente nessun relatore di Eni e Edf, i maggiori partner europei del consorzio, e che anche i politici italiani (in parte scusati dalla perdurante crisi di governo che ci attanaglia) non hanno declinato all’ultimo l’invito per “superiori” impegni.

I consumi di gas tra 20 anni

Le stime sul futuro sono sempre incerte, soprattutto quando coprono un orizzonte temporale lungo. Nondimeno, sono un esercizio utile per comprendere le tendenze in atto e cercare di agire per tempo, dove necessario.

Nei mesi scorsi ho già pubblicato le elaborazioni sulle stime IEA relative ai consumi di gas per i prossimi due decenni. Ieri sera sono tornate oggetto di discussione e dunque propongo qui un grafico che ripercorre le tendenze sui consumi e sulle importazioni relative all’UE, basato sui dati pubblicati nel World Energy Outlook 2012.

UE a 27 - Elaborazione su dati IEA e Eurogas

Un dato spesso poco considerato è che le importazioni europee sono destinate a crescere a prescindere dal fatto che la domanda cresca. La produzione interna dell’UE sta infatti declinando naturalmente e non sono state al momento individuate riserve convenzionali (e quindi sfruttabili in tempi ragionevoli) tali da interrompere l’attuale declino dei campi esistenti.

UE a 27 - Elaborazione su dati IEA e Eurogas

TAP: audizione informale in Senato

Realizzazione progetto di cui all'Accordo tra Albania, Gracia e Italia: audizione in Ufficio di Presidenza 10a CommissioneQuesta mattina il country manager Italia di TAP, Giampaolo Russo, è stato sentito dalla Commissione Industria, commercio, turismo del Senato per presentare il progetto e i possibli impatti.

Secondo quanto riportato da SQ, l’audizione di Russo si sarebbe incentrata soprattutto sulle caratteristiche tecniche del progetto e sulle ricadute sul territorio.

SQ ricorda anche che a giungno l’Aeeg ha pubblicato il parere definitivo delle autorità di regolazione italiana, albanese e greca Joint Opinion of the Energy Regulators on TAP AG’s Exemption Application (allegato a 249/13/R/gas), modificato in seguito alle osservazioni della Commissione europea.

Focus trimestrale sicurezza energetica – Q1 2013

Focus trimestrale sicurezza energetica – Q1 e Q2 2012È stato reso pubblico il focus sulla sicurezza energetica relativo ai primi due trimestri 2013 realizzato per l’Osservatorio di Politica Internazionale (Senato, Camera e MAE).

Il primo capitolo del Focus è dedicato all’analisi del fabbisogno di gas nei principali mercati europei, con specifico riferimento alla generalizzata contrazione dei consumi nel corso del 2012 e del primo semestre 2013 e alla composizione dell’approvvigionamento di gas dei principali Paesi europei.

Il secondo capitolo è invece dedicato all’offerta e, nello specifico, alle politiche dei Paesi produttori di gas naturale e dei Paesi di transito dei gasdotti attualmente in funzione o in fase di progettazione/realizzazione. Ai recenti sviluppi del sistema di infrastrutture di trasporto e alle prospettive di realizzazione di nuovi progetti è poi dedicato il terzo capitolo.

Infine è presente un approfondimento di Nicolò Rossetto dedicato alla rivoluzione del non convenzionale statunitense e al suo impatto potenziale sui mercati europei.